Un mio conoscente ha avuto un incontro di una notte con una signora che l’aveva assicurato prendeva la pillola. Insomma il patto era chiaro. Invece lei non l’ha presa, non ha abortito ed ha fatto istanza di paternita giudiziale (dopo anni). Il mio amico e’ ora sposato e ha un figlio. Vorrebbe resistere, per principio, a questa domanda (anche a tutela del figlio voluto nel seguente matrimonio). Non vuole essere obbligato per legge a paternità coatta (con annessi e connessi soprattutto ereditari), riservandosi, di sua volonta’, una volta cresciuta di spiegare e dare qualcosa alla figlia naturale. La donna ha diritto ad una procreazione cosciente e responsabile (L.194); inoltre il parto anonimo la mette al riparo DE FACTO da maternita’ giudiziali. Nel caso infatti, decidesse di abbandonare il minore partorendolo di nascosto il padre non verrebbe a saperlo e non potrebbe DE FACTO appunto riconoscerlo. Si vorrebbe provare con la consulta, lei che ne pensa e patrocinerebbe in Emilia?

Vedo scarsissime possibilità di successo a coltivare una questione del genere, che sarebbe pur senz’altro molto interessante e di grande rilievo sociale e morale. Anche evidenziando tutti gli elementi a favore diciamo così del padre «involontario», un fatto che purtroppo si verifica molto più spesso di quello che si potrebbe pensare, credo che difficilmente la nostra Corte costituzionale potrebbe ritenerla contrarie a disposizioni della carta fondamentale. Per non dire del fatto che la parte, e il suo avvocato, possono solo chiedere al giudice del procedimento in corso di mandare la questione alla Corte, ma il giudice non è obbligato, anzi deve fare lui un primo giudizio di «non manifesta irrilevanza». Naturalmente, già riuscire a mandare la questione alla Corte sarebbe un primo, importante successo, che potrebbe costituire un punto di riferimento per la trattazione della questione in modo più approfondito in seguito, negli anni a venire. Attualmente, il concetto di base della nostra legislazione è che il figlio che nasce rappresenta comunque la parte debole da tutelare. La figlia di questo tuo conoscente, in effetti, non ha nessuna colpa nè responsabilità relativamente all’ «inganno» perpetrato dalla madre a danno del padre. Quest’ultimo, invece, un suo atto volontario l’ha pur sempre commesso, congiungendosi con la madre e accettando in qualche modo il rischio che le rassicurazioni sulla esclusione della gravidanza non fossero fondate – è abbastanza noto che alcune, per fortuna poche, donne, purtroppo, non sono sincere al riguardo, altre donne possono basarsi su metodi che non offrono sicurezza al 100% e quindi offrono rassicurazioni in perfetta buona fede che tuttavia poi non impediscono il verificarsi della gravidanza, tanto che si sa che chi vuole più sicurezza sul punto deve provvedere in proprio con il profilattico, che oggi è richiesto anche per motivi sanitari. Patrocinio in Emilia e in tutte le altre regioni d’Italia e mi si può chiedere un preventivo da qui, ma mi sembra una iniziativa davvero assai difficoltosa, tutto sommato sconsiglierei e consiglierei invece la costituzione nel procedimento al fine di trovare al più presto una soluzione consensuale, che come tale è comunque migliore per tutte le parti protagoniste della vicenda, e può anche determinare l’abbassamento delle spese legali.http://blog.solignani.it/2011/01/27/si-puo-impugnare-per-incostituzionalita-la-regola-che-collega-la-paternita-legale-a-quella-biologica/