Quando si parla di figli contesi la mia mente corre subito al video
shock del bambino portato via con forza dalla famiglia materna che ha
spopolato su internet, o peggio alla storia di Alice una bambina portata
a 20 mesi in Siria dal padre, di nascosto dalla madre, circa un anno
fa, poi è scoppiata anche la guerra e i bambini come Alice sono
giornalmente uccisi e violentati e, per riaverla, alla madre è stato
chiesto dal suo ex compagno un “riscatto” di trecento mila euro. Un
evento sgradevole, anche se è importante ricordare che il fenomeno
legato alla sottrazione internazionale di minore è imputabile nel 95%
dei casi alle figure materne, come emerge dalle statistiche ISTAT,
mentre nel nord Africa è tipico delle figure paterne ove regna il
patriarcato. Indubbiamente di vite familiari spezzate ce ne sono
moltissime e ogni dramma è unico nel suo genere e lascia, quasi sempre,
ferite insanabili soprattutto nei bambini. Per poter comprendere meglio
la situazione ascoltiamo la voce di chi da anni combatte per il
riconoscimento, anche a livello legislativo, dell’importanza della
bigenitorialità, Roberto Castelli, Presidente della Associazione
Genitori Sottratti.
shock del bambino portato via con forza dalla famiglia materna che ha
spopolato su internet, o peggio alla storia di Alice una bambina portata
a 20 mesi in Siria dal padre, di nascosto dalla madre, circa un anno
fa, poi è scoppiata anche la guerra e i bambini come Alice sono
giornalmente uccisi e violentati e, per riaverla, alla madre è stato
chiesto dal suo ex compagno un “riscatto” di trecento mila euro. Un
evento sgradevole, anche se è importante ricordare che il fenomeno
legato alla sottrazione internazionale di minore è imputabile nel 95%
dei casi alle figure materne, come emerge dalle statistiche ISTAT,
mentre nel nord Africa è tipico delle figure paterne ove regna il
patriarcato. Indubbiamente di vite familiari spezzate ce ne sono
moltissime e ogni dramma è unico nel suo genere e lascia, quasi sempre,
ferite insanabili soprattutto nei bambini. Per poter comprendere meglio
la situazione ascoltiamo la voce di chi da anni combatte per il
riconoscimento, anche a livello legislativo, dell’importanza della
bigenitorialità, Roberto Castelli, Presidente della Associazione
Genitori Sottratti.
I.R.: Signor Castelli di cosa si occupa in particolare la sua Associazione?
R.C.: La nostra è una associazione di volontariato costituita
da genitori separati, uomini e donne, che amano i propri
figli, consapevoli che essere genitori rappresenta una prestigiosa
responsabilità che lecitamente deve permanere anche dopo la separazione
dall’altro coniuge o compagno di vita: “ I figli rimangono figli per
tutta la vita ed i genitori rimangono genitori vita natural
durante ”. Quando i bambini sono contesi è perché sotto-sotto, c’è una
patologia o un business di genitori o istituzioni. Noi combattiamo per
il riconoscimento, soprattutto a livello legislativo, dell’importanza
della bigenitorialità per lo sviluppo armonico del bambino e per la
tutela dei minori nella separazione. Purtroppo in Italia vi è una scarsa
cultura di quello che si intende per separazione “civile” e troppo
spesso si innesca una vera e propria lotta tra genitori (spesso
strumentale a ricavarne benefici esclusivi e diretti) e chi ne paga le
conseguenze sono i figli. In una lotta che premia, senza ombra di
dubbio, la componente femminile, che si porta via casa figli e denaro, e
questo non è un ragionamento sessista (che non avrebbe alcun senso), ma
lo dicono i numeri e le innumerevoli sentenze monitorate. La cultura in
Italia passa attraverso il concetto che ai figli basti un genitore: la
madre.
