29-11-2012
Pressochè ovunque, web giornali e non solo,  stanno parlando di questa legge che parifica i diritti dei bambini nati dentro e fuori dal matrimonio, mentre ben pochi sanno che l’Italia è stata duramente ripresa più volte dalla comunità europea che questo importante passo l’ha già compiuto da vario tempo.
In sostanza siamo certamente il  fanalino di coda di una comunità che appare sempre più svelta, più sensibile ed evoluta di noi e se per un verso è giusto riconoscere che è bene gioire di una “buona” legge, dall’altro è indispensabile riscontrare l’intempestività e la scarsa attenzione di chi governa il nostro amato paese e non per spirito di critica ad oltranza, ma per i molteplici esempi che cogliamo anche in altri ambiti. Siamo troppo spesso gli ultimi, mai coraggiosi o intuitivi “apripista” ma solo “tardivi replicatori”. Ecco perchè l’applauso perde un po della sua naturalezza.

Siamo gli ultimi perché…
Perché ? Perché…perchè perchè ci sono tanti perché, il primo è certamente quello rappresentato dalle resistenze degli schieramenti che per lungo tempo hanno considerato che le scelte dei genitori dovevano ricadere sui figli, e non v’è dubbio! Poi ultimo ostacolo abbattuto a maggioranza riguarda “i figli nati dall’incesto”, questa la querelle che a gran voce ancora si sostiene sia l’aspetto peggiore della nuova legge. E, non per voler quietare nessuno, però è giusto sapere che se la legge non fosse passata in toto, sarebbe ancora lì bloccata, e che nei casi di “incesto”, il giudice ha assolutamente pieno potere di raccogliere dichiarazioni e umori delle parti e può valutare di volta in volta e in totale autonomia se sia il caso o meno di applicare la legge, a seconda delle valutazioni complessive del caso. 
Figli uguali e non più di Serie A o di Serie B 
L’uguaglianza è l’aspetto sostanziale che garantisce alla discendenza gli stessi benefici, i figli nati in circostanza di matrimonio o meno, potranno ereditare da papà e mamma, ma anche dallo zio d’America e avranno nonni e zii come i legittimi, aspetto prima escluso. Così anche i figli adottati rientrano nella categoria dei “bambini uguali agli altri”, insomma diciamo che a parte le ingerenze di una cultura di taglio religioso che tipicizza il nostro paese, questa legge è passata anche perchè l’esempio d’oltralpe garantiva a noi italiani, ultima ruota del carro…un consolidato e nessuna responsabilità in caso d’errore. Abbiamo copiato il compito e l’abbiamo consegnato pure in ritardo ! 
Diciamo le cose come vanno dette 
Le istituzioni non hanno lavorato mai in chiave di anticipazione dei bisogni né tantomeno con tempestività si sono fatte influenzare (totalmente insensibili) dalle tendenze/necessità della società. Così, mentre i figli di Serie A e di Serie B sono scomparsi
e ora sono tutti nel vagone di prima classe, permangono invece, in caso di separazione, i genitori di Serie A e di Serie B, i primi in prima classe coi figli, i secondi nel vagone bestiame.
Figli uguali, ma genitori no
Prendono corpo i genitori di due mondi, di due qualità di due livelli d’importanza, quelli di serie A: quelli primari, a cui vanno figli, casa e denaro, e quelli di serie B: quelli di “Servizio”, che pagano e perdono di vista i loro figli perché così si vuole nel nostro amato paese, ove esiste una pesantissima discriminazione nei fatti, nelle sentenze e nel comune antico modo di vedere il diritto minorile, che individua e impone la sufficienza affettiva nella sola figura MATERNA, la quale è protagonista pressochè incontrastata e tiene il Centro della scena separativa, mentre al Margine si parcheggia la figura PATERNA, alla periferia degli affetti e alla periferia della cura dei figli. Un padre, inibito di fatto dal poter compiere il suo ruolo, dirottato a forza su un binario morto dell’educazione e smistato nel binario della sussistenza, così  per i nostri figli diviene un genitore di scarso riferimento anche e soprattutto in termini di frequentazione e conseguente radicamento affettivo da parte dei figli stessi.
La brillante legge sull’uguaglianza dei figli 
Rappresenta il lato di una medaglia lucida solamente da un lato, che necessiterebbe di un potente anticalcare sul lato opposto, incrostato all’inverosimile. Prodotto di una cultura passatista e non più in linea nè con l’Europa né col senso più ampio del diritto Minorile, e men che meno col nostro tempo, col “Qui e ora” dei nostri giorni, che prevederebbe stando le leggi: due genitori e non uno, accanto ai figli, anche dopo la separazione.

Figli UGUALI, ma UGUALMENTE discriminati

Ecco che perdere un genitore se papà e mamma decidono di separarsi diviene consuetudine, soprattutto ove impera l’egoismo e uno dei due, fregandosene bellamente della crescita sana ed equlibrata del proprio figlio, si dedica al conflitto con l’altro genitore. La prassi conflittuale, accompagnata da un metodo rodato dei nostri tribunali, fa emergere un eccedenza che si trasforma in un rito sacrificale ove nel 90% dei casi il Padre è il protagonista.
Passa così la cultura del paese finto emancipato, ma realmente tardo medioevale.
Ma almeno, nel nostro paese ora i figli sono tutti uguali e in caso di
separazione tutti ugualmente espropriati di un genitore. 
E ora, aspettiamo un altra legge per la parità genitoriale o ci diamo da fare diversamente? Questo il quesito per il futuro immediato.
Roberto Castelli 

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