10/12/2012
L’associazione Genitori Sottratti unitamente al Cordinamento Interassociativo Colibrì, di cui è parte, hanno dato seguito all’iniziativa dell’ Associazione Nazionale Familiaristi Italiani (ANFI) e inviato Raccomandata A/R al Consiglio Superiore della Magistratura, alla Procura Generale presso la Corte di Cassazione, al Consiglio Giudiziario del distretto di Bologna e al Ministero della Giustizia, avente come soggetto: La Giustizia del tribunale dei Minorenni in Emilia Romagna.

L’invito che rivolgiamo ai nostri lettori è di votarla anche voi On-Line e in pochi secondi, cliccando QUI:

Questo il testo della Petizione depositata:

In qualità di cittadini consapevoli del peso che l’azione della Tutela Minori ha nel nostro paese ci rivolgiamo a:

– Consiglio Superiore della Magistratura Prima e Quarta Commissione,

– Procura Generale c/o Corte di Cassazione

– Consiglio Giudiziario Del Distretto di Bologna,

– Ministero della Giustizia

per rappresentare come presso il Tribunale per i Minorenni
dell’Emilia-Romagna, sono in essere prassi non funzionali alla
salvaguardia e realizzazione dell’interesse dei minori e delle loro
famiglie.

Le vicende che con sempre maggiore consistenza e frequenza,
rappresentano le inascoltate istanze dei genitori non sono più
ascrivibili alla categoria dei casi isolati ma disegnano una vera e
propria linea di condotta avversa tanto alla attuazione del “giusto
processo”, quanto a quella di norme di rango nazionale e sovranazionale
sui fondamentali diritti della persona (artt. 3, 30 Cost., 1 della L. n.
184 del 1983 e dagli artt. 6 e 8 della Convenzione CEDU).


 
Così, e a titolo esemplificativo si indica:


1)

il procedimento, in particolare quello relativi all’affidamento
etero-familiare – è caratterizzato da una lunga serie di decreti
provvisori, non reclamabili. Essi non sono funzionali al riavvicinamento
del minore alla famiglia di origine e anzi determinano l’ allungamento
del giudizio ed il formalizzarsi di una situazione di distacco tra
minore e famiglia di origine tale da produrre da questo lato una vera e
propria alienazione parentale, e da quello del giudizio la condizione di
non ritorno funzionale a disporre la adottabilità del minore, quale
“male minore” date le circostanze.


2)

la motivazione dei decreti è spesso sintetica e lacunosa;


3)

vengono disposti allontanamenti dei minori dalla famiglia d’origine
con limitazione della potestà genitoriale sulla base di un decreto
provvisorio ed urgente assunto inaudita altera parte, non preceduto da
un’istruttoria scrupolosa, volta alla verifica dei requisiti stabiliti
dall’art. 333 c.c.

Spesso, il decreto è motivato in modo del tutto sintetico; In esso
viene autorizzato l’uso della forza pubblica; I genitori non ne sanno
nulla, fino a quando viene loro notificato (nei casi migliori) il
provvedimento; L’ascolto dei genitori, da parte del giudice avviene
soltanto a distanza di mesi, e quasi mai dopo l’audizione viene
modificato qualcosa.


4)

il Tribunale Minorile recepisce in modo acritico le
informazioni/relazioni dei Servizi non prendendo in considerazione i
rilievi critici formulati dai difensori


5)

I decreti spesso demandano ai Servizi sociali compiti e funzioni a
carattere decisorio, tali da comportare il rischio evidente di
confusione di ruoli, e di abdicazione del giudice rispetto all’esercizio
della funzione giurisdizionale.


In questo contesto, abbiamo recentemente appreso della avvenuta
notifica al Dr. Francesco Morcavallo, giudice svolgente le proprie
funzioni presso il Tribunale per i Minorenni dell’Emilia-Romagna, di un
provvedimento del CSM con cui gli si contesta la cd. “incompatibilità
ambientale”.

Sono ben note la preparazione e competenza in materia del dr.
Morcavallo, il quale ha dimostrato di sapere e volere operare nel
profondo rispetto delle regole e delle leggi poste a presidio del
benessere del minore e dei propri congiunti.

Se pertanto di “incompatibilità ambientale” si deve parlare essa
riteniamo sia quella esistente tra il sistema poco sopra descritto ed i
principi di giustizia dell’ordinamento. Rispetto a tale stato di cose
il Giudice Morcavallo è di certo in minoranza, ma non per questo in
difetto e non comprendiamo come proprio quel giudice che con ogni sua
forza si adopera per ricondurre l’attività del T.M. di Bologna
nell’alveo della legalità, debba essere punito, invece che sostenuto.

Per questa ragione chiediamo accoratamente alle autorità in
indirizzo ed in primis al CSM di voler approfondire la conoscenza della
realtà descritta.

Chiediamo, di rimeditare la considerazione riservata al giudice dr.
Francesco Morcavallo, così da mantenere nell’esercizio delle funzioni
minorili giudicanti il magistrato che allo stato, applica
scrupolosamente le garanzie costituzionali connesse ai principi del
giusto processo, ciò che consentirà ai cittadini e agli operatori del
diritto di continuare a nutrire fiducia nel ripristino di una piena
funzionalità e legittimità dell’esercizio della giurisdizione minorile
nel distretto di Bologna.



Gabriele Bartolucci

Vice Presidente Ass. di Volontariato Genitori Sottratti Em. Romagna

Roberto Castelli

Resp. P. R. e Comunicazione Coordinamento Interassociativo COLIBRI’ – www.colibrì-italia.it

Ad oggi, si riconoscono in Colibrì le associazioni ed i movimenti:


Ass. Genitori Sottratti Em. Romagna, Ass. per le Nuove famiglie
Cagliari, Movimento femminile per la parità genitoriale, Ass. Nonne e
nonni penalizzati dalle separazioni, Ass.Genitori separati e Figli
Torino, Ass. Aiutiamo le famiglie Roma, Ass. Genitori Separati Novi
Ligure, Ass. Figlipersempre nazionale: Trentino Alto
Adige-Lombardia-Lazio, Ass. Papà separati Torino, Ass. Papà separati
& figli Torino, Ass. Papà separati Asti, Ass. Papà separati Liguria,
Ass. Papà separati Roma, Movimento Papageno (Svizzera), Associazione
Donne2 (Svizzera), Ass. I Comme Identitè I.C.I. (Francia)