Ogni anno, in prossimità delle feste natalizie, cogliamo l’occasione per parlare dei nostri figli, quelli che vediamo a fatica o proprio non vediamo affatto durante tutto l’anno. Parliamo di loro perché la coincidenza con la festa della natalità è riconosciuta anche dal mondo laico come un occasione per parlare oltre che di regali e consumismo anche di buoni sentimenti. È un momento come tanti altri caratterizzati dell’assenza di “affetto” spesso imposta, e di tutto quello che questo comporta, ma è un periodo “sensibile” dove molte onlus ad esempio si prodigano per i bimbi del terzo mondo o per quelli con malattie rare. I grandi enti, senza fare nomi, grazie alla pubblicità su tv giornali radio etc cercano di raccogliere denaro, anche nei supermercati e per le strade con banchetti.
Noi più semplicemente, non volendo far scorrere lacrime e nemmeno destare pietà, quest’anno aggiungiamo una categoria ai destinatari consueti che durante l’anno ricevono i nostri appelli, messaggi, consigli, esperienze, richieste, aggiungiamo: –La categoria dei genitori assenti-.
Siamo certi anzi certissimi che aggiungendo questi destinatari oltre ai consueti politici, ai garanti per l’infanzia, ai vari ministeri, agli avvocati, ai servizi sociali, oltre agli psicologi, ai consiglieri comunali, ai magistrati e ai mediatori familiari, siano “quelli” più lontano dal nostro mondo, così assenti e distanti, genitori che per irrisolti di coppia, per conflitti, per furti affettivi etc, non riconoscono ne hanno riconosciuto il loro ruolo ed i loro figli.
A che serve dunque per Natale ricordare a questi POVERI GENITORI? A rammentare che i loro figli vivono un vuoto incolmabile che potrebbe essere meno insopportabile grazie ad un piccolo gesto? A niente, non serve a niente. “Non c’è gioco senza giocatori” è il nostro motto. Ma noi ci ricordiamo di loro per la enorme differenza che ci caratterizza. Così, rivolgendoci ai lettori oltre che a questi nuovi destinatari, ricordiamo anche quante situazioni siano tutt’oggi caratterizzate dall’assenza di uno dei due genitori e questo basta per farci ricordare quanto valore, quanta forza, quanta positività possa avere la battaglia per la bigenitorialitá. E allo stesso tempo quanta ipocrisia resistente persista nel non voler riconoscerne l’immenso valore ostacolando di fatto la bigenitorialità non solo nelle aule dei tribunali, ma in tanti altri luoghi, per interessi che non sono nemmeno per idea gli interessi dei minori.
Auguri dunque anche a questi “assenti” insieme agli “ipocriti“. Non possiamo esimerci di farli anche ai maestri di scuola e professori che hanno le classi con almeno il 50% di alunni figli di separati, a tutti i protagonisti di ogni ordine e grado della giustizia familiare: magistrati, legislatori, ministri, senatori, parlamentari, operatori sociali, psicologi, pedagoghi, augurando loro (e a noi stessi) che innumerevoli e invisibili gocce di saggezza cadano su tutti noi affinché sia chiaro che due genitori e quattro nonni sono la ricchezza di tantissimi bambini che pagano un duro prezzo di separazioni e divorzi oggi ignominiosamente. Auguri di una migliore consapevolezza a tutti, soprattutto agli e alle EX che gridano vendetta e per quella utilizzano i figli senza alcuno scrupolo.
È sempre il momento buono, Natale a parte, per rivedere la vita con sguardi ampi, basta darsi una chance, o talvolta rivedere i propri passi, ma anche acconsentire di farsi aiutare per imparare il senso vero dell’amore genitoriale che mette la generosità al primo posto e non la possessività.
La redazione
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