“LO SPECCHIO DI JICA”
Prende corpo il lavoro di Sara Galea in questo libro delle edizioni R.E.I., presente nel catalogo ebook.

La pubblicazione arricchisce un panorama che certamente fino a poco tempo fa era pressochè privo di testimonianze analoghe, un mondo che apre spazi di discussione e analisi di una società che si muove e che in questi anni pare stia diventando (fortunatamente) un fenomeno di riflessione collettivo, nutrimento ed humus per uno spazio di crescita e la consapevolezza di tutti, spazio purtroppo fecondo, della scrittura che definirei di “emergenza sociale” da condividere con grande attenzione.
Un libro come questo scritto con doti di sensibilità notevoli e capacita narrative non comuni dalla scrittrice Sara Galea, passa attraverso l’esposizione in prima persona di Cerasela Jica una donna e madre e compie una riflessione radicata nella difficile realtà che coinvolge pressochè tutti i genitori separati con una testimonianza lucida introspettiva ed esploratrice di dinamiche talmente comuni che ha le caratteristiche utili per coinvolgere tutto il pubblico dei lettori italiani, uno specchio, quindi, in cui ogni persona separata con figli potrebbe riflettersi ed intravvedere potenziali scenari comuni a tantissime ex coppie da non sottovalutare, ma non solo, il fenomeno delle separazioni, con figli, rappresenta un “evento” che non conosce pause nella nostra società e, anzi, prende sempre più spazio in una escalation sociale permanente, al punto che ci rendiamo conto della difficoltà delle istituzioni nel gestire “il prodotto” delle separazioni proprio attraverso l’analisi di spezzoni di realtà qui esposti.

Stati d’animo, riflessioni sensibili, dialoghi epidermici che ai più potrebbero risultare sconosciuti, eppure concrete testimonianze di un mondo che respira accanto a tutti noi, accanto anche a coloro che la separazione non li ha per nulla sfiorati, ma, dati alla mano, non possono per certo dirsi immuni dal potenziale contagio.

La Redazione

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Cosa è questo libro? Un libro inchiesta che va ad analizzare la separazione coniugale, le sue dinamiche e le modalità con le quali viene affrontata. Questo libro ha vissuto /subìto molteplici trasformazioni nel corso di scrittura in quanto il delicato argomento che ho deciso di affrontare s’inerpicava tra le molteplici necessità di “approfondire”
In principio doveva essere soltanto la biografia di Cerasella Jica.
La sua storia è splendidamente e ferocemente irreale, quasi inverosimile, utopistica, tanto che quando assumevo le informazioni stentavo quasi a credere che potesse essere vera. In seguito si è trasformato in una comparazione della sua storia con un dossier di testimonianze di padri e madri separati, per esplodere, in fine, nelle dichiarazioni terrificanti di figli di separati che hanno voluto donarci la loro sofferenza con la speranza di sensibilizzare tutte le persone che stanno vivendo, o vivranno, una separazione coniugale.

La speranza è quella di far meditare sul dolore ed i reali disagi psicologici che i figli subiscono dai comportamenti sconsiderati di questi genitori impazziti e prigionieri all’interno di una follia creata da loro stessi. E’ un confronto analitico che si crea nel corso di scrittura, leggendo ciò che arriva pagina dopo pagina.
La mia figura si presta, oltre che per dare voce ai vari componenti di questo corso, per instradare delle riflessioni che, secondo il mio giudizio, sono emerse dalle scene vissute e alle quali ho offerto l’opportunità di diventare testimonianza reale.
In questo libro vive l’arroganza di voler essere lo schiaffo che apre gli occhi a chiunque si sia perso, o si stia perdendo dentro un malessere che, in maniera visibile e non, è creato dall’egemonia del potere economico, dalla superbia e dalla mancanza di umiltà. Compaiono altresì, il professor Maglietta, il procuratore Fabio Petrolati, lo psicoterapeuta Massimo Impicciatore, con una relazione che indagherà sulla famiglia.


Presentazione di Marino Maglietta:

Individualità e coralità. Una voce, fra tante voci. Un tema di molti, una voce che lo racconta, con la semplicità di chi riesce ad appianare anche gli eventi più drammatici, di chi riesce a farsi una ragione di ciò che le è capitato, accettando il proprio destino come qualcosa cui non serve ribellarsi, ma di cui ci si deve in tutta modestia fare carico, assumendo le proprie responsabilità.

Un dialogo fra donne ne è l’ossatura principale, in cui l’intervistatrice, pur non volendolo, non nasconde la propria forte personalità, che emerge nella scelta delle domande, sensibilità agli stati d’animo altrui, conduzione della conversazione, momenti di pausa. Un dialogo fra donne, ma non solo di donne. E non solamente per la seconda parte in cui escono in primo piano anche racconti al maschile, ma perché gli uomini sono sempre presenti, anche nel racconto di Cerasella, in tutta la gamma dei ruoli che la loro interazione con la protagonista ha comportato.

Ma, soprattutto, racconti di vita condizionati dall’esistenza e dalla presenza dei figli, che ne sono i veri protagonisti. Ogni scelta, ogni gioia e ogni delusione sono vissute nel loro nome. E il grido di protesta per i diritti negati è sempre e soprattutto protesta per il loro dolore. È un libro che insegna – o dovrebbe insegnare, non si può che augurarselo – ai genitori come agli educatori, ma soprattutto a coloro che sono chiamati ad assumere le decisioni che riguardano la famiglia, a mettere le cose nel giusto ordine di importanza.

Tratto da Cerasella Jica ‘’ il momento della separazione’’…Finalmente a maggio 93 è arrivata la tanto agognata e sospirata separazione. Aurora ed io ci siamo recate in tribunale, eravamo agitate, eravamo piccole, arrivate lì abbiamo trovato l’avvocato con i carabinieri, mi sono sentita gelare. Li aveva chiamati per monitorare Paolo, i suoi comportamenti passati facevano temere qualche atto violento. Si potrebbe pensare che, dopo, tutto sarebbe andato per il meglio ma lì ho fatto un’altra scoperta, l’avvocato ci aveva costruito una giudiziale che non serviva, infatti, noi eravamo d’accordo su tutto, ed il suo assistente ce lo fece notare. Fortuna aveva voluto che questo giovane avvocato la modificasse in consensuale andando incontro a quelle che erano le disponibilità economiche di Paolo e, quindi, abbassando la quota del mantenimento. Per tutti gli altri punti anche non ci sono stati problemi, perché Paolo poteva vedere i bambini quando voleva, anche sempre. Ciò che aveva stabilito il giudice a noi non interessava, lui era il papà ed io gli volevo bene.
E così la separazione si accingeva a diventare solo un foglio di carta (sono sincera non saprei neppure dire dov’è ora quel pezzo di carta) e gli accordi li abbiamo presi noi usando il buonsenso e, soprattutto, l’amore per i figli, amore che nessun giudice poteva stabilire.

Amarsi in maniera diversa non significa distruggere una famiglia, allontanare i membri gli uni dagli altri ma significa, soltanto, camminare insieme percorrendo strade parallele. http://edizionirei.webnode.com/librerie/http://globoebook.webnode.it/products/lo-specchio-di-jica/acquistabile on line: http://globoebook.webnode.it/librerie-on-line/