IMG_6141E’ un dovere riconoscere e saper cogliere ottimisticamente quei segnali che indicano un cambiamento lieve ma pur sempre reale nella vita dei genitori separati. Essere genitori dopo la separazione non è sempre facile, occorre essere intelligenti (entrambi) e anche un po fortunati magari senza individuali problemi economici.

E gli altri, cioè la maggioranza?

All’ombra di un sistema giudiziario che ancora non ha colto appièno l’importanza di “marginalizzare” l‘aspetto conflittuale di tanti genitori e prodigarsi invece a produrre le condizioni di effettiva equa relazione fra genitori e figli nelle sentenze di affido, i genitori separati stanno alla finestra per cogliere ogni minimo cambiamento della brezza della giustizia.
Nel frattempo nelle aule dei tribunali quella che è sempre stata la “maternal preference” comincia a mostrare segni di cambiamento, pur con molta lentezza le sentenze cominciano a spostarsi verso una maggiore sensibilità sull’indispensabile apporto di entrambi i genitori, da un clima di estrema tutela della figura femminile ha preso il via un processo di cambiamento cosìcche anche i papà più frequentemente vedono riconosciuto il loro fondamentale ruolo di figura “guida” per i propri figli, dopo 11 anni dalla legge 54/2006 (affido condiviso) sta diventando realtà. Insomma, se ne parla più ampiamente con maggiore coscienza.
Se la ex moglie lavora e guadagna, il –mantenimento– vive di nuove regole ora meno rigide e gravose e non più agganciate al precedente tenore di vita, aspetto certamente non di poco conto o ininfluente che rivoluziona un “consolidato”  destato per decenni e che ha sollevato critiche.

Parlando con un politico di sinistra neo separato, confidandosi diceva: -mi rendo conto solo ora di quanto l’ideologia politica abbia un’influenza diretta nella cultura separativa.
Transfugo dal PD poi migrato nei 5 stelle, alla ricerca di una nuova “casa” ove riporre le speranze, si stupiva di quanto la figura maschile sia discriminata e inascoltata se confligge con quella femminile in certi ambienti. Le misure adottate per il “protezionismo” della donna, in realtà stanno mostrando l’altro lato della medaglia: la pericolosità di essere a tutti gli effetti uno strumento di repressione ideologica per ogni soggetto maschile che intenda avvalersi serenamente dei propri diritti di paternità. Un certo femminismo ha collaborato ad una guerra fra genitori e prodotto i presupposti di colpevolezza basati solo su una dichiarazione di una parte sull’altra. E che basti una denuncia anche infondata per allontanare un papà da casa e dai figli corrisponde infatti al vero. Questa è una strategia separativa diffusissima e infamante sia per chi la esercita che per chi ne viene coinvolto.

Ma…… esistono anche “altre” donne, nuove, che non cedono alle tentazioni di portare a casa tutti i vantaggi che vengono loro offerti. Nuove consapevolezze e un nuovo senso di rispetto dei figli sta prendendo piede anche sui social. L’intelligenza e l’educazione e il rispetto per i figli, i nuovi valori fondanti. La politica non tiene il passo, trema sorpassata dagli eventi e gli stessi politici di sinistra iniziano a vedere troppo divario di trattamento fra maschile e femminile con effetto direttissimo anche sul ruolo paterno e materno nei tribunali.
Un numero crescente di persone separate, se ne è già resa conto. Dunque la coppia che si separa non ha le medesime basi di partenza? Se mamma e papà non sono intelligenti e non si mettono perfettamente d’accordo, NO. Non hanno nemmeno la medesima possibilità di crescerli e trasmettere loro il senso di responsabilità nei confronti della vita che solo una buona guida può loro infondere.

Ma…..
Ma le cose cambiano, poco alla volta, forse ancora troppo lentamente. Eppure accadono semplici eventi come l’adozione del Registro della Bigenitorialità, ad esempio anche nella dotta città di Bologna (baluardo culturale resistente da sempre ad una piena pari opportunità genitoriale, in virtù se non altro di una altissima protezione della sfera femminile in tutte le sue sfaccettature) e avviene proprio per una nuova modalità di “vedere” le cose e prende corpo da una sinistra “giovane” che stupisce (benevolmente) tutti.
Cos’è il Registro della Bigenitorialità? E’ uno strumento che consente ad entrambi i genitori separati che vi si iscrivono di ricevere le comunicazioni relative ai figli (prestazioni sanitarie, consenso medico-pediatrico, firma pagella, iscrizione scolastica, gestione eventi religiosi, centri estivi ecc.). Fino ad oggi inviate solo al genitore a cui il tribunale “aggiudica” la residenza del figlio creando un’assimetria informativa spesso nefasta.
Un “Registro” che appena sarà strutturato e accessibile (passo indispensabile per rendere concreto un progetto che ora è solo un intento sulla carta), porrà entrambi i genitori al medesimo livello. Usiamo la forma condizionale, non si sa mai! Veniamo infatti da una cocente delusione, come nel caso della legge sull’affido condiviso, così bistrattata e manipolata per oltre un decennio nei tribunali del paese. Un piccolo passo in direzione della tanto agognata Bigenitorialità.

   Dunque le cose si muovono, le persone rinnovano la loro visione della realtà e del concetto di responsabilità genitoriale. Il divorzio è realtà dagli anni 70 ma il rispetto dei figli e fra i coniugi sono ancora da assimilare pienamente, a partire dai genitori, per finire ai tribunali, passando attraverso ogni forza politica e sociale sensibile al tema bigenitoriale. Cambiano anche le famiglie, da tempo si scompongono e talvolta si ricompongono. Occorrerebbe mettere mano al “diritto di famiglia” per aggiornarlo e in parte adeguarlo ad una società che vive un veloce e profondo cambiamento. Ma fra le cose che maggiormente attendiamo ve ne sono due già esistenti negli altri paesi europei: l’applicazione dell’ affido materialmente condiviso cioè una ripartizione più equa dei tempi di frequentazione dei figli, fra madri e padri e i  Patti prematrimoniali, che avrebbero il compito questi ultimi di sgonfiare i conflitti e rendere maggiormente consapevoli le persone che si sposano e fanno figli in uno slancio di emotività. Un consapevole accordo fra futuri coniugi e probabili genitori che segnerebbe davvero una ulteriore importante conquista.

E i nonni? Un cambiamento riguarda pure loro e, pure se a fatica, sono maggiormente garantiti anche loro nel poter stare accanto ai nipotini grazie a sentenze che riconoscono il valore impagabile di un amore disinteressato e di un senso di continuità, di tradizioni e di storia che solo i nonni sanno trasmettere ai bambini con i loro racconti e il loro vissuto. –Due genitori per ogni bambino e quattro nonni– è uno slogan di civiltà, soprattutto dopo una separazione. Aspettiamo giorni migliori ma siamo consapevoli dei passi compiuti.

Roberto Castelli,
presidente Ass. Genitori Sottratti