Roma 5 giugno 2012
Care amiche, cari amici

desidero rivolgere un caloroso saluto e, con l’occasione, manifestare il mio apprezzamento all’AGAM, e in particolare al suo Presidente l’avvocato Marcello Adriano Mazzola, al Dott. Vittorio Vezzetti e a tutti coloro che mi conoscono per questa importante iniziativa alla quale, purtroppo, con grande dispiacere, non riesco a partecipare perché oggi più che mai è necessaria la mia presenza in Commissione Giustizia al Senato.
Infatti sta per riprendere l’iter del disegno di legge 957 “Modifiche al codice civile e al codice di procedura civile in materia di affidamento condiviso”

 Ritengo particolarmente significativo che abbiate organizzato un incontro su un tema così importante e che ci sta estremamente a cuore.
Con alcuni di voi ci conosciamo ormai da diversi anni, da quando ho iniziato a seguire i temi che riguardano i minori anche a livello parlamentare e, in particolare, del disegno di legge 957 che contempla le modifiche all’applicazione dell’affido condiviso.
Da quel momento, tutti insieme, stiamo portando avanti quella che considero una vera battaglia di civiltà.
Chi di voi segue più da vicino gli impegni del Parlamento sa bene che in questo periodo i legislatori si stanno occupando di provvedimenti di grande urgenza. Nonostante ciò la commissione giustizia del Senato non si è di certo dimenticata dei minori, il nostro principale interesse.
Intanto abbiamo approvato un altro importante provvedimento
che contiene un articolo che riguarda da vicino le questioni dei genitori separati e dell’affidamento dei figli. Sto parlando del DDL n. 2805, concernente l’equiparazione tra figli naturali, legittimi e adottati, di cui sono stata relatrice. 
Tra le modifiche che abbiamo apportato al testo ricevuto dalla Camera c’è quello importantissimo che riguarda il Tribunale di competenza per l’affidamento dei figli in caso di separazione dei genitori sposati o non sposati: abbiamo stabilito che d’ora in avanti sarà per tutti quello ordinario. I tribunali ordinari sono più accessibili territorialmente di quelli per i minorenni e comunque e’ corretto equiparare i riti.
Si tratta di un primo ma rilevante passo che fa da apripista a una ulteriore rivoluzione: quella dell’istituzione di sezioni specializzate all’interno dei tribunali, il cosiddetto Tribunale della famiglia per l’istituzione del quale abbiamo applicato una procedura d’urgenza che dimezza i tempi del suo iter (in commissione giustizia al Senato è stato già incardinato il ddl). 
 Sapete meglio di me che sin dalla riforma del Diritto di Famiglia, risalente all’ormai lontano 1975, gli operatori del diritto hanno avvertito l’esigenza di giungere ad un ulteriore intervento normativo che riuscisse ad ultimare il processo di equiparazione dello stato giuridico dei figli, nonché l’esigenza di definire in maniera netta l’esercizio della potestà genitoriale in caso di crisi del nucleo familiare. Molteplici sono stati i tentativi portati avanti nelle varie legislature per risolvere un’annosa questione che ha una valenza sociale e morale, oltre che giuridica. Tentativi purtroppo arenatisi, puntualmente, nei meandri delle commissioni parlamentari. Oggi è finalmente arrivato il momento di voltare pagina.
Al più presto, sono convinta, arriverà il momento di voltare pagina anche in materia di affidamento condiviso. Come vi ho già anticipato, il provvedimento è stato nuovamente calendarizzato.

Intanto abbiamo concluso anche le audizioni che si sono svolte nell’ambito dell’indagine conoscitiva relativa al disegno di legge 957.
E vi assicuro che le osservazioni e considerazioni di tutti gli avvocati, ordini, magistrati, associazioni e anche i rappresentanti delle associazioni dei figli, sono state preziosissime. Il vostro contributo è stato fondamentale anche perché, vi confesso, ha consentito a coloro che, all’interno della commissione, avevano assunto una posizione di totale chiusura e non volevano accettare alcun tipo di modifica da apportare alla legge sull’affidamento condiviso, di considerare il provvedimento secondo altri punti di vista. E questo ha portato tutti a mettere in discussione anche le iniziali posizioni e pregiudizi, guardando magari a ciò che hanno fatto gli altri paesi già all’avanguardia in materia di affidamento.

Anche loro si sono accorti che la legge deve essere modificata. In quale misura, ora vedremo.

E nonostante le resistenze che comunque esistono all’interno della commissione, sono sempre convinta che è unanime la volontà di salvaguardare i più piccoli.
Il mio auspicio è che continuando il confronto su ogni aspetto del provvedimento riusciremo a trovare un accordo per il bene di tutti i bambini.
Stiamo lavorando. Con tutta l’attenzione possibile. Per non sbagliare. 

Alessandra Gallone