Quella che vi proponiamo è una (delle tante) storie vere, di vita (da incubo) vissuta da un padre, uno dei tanti che ha avuto la sfortuna di costruire il suo progetto genitoriale accanto ad una donna che, dopo la maternità, si è rivelata essere ben diversa da quella che appariva.
Riportiamo di seguito un esposto alla Procura di un TpM: non importa di quale città italiana si tratti, né – tantomeno – i nomi delle parti coinvolte; in molti potranno, sfortunatamente, riconoscersi nella descrizione di quell’inferno quotidiano. L’inferno è il doversi rapportare, oltre che con una “ex” minacciosa, vendicativa e subdola, anche – e soprattutto – con istituzioni del “divorzificio” prigioniere di quella cappa culturale che ottunde le menti, impedisce ai sensi di percepire, all’intuito di cogliere i segni dell’idoneità od inidoneità genitoriale; quel dogma instillato nell’immaginario collettivo da decenni di “empowerment femminil-materno” e di pestaggio morale anti-maschile/paterno, secondo cui la propensione materna di una donna è talmente scontata da non poterla negare neanche di fronte all’evidenza più allarmante; anche quando la donna in questione si palesa “deviante” sotto tanti punti di vista (quella che le nostre nonne – che del polticamente-corretto se ne fregavano, che erano cresciute in un’epoca di pre-rimbecillimento femminista e che dicevano pane-al-pane-e-vino-al-vino, senza giri di parole – chiamavano una madre “degenere” o “snaturata”), anche allora ogni operatore chiamato a decidere non riesce a vincere il tabù culturale costituito dal preferirle, nel rapporto con i figli, un padre.
Sì, perché di madri che vengono controllate, “contingentate”, parcellizzate, sorvegliate nel rapporto con i figli, ce ne sono: ma sempre a favore di un’istituzione neutra, di un’entità senza Genere, in modo che non ne risulti un confronto diretto col padre e che giammai questi possa risultare “migliore”; allora i figli vengono affidati a case-famiglia, o anche ai nonni. E difatti, in questa storia che vi proponiamo, c’è una funzionaria ASL che, una volta constatata l’inidoneità materna e l’idoneità paterna, cosa propone? DI TOGLIERE I BAMBINI ANCHE AL PADRE; perché quella di lasciarglieli – preferendolo alla madre – è sentita come un’OFFESA INTOLLERABILE alla donna in questione.
Così come – per la stessa psico-cappa che avvolge questi operatori – risulta impossibile percepire, ammettere, riconoscere, vincere l’incredulità, lo scetticismo, circa l’APERTA, CLAMOROSA VIOLENZA QUOTIDIANA che questo padre riceve da quella madre; e disporre, di conseguenza, quelle misure di protezione che scattano, con facile e scontato automatismo, a parti invertite.

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA C/O TRIBUNALE PER I MINORENNI DI
XXXX

