incontri2018Nell’ambito degli incontri dei primi martedì di ogni mese, l’Associazione promuove per Martedì 3 Aprile, la presentazione del libro di Leyla Ziliotto: –MIA MADRE MI ODIA(Edizioni Tabula Fati). L’incontro avverrà a Bologna, in Via Marzabotto,2 dalle ore 20 alle 22, al Centro Sociale “20 Pietre” una realtà “contenitore” di molteplici associazioni con Eventi e contenuti assai diversi fra loro ma ben radicato nel tessuto urbano. L’autrice sarà lieta di dialogare con i presenti che ci auguriamo siano numerosi.

Presentazione dell’autrice:
Figlia di genitori separati, ho 25 anni e ho sempre portato avanti le mie battaglie “diversamente femministe” fino ad avvertire il desiderio di testimoniare tramite la stesura di questo romanzo realtà scomode, argomenti “maschili” visti ed esaminati dalla prospettiva di una donna, o meglio, una figlia.
Mia madre mi odia è un romanzo di narrativa (non biografico, che attinge pero’ da storie ispirate a realta’ esistenti) che nasce con l’intento di dar voce a realtà poco convenzionali, a dolori solitari e apparentemente inconcepibili come l’odio di una madre nei confronti dei propri figli. È un libro che vuol far riflettere sull’assurdità di taluni stereotipi moderni, come quello secondo cui la violenza è una prerogativa esclusivamente maschile, ma anche su altre tematiche attuali come l’integrazione, spesso forzata, di elementi culturali difficilmente assimilabili all’interno della realtà occidentale, l’esterofilia intesa come dovere, la generalizzata perdita di valori e identità, i figli ostaggio di una società assente e muta dinanzi ai loro bisogni, l’antifemminismo della protagonista, assurdo in quanto donna, ma giustificato da episodi che la condizionano visceralmente. Il libro si puo’ ordinare in ogni libreria d’Italia e si Amazon, Ibs, Unilibro.it, laFeltrinelli e Mondadori.
Sono disponibile infine a fornire ulteriori delucidazioni sui temi trattati e cosi’ a conoscere nuove persone che magari hanno vissuto un dolore simile o quotidianamente affrontano situazioni di disagio delle quali, purtroppo, si parla ancora troppo poco. Anzi, pochissimo.
Allego qui il link della recensione sul Giornale.it Nazionale che puo’ rendere meglio l’idea del libro e del suo significato piu’ profondo. Non si e’ soli se si mettono nero su bianco determinate situazioni.

Bisogna denunciare l’esistenza di certe piaghe sociali, prima fra tutte quella dei padri separati e delle conseguenze sui loro figli durante e dopo la separazione. Che voi compriate, leggiate o meno questo libro, che per me rappresenta una vera e propria ragione di vita, io sono a disposizione per ascoltare le vostre opinioni, il vostro punto di vista sugli argomenti sopracitati.

Il libro parla di solitudine, quella di una figlia e di una famiglia, prima emotivamente e poi materialmente abbandonate dalla madre, che abortisce i figli da viva. Ma parla anche di riscatto e speranza, di una ragazza che non ha ceduto alle delusioni della vita e non si è fatta trascinare dal mal di vivere. La solitudine di un padre separato, che deve fare i conti con un sistema giudiziario pregiudizievole e a senso unico. La solitudine di un’identità, quella italiana, sovente sacrificata sull’altare dell’esterofilia ad ogni costo. La solitudine di una giovane donna, che non ha bisogno di etichette vittimistiche per essere considerata tale e avversa il femminismo rampante dell’epoca moderna, ritenendo l’emancipazione semmai come la capacità di considerarsi l’una diversa dall’altra.

Ma il libro -a tratti doloroso, a tratti ironico e graffiante- è anche un invito alla ribellione, alla lotta contro gli stereotipi e il pensiero unico dominante, laddove la comprensione per le vittime passa in secondo piano rispetto alla “sensibilità” della società verso i carnefici.

E’ un libro che trasforma Sephora, la protagonista, da sconfitta a protagonista, da vittima a simbolo di un mondo diverso e più consapevole di problematiche che, senza la sua battaglia, sarebbero destinate a rimanere sepolte.

E’ un libro controcorrente, non su un piano ideologico ma su quello della testimonianza di realtà poco conosciute eppure forti e reali. Esattamente come il titolo, provocante, non provocatorio. Sephora non vuole stupire o urlare ma convincere, far aprire gli occhi.

INTERVENITE NUMEROSI.
La Redazione

leyla libroLeyla-vicepresidente