CONVEGNO E RIFLESSIONI RELATIVE
Venerdì 28 Ottobre 2016, a Bologna l’evento pubblico:
“Affido Condiviso: nuove acquisizioni”

Famiglia post separativa, il Consiglio di Europa ci chiede uno sforzo evolutivo”

Organizzato da Colibrì  e dall’Osservatorio Nazionale su diritto di famiglia Sez. Bologna,
col patrocinio dell’Ordine Assistenti Sociali

A fondo pagina: Video dell’evento e interviste nonchè Presentazioni dei relatori e “protocolli”  (files scaricabili)

Riassunto sintetico:
E’ evidente che la Legge sull’Affido Condiviso, così gestita nelle aule dei tribunali italiani, ha le ore contate e dimostra tutte le criticità di un decennio di un’applicazione disomogenea e spesso fuorviante del dettato di legge, con conseguenze spesso tragiche su genitori, figli, nonni. La società civile manifesta da lungo tempo un disagio crescente e insostenibile, senza riscontri significativi da parte delle istituzioni.

I Fatti:
La società, consapevole che l’unica separazione da evitare è…dai figli, con una legge che di condiviso ha solo il nome raccoglie le proprie briciole dopo il terremoto della separazione e si lecca ferite che non possono rimarginarsi, cercando soluzioni a tutela della condizione di tutti i genitori  più rispettose, efficaci e paritarie con riflessi positivi sulla vita dei loro figli.
La società cercando un futuro sostenibile incrocia lo sguardo del CdE/CoE *, il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa, e trova consigli indicati punto per punto**.
Riscontrabili anche le conseguenze sulla salute e la diffusione del problema rendono la disapplicazione dell’affido condiviso a tutti gli effetti una questione di salute pubblica, vedi questo recentissimo articolo: http://www.bbc.com/news/uk-wales-37787959?ocid=socialflow_twitter&ns_mchannel=social&ns_campaign=bbcnews&ns_source=twitter%3FSThisFB  Agire per produrre benessere diventa un ulteriore dovere da parte di chiunque abbia possibilità decisionale, lungimiranza e sensibilità .
 

Il Convegno:
Sono stati messi sul tavolo le criticità e i ravvedimenti da adottare per arrivare a soluzioni più in linea col benessere della famiglia separata, l’evento si è svolto all’insegna della comprensione di quei meccanismi che influenzano negativamente l’applicazione della legge sull’affido condiviso, partendo da consigli che provengono dai paesi oltre cortina, paesi che hanno visto franare l’affido legalmente condiviso anni prima di noi ed hanno saputo trovare soluzioni. Viviamo in un paese lento e dormiente che della salute sociale dei figli dei separati e dei loro genitori non ha cura né interesse. La modalità con cui l’affido condiviso viene applicato ha generato senza ombra di dubbio in tutta Italia un profondo disagio che nessuno cancellerà mai. Troppe sentenze non trovano riscontro nel dettato di legge e non rispettano la centralità del minore rispetto ai suoi genitori. Sentenze irrispettose dello spirito progressista di una legge che vede nell’equilibrio affettivo il naturale antidoto al disagio dei figli in seguito alle separazioni.

Ci basti pensare che “separazioni e divorzi” in Italia superano abbondantemente il 50% dei matrimoni celebrati (ISTAT 2015), 189 mila matrimoni e 90 mila separazioni (dati riscontrabili), calano le nascite del 6% in costanza di matrimonio, aumentano fra le coppie (dato non riscontrabile che incrementa la percentuale di separazioni) di fatto con il 20% di figli di immigrati. Offrendo uno specchio della società chiaro. L’italia è fra i paesi che maggiormente rappresenta una volontà ostacolante a rivedere ed aggiornare la legge sull’affido condiviso così snaturata nei tribunali di stato. Giacciono inascoltati in parlamento poco meno di una decina di proposte di modifica di tale legge. S’impone uno sguardo più ampio sulle giurisdizioni europee per afferrare che in passato chi ha adottato l’affido condiviso ha fallito ed ha successivamente adottato forme riviste e corrette in vari step, mentre da noi tutto tace.

