Dicembre 2010 –
Ventisette raccomandazioni per arrivare ad un quadro normativo europeo basato su standard di protezione elevati per i minori stranieri non accompagnati, che garantiscano parità di trattamento in tutti gli Stati membri. E’ questo l’obiettivo dello studio comparato, condotto in 8 Paesi – Spagna, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Ungheria, Italia, Romania e Svezia – realizzato da France Terre d’Asile, Cir (Consiglio italiano rifugiati) e iRed (Institute for rights equality & diversity”, presentato oggi a Roma durante il convegno “Quali politiche europee per i minori non accompagnati”, promosso dal Consiglio d’Europa, da France Terre d’Asile, Cir e Provincia di Roma. Nello studio di 160 pagine, condotto da gennaio a luglio 2010 comparando legislazioni e pratiche negli 8 Stati membri, vengono illustrate le diverse situazioni e fornite una serie di raccomandazioni in materia di “raccolta dati, conseguenze delle leggi migratorie sui minori – ha spiegato Laurent Delbos, dell’organizzazione France Terre d’asile -, diritto d’asilo e protezione internazionale, tratta e sfruttamento, le diverse pratiche per determinare l’età dei minori, la presa in carico nei territori”.
Ventisette raccomandazioni per arrivare ad un quadro normativo europeo basato su standard di protezione elevati per i minori stranieri non accompagnati, che garantiscano parità di trattamento in tutti gli Stati membri. E’ questo l’obiettivo dello studio comparato, condotto in 8 Paesi – Spagna, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Ungheria, Italia, Romania e Svezia – realizzato da France Terre d’Asile, Cir (Consiglio italiano rifugiati) e iRed (Institute for rights equality & diversity”, presentato oggi a Roma durante il convegno “Quali politiche europee per i minori non accompagnati”, promosso dal Consiglio d’Europa, da France Terre d’Asile, Cir e Provincia di Roma. Nello studio di 160 pagine, condotto da gennaio a luglio 2010 comparando legislazioni e pratiche negli 8 Stati membri, vengono illustrate le diverse situazioni e fornite una serie di raccomandazioni in materia di “raccolta dati, conseguenze delle leggi migratorie sui minori – ha spiegato Laurent Delbos, dell’organizzazione France Terre d’asile -, diritto d’asilo e protezione internazionale, tratta e sfruttamento, le diverse pratiche per determinare l’età dei minori, la presa in carico nei territori”.
Si suggerisce, ad esempio, per la difficile raccolta dei dati sui minori non accompagnati (in Italia si parla ufficialmente di 5000 minori, ma le organizzazioni pensano siano almeno il triplo), di istituire “uno strumento di raccolta statistica unico, utilizzabile in ogni Paese”. Tra le 27 raccomandazioni, quella di “vietare il respingimento dei minori non accompagnati alla frontiera”, “vietare qualsiasi forma di detenzione”, “designare tempestivamente un rappresentante legale alla frontiera”, garantire “l’accesso alla protezione sociale” e il “diritto di soggiorno nel territorio fino alla loro maggiore età”. Ma anche “proibire l’allontanamento forzato” e favorire invece “il ritorno volontario” (“solo 5 rimpatri assistiti ogni anno in Italia”, come riferito da Giuseppe Maurizio Silveri, presidente del Comitato per i minori stranieri”. Altre raccomandazioni riguardano la possibilità di accedere facilmente alla procedura per il diritto d’asilo e assicurare protezione ai minori che cadono vittime della tratta, questi ultimi purtroppo “in aumento in tutta Europa”, come affermato da Kristine Goosens, rappresentante della attuale presidenza belga dell’Unione europea, che ha molto contribuito, proseguendo il lavoro della presidenza spagnola, all’attuazione del Piano d’azione per i minori non accompagnati pubblicato dalla Commissione europea il 5 maggio 2010.
“E’ essenziale avere informazioni condivise sui minori condivise da tutti gli Stati membri – ha detto Goosens -. E’ necessaria la formazione degli operatori alle frontiere e servono ricerche accademiche per una corretta valutazione dell’età dei minori”. Christopher Hein, direttore del Cir (Consiglio italiano rifugiati), si è detto però “molto preoccupato per la chiusura delle frontiere esterne dell’Ue, e le operazioni alle frontiere greche e turche, che avranno un grosso impatto sui minori non accompagnati che viaggiano da anni per arrivare in Europa”. Come i ragazzi afgani, in Italia “cresciuti a dismisura”, insieme a egiziani, marocchini, tunisini e iracheni.
“E’ essenziale avere informazioni condivise sui minori condivise da tutti gli Stati membri – ha detto Goosens -. E’ necessaria la formazione degli operatori alle frontiere e servono ricerche accademiche per una corretta valutazione dell’età dei minori”. Christopher Hein, direttore del Cir (Consiglio italiano rifugiati), si è detto però “molto preoccupato per la chiusura delle frontiere esterne dell’Ue, e le operazioni alle frontiere greche e turche, che avranno un grosso impatto sui minori non accompagnati che viaggiano da anni per arrivare in Europa”. Come i ragazzi afgani, in Italia “cresciuti a dismisura”, insieme a egiziani, marocchini, tunisini e iracheni.
http://www.toscanaoggi.it/news.php?IDNews=21321&IDCategoria=1
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