SOLO IN PIEMONTE OLTRE 3000 BAMBINI ORFANI CON GENITORI VIVI

– VIGNALE (PDL) PRESENTATO UN DOSSIER SUGLI ALLONTANAMENTI IN PIEMONTE. PRESENTATI COSTI, DATI E PROPOSTE PER PORTARE UNA RIVOLUZIONE COPERNICANA DELLE POLITICHE FAMIGLIARI.

In Piemonte una donna è stata allontanata dalle proprie figlie perché ascoltava troppo Radio Maria e amava un cartone animato, Lady Oscar.

La donna, si è rivolta spontaneamente ai servizi sociali per maltrattamenti da parte del marito, e dopo appena tre mesi dalla disposizione di inserimento in comunità con le figlie, il Tribunale dei minori, su consiglio dei Servizi Sociali, ha avviato l’iter per la messa in adozione delle figlie e l’allontanamento della madre.

Questo è solo l’ennesimo caso di errori di un sistema oramai andato in corto circuito dove i servizi sociali hanno svolto una perizia repentina e provvisoria senza tenere conto dei fattori (violenza, drammi famigliari, difficoltà di approccio nell’inserimento, come rilevato dalle perizie psichiatriche) che hanno coinvolto madre e due bambine disponendone un allontanamento immotivato e senza cause accertate

È oramai evidente che il recupero della genitorialità, inteso come azione di promozione e sostegno della famiglia, non sia oggi tra le priorità di intervento e azione del Tribunale dei Minorenni né dei servizi sociali.

Solo nel 2009 Piemonte all’interno delle comunità erano presenti 1182 e 1532 erano in affidamento famigliare (quasi 3000 in tutto). Questo ha comportato una spesa per l’ente pubblico di quasi 8 milioni di euro ( 430 euro al mese a famiglia) per gli affidamenti e di oltre 43 milioni di euro per l’inserimento in comunità (100 euro al giorno per ogni bambino).

Se è evidente che dietro la torta di oltre 43 milioni di euro vi siano degli interessi economici di alcuni e si verificano casi in cui chi è chiamato a controllare lo stato dei minori in comunità è al tempo stesso consulente della comunità, il dato più grave è che ogni anno il 70% dei minori allontanati avrebbe potuto rimanere con i propri genitori.

Infatti il 63% degli inserimenti in struttura è dovuto ad inadeguatezza/ incapacità genitoriale (40%), sospetti di abuso (10%), assenza di una rete famigliare adeguata o problemi giudiziari di uno o entrambi i genitori. Tutti motivi, che, con un’adeguata azione domiciliare dei servizi sociali avrebbero potuto esser evitati salvando così migliaia di minori di casi. Il dato è confermato dal 52% di casi di allontanamenti che in meno di un anno tornano in famiglia.

Interrompere questa sequela di allontanamenti evitabili per la Regione Piemonte non avrebbe alcun costo, ma anzi comporterebbe un aumento delle assunzioni, una riduzione della spesa e la serenità per migliaia di famiglie. Calcolando infatti, con lo stesso costo di un minore inseguito in comunità si potrebbero assumere 2 operatori sociali in grado di seguire a domicilio ogni sospetto o caso di incapacità genitoriale 24 ore alla settimana. Questo significa che ogni anno, evitando l’allontanamento ad almeno 150 minori, la Regione risparmierebbe 5 milioni di euro assumendo contemporaneamente 220 operatori sociali.

Per questo motivo abbiamo predisposto un disegno di legge che per la prima volta in Italia garantirà, nei casi di sospetti abusi o incapacità genitoriali, istituirà un Osservatorio regionale delle politiche famigliari, ente indipendente che potrà censire i singoli casi di allontanamento al fine di dare importanti contributi per una più corretta azione di tutela e sostegno alla famiglia.

È infatti necessario invertire il passo e far si che la genitorialità non sia considerata una mera concessione statale che in ogni momento può essere revocata ma sia giudicata come parte integrante di una famiglia e fondamento per una crescita serena dei figli.

Tratto dalla pagina di facebook del Consigliere regionale gian luca Vignale