Suggerimenti migliorativi:
E’ una ventata di ossigeno e rappresenterebbe (condizionale d’obbligo) un passo arricchente accogliere i consigli del CoE ** indirizzati alla politica che guida il paese, agli operatori della giustizia e sociali, agli avvocati, ai mediatori familiari, e ai genitori stessi. Una ventata utile ad avviare un salubre processo di rinnovamento della società nel rispetto delle persone, questa la sintesi del messaggio di Madame Hetto Gaasch, deputata presso il COE vera artefice della risoluzione 2079 del Consiglio d’Europa in favore dello Shared Parenting***, le cui motivazioni ha dettagliatamente illustrato: la volontà di eliminare le palesi discriminazioni di genere nel campo della genitorialità, il desiderio di armonizzare prassi ingiustificatamente diversissime tra loro privilegiando quelle dei Paesi più evoluti, l’ambizione di favorire l’esercizio della genitorialità secondo canoni che la ricerca moderna ci indica come i più idonei a un corretto e sano sviluppo dei minori nel loro rispetto psichico e fisico. Aggungiamo a tal proposito una lettura scientifica dala nuova frontiera della conoscenza dei dati acquisiti relativi alle conseguenze insospettabili sulla salute dei bambini e adolescenti, derivanti dalla separazione DAI propri genitori che li ritraggono come soggetti esposti maggiormente a malattie infiammatorie croniche, metaboliche, tumori, anche a distanza di decenni.

La Giustizia italiana:
L’interpretazione della Giustizia italiana dell’Affido Condiviso rappresenta una distorsione nei fatti. A puntare il dito c’è anche la Corte Europea dei diritti dell’Uomo con il Tribunale di Strasburgo che ad intervalli regolari, come indica la cronaca, ammonisce la nostra giustizia per perseveranza disapplicativa di questa legge, aspetto questo che fertilizza un terreno di cultura favorevole alla produzione di effetti tumorali come l’Alienazione genitoriale. Un parallelo plausibile lo ritroviamo nel devastante fenomeno della “Mucca pazza” derivante dalla nutrizione forzata e impropria di animali vegetariani con fibre animali. L’Alienazione genitoriale ha effetti altrettanto devastanti sui figli e sul genitore alienato, frutto di un assist offerto da una disequilibrata applicazione nel tribunali italiani dell’affido condiviso che introduce un invenzione, la figura del genitore prevalente e crea spesso i presupposti per la perdita nei fatti dell’altro genitore, di solito il padre.

I genitori separati italiani:
> Sognano buone prassi, si augurano un ravvedimento della Politica e della Giustizia ed una sensibilità maggiore di tutte le istituzioni e organismi di stato che si occupano di “famiglie separate”. Immaginano un sistema orientato a ridurre il disagio in generale e specialmente laddove i genitori stessi si assumono la responsabilità del futuro dei loro figli rendendosi autori di piani genitoriali .
> Immaginano anche una Giustizia che non confonda più la separazione fra adulti con la separazione dai figli. E sognano una visione della famiglia separata, da parte della giustizia che preveda e faccia rispettare pari doveri e pari diritti fra padri e madri con un posizionamento più equilibrato dei figli fra i loro genitori, come primo punto di partenza per depotenziare i conflitti familiari.
> Attendono anche i “Patti Prematrimoniali” utili a definire preventivamente accordi saggi e utili in un possibile incerto futuro. Si aspettano anche maggior rispetto dell’intero ex nucleo famiglia, dove sia concesso a genitori e figli una vita significativa anche dopo la separazione di mamma e papà.
> Si augurano una giustizia meno invasiva, più rispettosa degli affetti dei rami genitoriali materni e paterni, sognano tempi brevi e accordi utili come “il protocollo di Perugia” (vedi in fondo) che definiscano fra padri e madri dei  patti genitoriali sui quali prendersi impegni per l’accudimento educativo e la crescita dei propri figli.

*Il Consiglio d’Europa (CdE o CoE in inglese) è un’organizzazione internazionale (al pari di NATO, ONU, Unione Europea), il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa. Il Consiglio d’Europa fu fondato il 5 maggio 1949 con il Trattato di Londra e conta oggi 47 stati membri, ben di più dei soli Paesi Europei, alcuni dei quali provenienti dalla parcellizzazione della vecchia Russia.

La sede istituzionale è a Strasburgo, in Francia, nel Palazzo d’Europa. Lo strumento principale d’azione consiste nel predisporre e favorire la stipulazione di accordi o convenzioni internazionali tra gli Stati membri e, spesso, anche fra Stati terzi. Le iniziative del Consiglio d’Europa non sono vincolanti e vanno ratificate dagli Stati membri.

