Conferenza stampa al Comune di Roma

Presentazione dello studio integrale martedì 13 novembre, ore 13

Via delle Vergini, 18 – sala conferenze, III piano

5.031.000 vittime di violenza fisica, 6.155.000 vittime di violenza psicologica, 3.883.000 vittime di violenza sessuale, 2.543.000 vittime di atti persecutori. 
Sono i dati sorprendenti che emergono dalla prima indagine italiana sulla violenza della quale sono vittime soggetti maschili.

L’indagine colma un vuoto conoscitivo nazionale: mai una ricerca analoga è stata svolta da enti istituzionali italiani, mentre all’estero risulta essere un argomento di studio ampiamente approfondito.

Va rilevato come in Italia inchieste, sondaggi e ricerche che analizzano la violenza domestica vengono proposte con continuità a livello istituzionale e mediatico da diversi decenni; considerano però solo l’eventualità che la vittima della violenza di genere sia donna e che l’autore di reato sia uomo. 

Tale informazione, distorta alla sua origine, passa tramite canali ufficiali (media, campagne ministeriali di prevenzione, contromisure legislative) determinando una conseguente sensibilizzazione unidirezionale che relega ad eccezione – spesso neppure considerata – l‘ipotesi che la violenza possa essere subita e/o agita da soggetti di entrambi i sessi.

“abbiamo riscontrato che l’uomo incontra estrema difficoltà nel riconoscersi come vittima” sostiene Fabio Nestola, componente del gruppo di ricerca “pertanto per le vittime maschili esiste un sommerso enormemente superiore al pur considerevole sommerso delle vittime femminili”.

“Contrariamente a quanto accade per le vittime femminili, per l’uomo non esiste alcuna sollecitazione istituzionale a denunciare la violenza subita, nessun centro di accoglienza, nessun numero verde, nessuno sportello di ascolto pubblico o privato” prosegue Nestola, “persino in commissariato, quando prova a sporgere denuncia, l’uomo che ammette di essere vittima della propria compagna ha difficoltà ad essere creduto e si scontra con un atteggiamento di sufficienza, sottovalutazione del fenomeno, spesso anche derisione”. 

 L’indagine è finalizzata a raccogliere elementi di valutazione ancora inesistenti nel nostro Paese, utili a verificare se esista una realtà diversa da quella fondata esclusivamente su condizionamenti, luoghi comuni e pregiudizi.