il recentissimo DDL 735 rappresenta un passo avanti rispetto alla precedente legge sull’affido minorile. Le ragioni sono varie, principalmente i contenuti: mantenimento, casa, patti genitoriali, mediazione familiare, lotta all’emarginazione genitoriale.

Fra queste, quella che pare abbia calamitato maggiormente l’ettenzione dei genitori esclusi da oltre un decennio,  pare essere la possibilità di frequentazione al 50% dei propri figli. Questo significa tanto, tantissimo. Esprime chiaramente un desiderio e una volontà, ma anche un segnale importante per tutti.

A conti fatti la genitorialità paterna è stata gravemente emarginata in questi 12 anni di applicazione dell’affido finto condiviso, ed ecco che i papà annusando un possibile incremento del tempo da dedicare ai figli, iniziano a respirare un aria di pari opportunità tanto agognata rispetto a quella materna.

Non sono mancate però le critiche da parte di gruppi femminili su un ddl così poco discriminatorio, poiché andrebbe a destabilizzare equilibri consolidati offrendo ai figli dei separati sia un papà che una mamma in “misura” significativa ed equipollente, un bel balzo non c’è che dire. Tutto era garantito in un immobilismo terrificante durato dodici anni, complice la politica il cui interesse era garantire una stabilità al prezzo di una sottrazione affettiva importante per i figli dei separati,  propagandato “altre famiglie” o coppia alternative con l’ introduzione di unioni gay e lesbiche in nome di una società moderna, ma con un potente colp di spalla alle coppie etero, come se la separazione non meritasse attenzione o fosse d’intralcio.

50% è, guarda il caso, pure la percentuale di matrimoni (anche in presenza di figli) che oggi terminano entro pochi anni. Uno su due, un numero grande ma volutamente scansato fino ad oggi, con l’intento di concentrare altrove le attenzioni. Il DDL 735 riporta l’attenzione al centro della società civile e nasce in risposta a precise indicazioni del “Consiglio d’Europa”.

Non si tratta dunque di invenzioni creative, sono l’effetto dell’ osservazione dello scenario europeo. C’è chi ha osservato l’ Italia, ha fatto due conti, li ha mostrati a tutti. Chiaro fino a qui?
Curioso poi notare che Il paese è sotto la lente d’ingrandimento di alcuni, tranne proprio di chi lo ha governato fino alla scorsa tornata elettorale, perché oggi, la Lega ha inserito le osservazioni del Consiglio d’Europa nel piano di governo e questo DDL nasce nel rispetto di quell’impegno. Qualcosa si muove. Era ora almeno sappiamo che l’attenzione a grande parte della società civile si è tornata ad essere un interesse nazionale!

Per un confronto obiettivo, appare interessante osservere la tabella che mostra i valori delle varie forme di affido minorile in Europa, viene poi spontaneo notare quanta strada dovrà fare la lumaca per divenire aquila e i numeri di chi, da decenni prima di noi, hanno introdotto leggi aggiornate.

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I numeri della prima colonna, a sinistra, ci raccontano che l’ultimo vagone del treno europeo  siamo noi, quelli a destra ci mostrano tratti abbastanza omogenei sulle quote “residuali” che permangono anche nei paesi più emancipati.
Questo perché molti affidi vengono destinati ai nonni o parenti prossimi e molti permangono intestati ad un solo genitore perché l’altro non c’è, o non è disponibile, o ancora, perché conduce un tenore di vita che nella sostanza non gli consente una responsabilità diretta e giornaliera sul proprio figlio oppure perchè non mostra caratteristiche di affidabilità certe. Tante le motivazioni che permarranno in questo cocktail di ragioni diverse, in ogni nazione, compreso il nostro, prevedibilmente.

Ecco che  ogni genitore che sia consapevole e sappia rendersi conto dello stato in cui versa, dovrà farci i conti. Conti lucidi, non fantasie, perché la realtà, pur variegata ci mostra valori abbastanza costanti nella terza colonna. Questo è lo stato dell’arte, e davanti ai numeri è doveroso soffermarsi e pensare in modo aperto. Poi chi crede che siamo un paese di santi eroi e navigatori e ci distingueremo in futuro…benvenga, ma le altre esperienze ci indicano purtoppo altro.

il ddl 735 non promette l’America, non può farlo. Però mi sento di dire che come l’anticalcare, ha il compito di scrostare una condotta intasata da dodici anni promuovendo dei capisaldi decisamente importanti che senza questo ddl, rimarrebbe uguale o grossolanamente la stessa.  Possiamo consentire alla lumaca di diventare ape, poi lepre poi nel tempo anche aquila? Speriamo tutti di si.

Le coppie indotte a trovare accordi intelligenti o mediati fra loro, avranno tempi di frequentazione molto simili se sapranno metteranno davanti a tutto l’amore per i propri figli e faranno meno fatica, spenderanno meno denaro per cause inutili e innanzitutto saranno progressivamente riconosciute dai tribunali affidandosi ad un mediatore in caso di difficiltà nel trovare un intesa,  saranno di esempio ad altre coppie per il bene di un infanzia che della separazione dei genitori non deve e non può pagarne le spese, e nemmeno essere strumento di ricatto. Dal canto loro i giudici sapranno che esiste una porzione di tempo paritaria da cui non si può prescindere, per riposizionare i figli , comne è giusto, al centro dei loro genitori, salvo casi chiaramente contrari.

Pe concludere, la visione più sintetica della tabella, a cura del Dott. Vezzetti che osservando i numeri ci racconta:
“L’analisi sociologica ha dimostrato che nei primi cinque Paesi al mondo un affido paritetico rappresenta un’opzione che riguarda solo tra il 20 e il 40% dei minori. Anche in Paesi che primeggiano per la eguaglianza uomo-donna e che perseguono una pari genitorialità da decenni prima di noi, molti sono ancora i minori che vivono in condizione di affido materialmente esclusivo (motivi sociali, culturali, lavorativi, logistici, individuali ecc.).
Resta la domanda: posto che l’Italia parte da una condizione di spiccata arretratezza e che non sarà più veloce di Paesi come la Svezia o la Danimarca nel percorrere la strada della bigenitorialità, che destino prevediamo per tutti quei bambini, la maggioranza, che non vivranno tempi eguali presso le due figure genitoriali? Per ridurre al minimo possibile i minori in affido materialmente esclusivo e salvaguardare la salute delle future generazioni, in pieno accordo con la risoluzione del Consiglio d’Europa 2079/2015, col documento fondante 13870 e con la letteratura scientifica internazionale, si è cercato di col DDL 735 di mantenere più minori possibile in un range protettivo della salute che si definisce di affido materialmente condiviso (per noi 12 pernotti/mese).”

Roberto Castelli,
8/Settembre/2018