Io sottoscritto XXXX XXXXX, nato a XXXX il XX-XX-XX e residente a XXXXXX in via XXXXXXX, ad integrazione di quanto denunciato a codesta stessa Procura in data 15 dicembre 2010 , devo aggiungere quanto segue:
Le violenze della sig.ra XXXXXXXXXX proseguono senza alcun controllo, sanzione, prevenzione e/o attività di contenimento da parte di Carabinieri, Servizi Sociali, Tribunali, o qualsiasi altra struttura alla quale io possa essermi rivolto per chiedere aiuto. Ad oggi non è prevista alcuna misura di protezione, nonostante le ripetute segnalazioni e denunce presso ogni sede competente.
La madre continua a prelevare i bambini al di fuori di giorni ed orari previsti dalle modalità di frequentazione stabilite per sentenza, violando il dispositivo giuridico; li prende esercitando su di me violenza fisica, psicologica e verbale, minacciando ed insultando, scagliandosi con calci e pugni contro la porta della mia abitazione, danneggiando il camper ed altri beni di mia proprietà e facendo irruzione nello stabile di via XXXXXXXX ad ogni ora del giorno e della notte.
Dichiara di riportare i bambini ma disattende sistematicamente le sue promesse, causando nei minori ripetute destabilizzazioni delle loro abitudini. O li riporta diverse ore oltre gli orari previsti in sentenza facendo loro saltare la cena, i compiti e le attività extrascolastiche, o non li riporta affatto. Quando i figli sono con lei impone la violazione degli obblighi scolastici, non facendo loro frequentare le scuole presso le quali sono iscritti.
Attualmente la mia ex moglie ha stabilito la propria residenza a Londra. È ben nota presso le Autorità Locali e presso le Autorità Diplomatiche italiane a causa delle 4 sottrazioni di minore che ha effettuato verso l’Inghilterra, gli arresti, i processi, le condanne ed i 4 consecutivi rimpatrii.
In data 9 febbraio ricevevo comunicazione del Consolato Italiano in Inghilterra, nella persona della funzionaria dei Servizi Sociali dott.ssa XXXXXXXXXX, la quale mi allertava in merito al concreto rischio di una ennesima sottrazione: la sig.ra XXXXXXXXXX le aveva mostrato il biglietto aereo per Roma, lasciando intendere che fosse intenzionata a tornare in Italia al solo scopo di prendere i bambini e portarli via. Nonostante i ripetuti allarmi nessun provvedimento di protezione è stato ancora emanato, pertanto la madre è ancora abilitata a prelevare i figli senza alcuna misura precauzionale (consegna del passaporto, incontri protetti presso i SS) e non ho alcuno strumento legale per prevenire l’ennesima violazione.
In data 12 febbraio si presentava presso la mia abitazione e prelevava i bambini con le solite modalità aggressive, minacciose e violente, riportandoli dopo le 21,30.
Il giorno successivo, domenica 13, li prelevava nuovamente irridendomi con la promessa di riportarli la sera stessa entro le 18,30 come previsto dal Tribunale. Non li ha fatti rientrare affatto, illegalmente trattenuti come innumerevoli altre volte. In data 15 febbraio mi recavo presso i Servizi sociali di XXXXXXXXXX, ove incontravo casualmente la mia ex moglie ed i bambini.
La dott.ssa XXXXXXXXXX proponeva un colloquio, nel corso del quale la madre dichiarava che XXXXXXXXXX in realtà non è mia figlia e vuole riportarla dal vero padre. Apprendevo quindi che i tentativi di sottrazione sarebbero finalizzati ad escludermi dalla vita di tutti e tre i bambini. Al termine del colloquio la madre si è rifiutata di farmi riprendere i figli, alla presenza della dott.ssallo XXXXXXXXXX che ha affermato di dover stendere una relazione in merito.
In data 16 febbraio sono stato contattato telefonicamente dalla dott-ssa XXXXXXXXXX la quale mi informava che madre e figli erano ancora presso di lei. Non mi proponeva il ripristino della legalità attraverso il rientro dei minori nel contesto abituale stabilito per sentenza, bensì chiedeva la mia autorizzazione (?) affinché i bambini potessero entrare in casa per prelevare degli abiti, proponendo di allargare le visite oltre quanto stabilito dal Tribunale ed avallando di fatto che la madre potesse continuare a trattenerli illegalmente. Nello stesso colloquio la dott.ssa
XXXXXXXXXX mi anticipava che avrebbe suggerito al Tribunale di collocare i minori in istituto.
Singolare: il padre è perfettamente in grado di occuparsi della prole, che dimostra innegabili benefici tratti dalla stabilità del modello paterno (positivo inserimento scolastico, abitudini consolidate, attività extrascolastice ludiche e sportive) in contrapposizione con la cronica instabilità del modello materno per quanto attiene a soluzione abitativa, abitudini alimentari, cure sanitarie, orari e regole di vita. La dott.ssa XXXXXXXXXX, inoltre, è a conoscenza del fatto che la sig.ra XXXXXXXXXX esercita la prostituzione facendo anche assistere i figli alla propria attività (risulta agli atti, evidenza presente anche nella relazione del CTU), ed esiste il
concreto rischio che, per retaggio culturale, non abbia alcuno scrupolo nell’avviare alla prostituzione anche i figli. Sono noti ai Servizi anche i motivi legati alla profonda inadeguatezza genitoriale materna in merito a trascuratezza, assenza di cure ed igiene, precarietà e promiscuità delle sistemazioni abitative ed oggettivi pregiudizi derivanti per i minori, tanto gravi da indurre il Tribunale di XXXXXXXXXX ad invertire il genitore prevalente dopo averlo inizialmente individuato, come da prassi, nella madre.
Quindi, ben diverse garanzie offrono i genitori in merito al benessere dei minori; siccome però la madre si accanisce nel destabilizzare l’equilibrio faticosamente raggiunto dai figli, attraverso ripetute violazioni della legalità, la soluzione non è quella di proteggere e sostenere il genitore affidabile ma diventa quella di togliere i figli ad entrambi.
La sig.ra XXXXXXXXXX continua a godere di un inspiegabile favor.
Continua ad essere apertamente violato il pronunciamento del Tribunale di XXXXXXXXXX, sia in merito all’affidamento (collocamento presso il padre) che in merito alle modalità di frequentazione materne (date ed orari mai rispettati). Violati inoltre gli obblighi scolastici ed interrotte le cure mediche prescritte alla piccola XXXXXXXXXX ed i percorsi avviati presso il Bambin Gesù per gli altri due figli XXXXXXXXXX e XXXXXXXXXX .

Sono pendenti a carico della mia ex moglie:presso il Tribunale per i Minorenni di XXXXXXXXXX, istanza di ablazione della potestà genitoriale, presso il Tribunale ordinario di XXXXXXXXXX, istanza di divorzio con relativa modifica delle modalità di frequentazione,
presso la Procura della Repubblica, denuncia per atti persecutori ,
presso la Procura della Repubblica, diverse denunce da parte di numerose finanziarie truffate
Nonostante tutto la sig.ra XXXXXXXXXX continua ad agire imperterrita nella sua persecuzione ai miei danni e nella violazione dei diritti dei minori, senza che Servizi Sociali ed AAGG intervengano concretamente.

Mi chiedo quale discriminazione possa essere in atto.
Se io avessi compiuto solo la metà delle azioni illegali, persecutorie e violente, potrei godere della stessa tolleranza che sembra esserci a favore della sig.ra XXXXXXXXXX ?
Il superiore interesse dei minori merita di essere considerato solo se a chiederlo è la madre?
Per quale motivo della stabilità dei bambini non viene tutelata, consentendo ogni violazione?
A ruoli invertiti, quale padre viene lasciato libero di percuotere, minacciare, insultare, perseguitare impunemente la propria ex per anni, senza che venga presa alcuna misura di protezione?
A quale padre viene consentito di effettuare 4 sottrazioni internazionali, senza nemmeno tentare di prevenire la quinta?
A quale padre viene consentito di violare sistematicamente le modalità di frequentazione, anche con modalità violente e persecutorie?

Chiedo, se sia possibile, la certezza del Diritto a prescindere dal genere del cittadino istante:
– misure di protezione
previste dalla normativa antistalking,
– tutela dei minori nelle
frequentazioni con la madre (incontri protetti),
– ogni altra misura utile a garantire ai bambini il mantenimento della stabilità che riescono ad acquisire ogni volta che riesco a riprenderli dalle sottrazioni della madre. XXXX, li 17 febbraio 2011

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