da genitori separati, uomini e donne, che amano i propri
figli, consapevoli che essere genitori rappresenta una prestigiosa
responsabilità che lecitamente deve permanere anche dopo la separazione
dall’altro coniuge o compagno di vita: “ I figli rimangono figli per
tutta la vita ed i genitori rimangono genitori vita natural
durante ”. Quando i bambini sono contesi è perché sotto-sotto, c’è una
patologia o un business di genitori o istituzioni. Noi combattiamo per
il riconoscimento, soprattutto a livello legislativo, dell’importanza
della bigenitorialità per lo sviluppo armonico del bambino e per la
tutela dei minori nella separazione. Purtroppo in Italia vi è una scarsa
cultura di quello che si intende per separazione “civile” e troppo
spesso si innesca una vera e propria lotta tra genitori (spesso
strumentale a ricavarne benefici esclusivi e diretti) e chi ne paga le
conseguenze sono i figli. In una lotta che premia, senza ombra di
dubbio, la componente femminile, che si porta via casa figli e denaro, e
questo non è un ragionamento sessista (che non avrebbe alcun senso), ma
lo dicono i numeri e le innumerevoli sentenze monitorate. La cultura in
Italia passa attraverso il concetto che ai figli basti un genitore: la
madre.
E i papà…a lavorare e a produrre denaro, …meglio se a debita
distanza, come figure di “servizio”. Da sempre, i figli vengono affidati
in forma pressochè esclusiva alla madre con possibilità di visita da
parte del padre creando una sorta di deresponsabilizzazione,
delegittimazione e svilimento del “secondo” genitore creando così
incomprensioni e danni nei bambini deprivati della figura paterna.
Bambini a cui realmente veniva sottratta la possibilità di viversi
entrambi i genitori coi relativi “valori educativi” contemporaneamente.
distanza, come figure di “servizio”. Da sempre, i figli vengono affidati
in forma pressochè esclusiva alla madre con possibilità di visita da
parte del padre creando una sorta di deresponsabilizzazione,
delegittimazione e svilimento del “secondo” genitore creando così
incomprensioni e danni nei bambini deprivati della figura paterna.
Bambini a cui realmente veniva sottratta la possibilità di viversi
entrambi i genitori coi relativi “valori educativi” contemporaneamente.
Va evidenziata la sintesi dell’Ordine Nazionale degli Psicologi,
che suggeriscono per una reale tutela dei minori: -Frequentazione
equilibrata di entrambi genitori, – Riferimento abitativo a doppio
domicilio (2 case), allo scopo di percepire come propria sia la casa di
mamma che di papà – Che loro stessi possano constatare di ricevere cura e accudimento da entrambi i genitori nella quotidianità – Promozione dell’esercizio della Mediazione familiare anticipatamente, prima che cominci la fase del contenzioso fra i genitori.
che suggeriscono per una reale tutela dei minori: -Frequentazione
equilibrata di entrambi genitori, – Riferimento abitativo a doppio
domicilio (2 case), allo scopo di percepire come propria sia la casa di
mamma che di papà – Che loro stessi possano constatare di ricevere cura e accudimento da entrambi i genitori nella quotidianità – Promozione dell’esercizio della Mediazione familiare anticipatamente, prima che cominci la fase del contenzioso fra i genitori.
I.R.: Cosa ne pensa dell’istituto dell’Affidamento condiviso?
R.C.: Ad oggi l’istituto dell’affidamento condiviso non è per
nulla soddisfacente perché non applicato secondo il dettato di legge,
che di “condiviso“ ha solo il nome, il figlio vive prevalentemente con
uno solo dei due genitori e questo spesso conduce alla marginalizzazione
percettiva dell’altro, scordandosi che l’interesse rilevante da
tutelare è quello del bambino (soggetto del diritto) che ha bisogno
dell’affetto di entrambi i genitori.