I principali organi del Consiglio d’Europa sono: il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, il Segretario generale del Consiglio d’Europa, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e il Congresso dei poteri locali e regionali.Il Consiglio d’Europa è estraneo all’Unione europea e non va confuso con organi di quest’ultima, quali il Consiglio dell’Unione europea o il Consiglio europeo.

Il 17 ottobre 1989 al CdE / CoE è stato riconosciuto lo status di osservatore dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Gli stati membri sono 47, di cui 28 fanno parte dell’Unione europea: i paesi che diedero vita inizialmente al Consiglio d’Europa sono 10, mentre altri 37 stati hanno aderito successivamente. Gli stati geograficamente europei che non fanno parte del Consiglio d’Europa sono soltanto due: la Santa Sede (che, comunque, per volontà propria partecipa alle attività dell’Ente con lo status di osservatore e la Bielorussia (a cui è stato negato l’ingresso per mancanza di democrazia). Cinque Stati del Consiglio non fanno parte dell’Europa geografica: Georgia, Armenia, Azerbaigian, Cipro, Turchia.

** Il Consiglio di Europa ha deliberato i seguenti punti e invita gli operatori sociali, legali, politici del nostro paese di adottarli quanto prima:

1 L’Assemblea Parlamentare ha costantemente promosso l’uguaglianza di genere sul posto di lavoro e nella sfera privata. Importanti miglioramenti in questo campo, mentre ancora non è sufficiente, si possono osservare nella maggior parte degli Stati membri del Consiglio d’ Europa. Nelle famiglie, l’uguaglianza tra i genitori deve essere garantita e promossa dal momento in cui nasce un bambino.

Il coinvolgimento di entrambi i genitori nell’educazione dei loro figli è benefico e determinante per il suo sviluppo. Il ruolo dei padri nei confronti dei loro figli, tra cui bambini molto piccoli, deve essere meglio riconosciuto e adeguatamente valorizzato.

2 responsabilità genitoriale condivisa implica che i genitori hanno diritti certi, insieme a doveri e responsabilità nei confronti dei loro figli. Il fatto è, però, che i padri sono a volte di fronte a leggi, pratiche e pregiudizi che possono causare loro di essere privati ​​di relazioni durature con i loro figli. Nella risoluzione n.1921 (2013) “La parità di genere, la conciliazione tra vita personale e lavoro e di responsabilità condivisa”, l’Assemblea ha invitato le autorità degli Stati membri di rispettare il diritto dei padri di godere di responsabilità condivisa, garantendo che il diritto di famiglia prevede, caso di separazione o divorzio, la possibilità di affidamento congiunto dei figli, nel loro interesse, sulla base di comune accordo tra i genitori.

3 L’Assemblea desidera sottolineare che il rispetto della vita familiare è un diritto fondamentale sancito dall’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (STE n ° 5) e di numerosi strumenti giuridici internazionali. Per un genitore e figlio, la capacità di stare insieme è una parte essenziale della vita familiare. La separazione genitore-figlio ha effetti irrimediabili sulla loro relazione. Tale separazione deve essere ordinata solo da un giudice e solo in circostanze eccezionali comportanti gravi rischi per l’interesse del bambino.

4 Inoltre, l’Assemblea crede fermamente che lo sviluppo di responsabilità genitoriale condivisa aiuta a superare gli stereotipi di genere sui ruoli delle donne e degli uomini all’interno della famiglia e non è che un riflesso dei cambiamenti sociologici che hanno avuto luogo nel corso degli ultimi cinquant’anni, in termini di come la sfera privata e familiare è organizzata.

5 Alla luce di queste considerazioni, l’Assemblea invita gli Stati membri a:

5.1 Ratificare, (se non l’hanno ancora fatto), la Convenzione sull’esercizio dei diritti dei minori (STE n° 160) e la Convenzione sulle relazioni personali riguardanti i fanciulli (STE n° 192);

5.2 Ratificare, (se non l’hanno ancora fatto), la Convenzione dell’Aia del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori e per implementare correttamente, assicurando che le autorità responsabili di far rispettare e cooperare, rispondendo prontamente;

5.3 Garantire che i genitori abbiano gli stessi diritti nei confronti dei loro figli nelle legislazioni e prassi amministrative, garantendo ciascun genitore il diritto di essere informati e di avere voce in capitolo nelle decisioni importanti che riguardano la vita del loro bambino e lo sviluppo, nel migliore interesse del bambino;

