A partire da marzo 2011 nei processi civili ad alta conflittualità si dovrà tentare la conciliazione obbligatoria. Un procedimento che si sta regolamentando in questi giorni (tariffe, scuole di formazione, caratteristiche degli enti mediatori) e che si affiancherà alla conciliazione volontaria e a quella che dovrà fare il giudice. Quindi tutti gli avvocati dovranno a breve informare i propri clienti che esiste un modo stragiudiziale per risolvere le loro cause, se queste rientrano nella lista.
CONCILIAZIONE OBBLIGATORIA, PUNTI CHIAVE – Il Sole 24 Ore offre un interessante specchietto sulla procedura di conciliazione obbligatoria in vigore dal prossimo marzo per dirimere le liti. I litiganti potranno rivolgersi ad enti di mediazione privati o pubblici e se giungono ad un accordo, questo deve essere comunque ratificato dal giudice. Gli enti di mediazione devono avere particolari requisiti (come essere composti da almeno 5 mediatori laureati o iscritti ad un ordine professionale) e devono essere iscritti in un apposito registro.
Se probabilmente cadono in questo contesto le denuncie per diffamazione, non ci è dato sapere con certezza, però, se fra tali processi siano inclusi quelli per separazione, chi avesse notizie ulteriori e certezze in merito è invitato a contattarci.
La redazione
Sono escluse le separazioni, almeno per quanto riguarda l'affido dei figli. Il d.l. 28 che istituiva la conciliazione parla di "controversie familiari" ma i diretti interessati (Prof. Marinelli, titolare dei corsi abilitativi al ruolo di Conciliatore; Sen. Gallone, Commissione Giustizia) chiariscono che si intendono le sole controversie patrimoniali.
Sicuramente la conciliazione è applicabile ad esempio per una divisione d'eredità, in via teorica potrebbe essere applicata agli aspetti economici della separazione, ma non è dato di sapere se i tribunali ordinari e minorili rivendicheranno la competenza per assegni ed assegnazione di immobili all'interno dello stesso procedimento che stabilisce l'affido.
Come in altre occasioni si attende un pronunciamento della Cassazione per stabilire l'orientamento prevalente.
La brutta notizia CERTA, comunque, è che per l'affido si continuerà con il coltello fra i denti.