Firenze, 15 febbraio 2011 – E’ stato uno dei padri separati più combattivi, per sancire il diritto del figlio a stare anche con lui. Fondò un’associazione (che ora si chiama Figlipersempre onlus), intentò una causa contro l’ex moglie accusata di ostacolare i rapporti del bambino col genitore non affidatario e soprattutto il suo maschietto fu il primo ammesso alla corte con un proprio avvocato. E’ un pediatra, si chiama Vittorio Vezzetti, e ha da poco scritto un romanzo denuncia che si chiama “Nel nome dei figli”, un libro che solo attraverso il passa parola ha venduto tremila copie in poche settimane
(http://www.nelnomedeifigli.it/).
Perchè ha deciso di scrivere un libro in forma di romanzo?
“Mi sembrava uno strumento utile per fare un’analisi a 360 gradi del mondo della separazione in Italia, e per divulgare nozioni giuridiche, psicologiche, pedagogiche che molti non conoscono.”
Che esperienza personale ha avuto?
“Come tantissimi padri mi sono trovato a suonare un campanello per prendere mio figlio senza che nessuno mi rispondesse. Il bambino aveva tre anni. Dunque con altri padri creammo un’associazione e cominciammo una battaglia”
Ci sono solo padri? “No, ora la metà dei soci sono donne. Le donne più emancipate sono le prime a combattere una battaglia per la bi-genitorialità, come dimostrano i paesi più evoluti. Da noi invece gli estremi si attraggono, e gli uomini molto conservatori si alleano con la riserva indiana della maternità assoluta. Molte donne le direbbero che tanti papà sono però assenti. E noi combattiamo anche contro di loro, ma alla fine è il sistema che li aiuta: è talmente difficile far valere i propri diritti che è facile arrendersi.”
Lei costituì suo figlio parte civile: non è un po’ rischioso mettere in mezzo i bambini?
“E’ soprattutto per rispettare il diritto dei figli, che combattiamo questa battaglia. E allora è giusto che abbiano un loro difensore.”
Come è andata a finire la sua storia?
“Bene, dopo un anno la mia ex moglie ricominciò a darmi mio figlio. Ma fu grazie all’enorme esposizione mediatica che ebbe il mio caso, non certo per le sentenze dei giudici.”
Quale dovrebbe essere la via legale da seguire?
“Quella che seguono in Svezia, per esempio, dove il problema dei figli contesi non esiste perchè il 95,7% delle separazioni si risolvono con un accordo davanti al giudice: il tempo viene diviso a metà fra papà e mamma e l’assegno viene dimezzato. E se non c’è più l’arma di speculazione sugli affetti, non c’è neanche il conflitto.”
Potrebbero rispondere che molti padri preferiscono non occuparsene, di fatto
“Ma anche in Svezia, ai tempi dei vichinghi, i papà probabilmente non cambiavano i pannolini. Ma prima o poi bisogna cominciare.”
Gli avvocati della Camera minorile sono abbastanza contrari all’affidamento condiviso, dicono che così i bambini si sentono disorientati. Lei che è anche un pediatra cosa ne pensa?
“Che non c’è alcuna evidenza scientifica. Ma purtroppo da noi la scienza non riesce a entrare in contatto con il diritto.”
Quanto pesa, in Italia, la cultura cattolica?
“Il mio più grande alleato è un frate che insegna all’università cattolica. Chi pensa che un figlio debba avere due genitori, un papà e una mamma, e che non debba essere trattato come un bottino di guerra, non può che essere d’accordo con noi.”
Nei prossimi giorni Vittorio Vezzetti farà una specie di tour con esperti e protagonisti: venerdì 18 febbraio alle 21 nel Comune di Capannori, sabato 19 nel comune di San Sepolcro (ore 17), domenica 20 febbraio nel Comune di Arezzo (ore 15). Per i particolari http://www.nelnomedeifigli.it/.
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