Il 5 dicembre eravamo a Roma, attorno ad un tavolo tecnico con vari
senatori e senatrici per sensibilizzarli maggiormente sul tema della
bigenitorialità. Per essere genitori effettivi, occorre non
solo la disponibilità ad esserlo, ma anche “esserci” in termini di
presenza fisica e non essere fatti fuori quando ci si rivolge alla
giustizia. Poi occorre smetterla di litigare, trovare accordi civili
fra le parti, evitando di entrare nei tribunali e tenendosi ben lontani
dai servizi sociali, in sostanza crescere e comprendere che i veri
perdenti sono i bambini anche quando vince l’egoismo dell’uno, a
discapito dell’altro genitore.
nulla soddisfacente perché non applicato secondo il dettato di legge,
che di “condiviso“ ha solo il nome, il figlio vive prevalentemente con
uno solo dei due genitori e questo spesso conduce alla marginalizzazione
percettiva dell’altro, scordandosi che l’interesse rilevante da
tutelare è quello del bambino (soggetto del diritto) che ha bisogno
dell’affetto di entrambi i genitori.
Il 5 dicembre eravamo a Roma, attorno ad un tavolo tecnico con vari
senatori e senatrici per sensibilizzarli maggiormente sul tema della
bigenitorialità. Per essere genitori effettivi, occorre non
solo la disponibilità ad esserlo, ma anche “esserci” in termini di
presenza fisica e non essere fatti fuori quando ci si rivolge alla
giustizia. Poi occorre smetterla di litigare, trovare accordi civili
fra le parti, evitando di entrare nei tribunali e tenendosi ben lontani
dai servizi sociali, in sostanza crescere e comprendere che i veri
perdenti sono i bambini anche quando vince l’egoismo dell’uno, a
discapito dell’altro genitore.
I.R.:Lei cosa ne pensa dell’istituzione di un tribunale della Famiglia?
R.C.: Sono d’accordo nella misura in cui non sia composto dalle
stesse figure dell’attuale tribunale per i minorenni , ma da
professionisti preparati ad hoc sulle reali esigenze di tutela del
bambino. Oggi chi va in tribunale è come se andasse dal chirurgo, poiché
lì, la famiglia viene sembrata, anche per questo si comprende
l’importanza dell’istituzione di una figura come quella del Garante per
l’Infanzia, ma a condizione che abbia reali poteri di controllo e
verifica, ad esempio e che non sia solo il simbolo e il rappresentante
delle istituzioni, ma dell’infanzia per davvero. Va evidenziato, poi,
che nel nostro paese vi è una scarsa cultura della separazione e della
bigenitorialità a totale discapito dei figli e questo aspetto diviene
ancora più grave se si pensa che le separazioni sono in costante
crescita rispetto alle nuove unioni. Ecco che diviene fondamentale fare
cultura sui diritti minorili, senza pregiudizi e con estrema chiarezza.
stesse figure dell’attuale tribunale per i minorenni , ma da
professionisti preparati ad hoc sulle reali esigenze di tutela del
bambino. Oggi chi va in tribunale è come se andasse dal chirurgo, poiché
lì, la famiglia viene sembrata, anche per questo si comprende
l’importanza dell’istituzione di una figura come quella del Garante per
l’Infanzia, ma a condizione che abbia reali poteri di controllo e
verifica, ad esempio e che non sia solo il simbolo e il rappresentante
delle istituzioni, ma dell’infanzia per davvero. Va evidenziato, poi,
che nel nostro paese vi è una scarsa cultura della separazione e della
bigenitorialità a totale discapito dei figli e questo aspetto diviene
ancora più grave se si pensa che le separazioni sono in costante
crescita rispetto alle nuove unioni. Ecco che diviene fondamentale fare
cultura sui diritti minorili, senza pregiudizi e con estrema chiarezza.
L’esigenza di una riforma, sostanziale, globale e rapida della
famiglia/istituzione è sentita come necessità da molti esperti e non,
della materia. Il dato numerico dei separandi si calcola in circa 8
milioni di italiani, ma se si aggiungono le famiglie i parenti
strettamente coinvolti, nonni, zii cugini, si arriva vicino al 20% dell’
intera popolazione nazionale, un dato enorme!
famiglia/istituzione è sentita come necessità da molti esperti e non,
della materia. Il dato numerico dei separandi si calcola in circa 8
milioni di italiani, ma se si aggiungono le famiglie i parenti
strettamente coinvolti, nonni, zii cugini, si arriva vicino al 20% dell’
intera popolazione nazionale, un dato enorme!