5.4 togliere dalle leggi le differenza basate sullo stato coniugale tra i genitori che hanno riconosciuto il loro bambino;

5.5 di introdurre negli ordinamenti il principio di residenza condivisa a seguito di una separazione, limitare eventuali deroghe per i casi di abusi sui minori o negligenza, o di violenza domestica, con la quantità di tempo in cui il bambino vive con ciascun genitore di essere regolata in base alle esigenze e gli interessi del bambino;

5.6 rispettare il diritto dei bambini a essere ascoltato in tutte le questioni che li riguardano quando si ritiene abbiano una conoscenza sufficiente delle materie in questione;

5.7 Prendere accordi di soggiorno in comune in considerazione dello svolgimento delle attività sociali;

5.8 Prendere tutte le misure necessarie per garantire che le decisioni in materia di residenza dei bambini e ai diritti di accesso sono pienamente applicate, anche in seguito alle denunce relative alla mancata consegna di un bambino all’altro genitore;

5.9 Incoraggiare e, se del caso, sviluppare la mediazione nell’ambito dei procedimenti giudiziari nei casi di familiari che coinvolgono i bambini, in particolare istituendo una sessione di informazioni obbligatorie, al fine di rendere i genitori consapevoli del fatto che la residenza condivisa potrebbe essere un’opzione appropriata nel miglior interesse del bambino, e di lavorare verso una tale soluzione assicurando che i mediatori ricevano una formazione appropriata, incoraggiando cooperazione multidisciplinare basata sul “modello Cochem”;

5.10 Che i professionisti che vengono a contatto con i bambini nel corso dei procedimenti giudiziari nei casi di famiglia ricevano una formazione interdisciplinare necessaria sui diritti e sulle esigenze dei bambini di diverse fasce di età specifici, nonché sulle procedure che si adattano, in conformità con le linee guida sulla giustizia a misura di bambino del Consiglio d’Europa;

5.11 Incoraggiare i “piani genitoriali” che consentono ai genitori di determinare gli aspetti principali della vita dei loro figli con se stessi e introdurre la possibilità per i bambini di chiedere la revisione degli accordi che li riguardano direttamente, in particolare il loro luogo di residenza; (Al tribunale di Perugia sono una realtà, scaricabili dal sito del tribunale)

5.12 introdurre il congedo parentale retribuito a disposizione dei padri, la preferenza va al modello che non procastina i periodi di congedo.

*** Shared Parenting, in sintesi:

1– La shared parenting (traduz.: genitorialità condivisa) è riconosciuta dagli esperti come utile per i minori ed è necessaria la promulgazione di leggi che lo promuovano senza ulteriori ritardi. 2– L’ ampliamento in sede legale della shared parenting include una diffusione della condivisione di autorità e responsabilità. 3– La shared parenting rappresenta la miglior forma di prevenzione di situazioni ad alto conflitto e di violenza tra genitori. 4– La shared parenting non deve essere applicata in caso di abusi o violenza domestica a patto che siano documentati. 5– La shared parenting previene l’alienazione di un genitore nelle famiglie separate. 6– C’è la necessità in questo settore della necessità di un network multidisciplinare costituito da operatori sociali, mediatori e psicologi. 7– ICSP richiede con forza che i singoli Stati aderenti al COE adottino la risoluzione 2079 in tema di affidamento condiviso. (n.b.: L’Italia è paese membro fondatore del COE.)

Presentazioni in ordine di presentazione al convegno:
Dott. Vittorio Vezzetti: “Divorzio con figli minori, un problema di salute pubblica”
Avv. Valeria Mazzotta: “Violazione del diritto di visita, fra nuovi e vecchi rimedi. Uno sguardo alla giurispridenza CEDU”
Avv. Simone Pillon: “Il protocollo Peugia, verso una compiuta bigenitorialità”
Prof.ssa Maria Cristina Verrocchio: “Alienazione genitoriale ed esiti psicopatologici in età adulta”
Avv. Marcello Adriano Mazzola: “L’alienazione genitoriale dal punto di vista della Cassazione”

Video interviste ai relatori:
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Video del convegno:
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Perugia i Protocolli:
Protocollo per il processo di famiglia
Protocollo d’intesa per il contributo al mantenimento diretto e indiretto