Per chiudere il cerchio di questa nostra intervista sui figli
contesi, sentiamo anche il parere di un giurista l’Avv. Antonio Roberto
SODO, specializzato nella tutela dei minori, il quale afferma che: “ L’esigenza
di “responsabilità” da parte dei genitori, nei confronti dei figli –
anche e soprattutto in ipotesi di patologia del rapporto che sfocia
nella separazione o nel divorzio – inoltre dovrebbero essere contemplate
misure concrete e tangibili a favore dei minori. Se, ad esempio, nei
casi di grave “intollerabilità della convivenza”, è comprensibile
l’esigenza da parte di uno dei genitori di allontanarsi dall’altro, ciò
non è giustificabile nei confronti dei propri figli. Sarebbe, pertanto,
opportuno prevedere quantomeno l’obbligo – a carico del genitore che si
allontana (o che è costretto – il più delle volte – ad allontanarsi) –
di risiedere ad una distanza tale da permettere alla prole di minore età
di essere, comunque, nella possibilità di usufruire delle cure e
dell’affetto del genitore “non collocatario” senza disagevoli ritardi
dovuti a motivi logistici, oltre a tutti gli altri problemi correlati
alla situazione di crisi familiare”.
contesi, sentiamo anche il parere di un giurista l’Avv. Antonio Roberto
SODO, specializzato nella tutela dei minori, il quale afferma che: “ L’esigenza
di “responsabilità” da parte dei genitori, nei confronti dei figli –
anche e soprattutto in ipotesi di patologia del rapporto che sfocia
nella separazione o nel divorzio – inoltre dovrebbero essere contemplate
misure concrete e tangibili a favore dei minori. Se, ad esempio, nei
casi di grave “intollerabilità della convivenza”, è comprensibile
l’esigenza da parte di uno dei genitori di allontanarsi dall’altro, ciò
non è giustificabile nei confronti dei propri figli. Sarebbe, pertanto,
opportuno prevedere quantomeno l’obbligo – a carico del genitore che si
allontana (o che è costretto – il più delle volte – ad allontanarsi) –
di risiedere ad una distanza tale da permettere alla prole di minore età
di essere, comunque, nella possibilità di usufruire delle cure e
dell’affetto del genitore “non collocatario” senza disagevoli ritardi
dovuti a motivi logistici, oltre a tutti gli altri problemi correlati
alla situazione di crisi familiare”.
La figura della “bigenitorialità”, insomma, non può e non deve essere
solo limitata ad una “bella espressione” ma poco concreta e
comprensibile in pratica. Essa deve essere realizzata attraverso delle
opportune forme di applicazione a beneficio dei figli delle coppie in
crisi, pur nella consapevolezza che, qualunque provvedimento fosse
attuato in loro favore, non potrà essere scongiurata la sofferenza di
“danni” derivanti dalla crisi dei loro genitori, ma, come oramai
uniformemente riconosciuto da dottrina e giurisprudenza, si percorra con
maggior decisione la strada del “minor danno possibile”, cercando
insomma di vivere da “felicemente separati”, per amore dei figli ed
aiutarli a diventare degli adulti sereni e responsabili.
solo limitata ad una “bella espressione” ma poco concreta e
comprensibile in pratica. Essa deve essere realizzata attraverso delle
opportune forme di applicazione a beneficio dei figli delle coppie in
crisi, pur nella consapevolezza che, qualunque provvedimento fosse
attuato in loro favore, non potrà essere scongiurata la sofferenza di
“danni” derivanti dalla crisi dei loro genitori, ma, come oramai
uniformemente riconosciuto da dottrina e giurisprudenza, si percorra con
maggior decisione la strada del “minor danno possibile”, cercando
insomma di vivere da “felicemente separati”, per amore dei figli ed
aiutarli a diventare degli adulti sereni e responsabili.
Ilaria Rega
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