Se questo fosse un mondo onesto che bisogno ci sarebbe di associazioni a tutela dei consumatori, o di qualsiasi altra categoria e gruppo d’interesse, non esiste forse già la legge che ci tutela tutti?
Evidentemente no. La 54/2006 sulla quale si sono versati fiumi di inchiostro, certamente imperfetta, frutto di una convenzione internazionale e non della volontà e della cultura nazionale, irrimediabilmente mongenitorilecentrica, e soprattutto concettualmente MAI APPLICATA perché interpretata dai giudici e corretta di elementi inesistenti nella norma come il genitore prevalente, eppure essa era per molti figli e per i genitori di buona volontà (e la volontà non la stabilisce il giudice con una sentenza) un faro, quel meglio di niente con cui ci si riempie la pancia e si guarda al domani sperando che non piova.
Oggi la 54/2006 viene spazzata via insieme alla convenzione dei diritti del fanciullo di New York del 1989, sottoscritta lo stesso anno in cui cadeva il muro di Berlino: ebbene dal punto di vista del diritto di famiglia l’Italia: il più bel paese del mondo con la peggiore classe dirigente del mondo, ha ricostruito il muro di Berlino e festeggia questo come chissà quale grande risultato! Ma esiste uno qualche studio internazionale , qualcosa che sia di riferimento?
La 54/2006, grazie a prassi ben precedenti al decreto filiazione (31-12-2013) è stata sdoganata come affido LEGALMENTE condiviso, ovvero una “altra forma” di affido ritenuto ciò che ci occorre, ciò oltre al quale è impensabile andare, e non conta se non si contemplano i postulati di equa frequentazione, oppure di mantenimento diretto citati nel testo di legge, i giudici italiani sanno loro cosa occorre ai genitori. Ma non interessa loro cosa accade nel resto dell’Europa, e non sanno nemmeno che altri paesi che divorzio e affidi minorili li trattano da molto più tempo di noi, privilegiano il rapporto figli-genitori con uno sguardo più profondo e ben diverso.
Dobbiamo stupirci? E di grazia, di cosa? Noi siamo il paese dove l’aborto è stato varato con il nome di “norma a tutela della maternità”!; Noi siamo il paese dove per 70 anni i figli nati fuori dal matrimonio erano diversi ed inferiori per diritti a quelli nati in costanza di matrimonio, e dove esiste ancora un tribunale speciale che giudica e decide “di nascosto (in camera di consiglio)” del futuro di questi figli; noi siamo il paese che ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti con un referendum trasformandolo per legge, in rimborso elettorale; siamo il paese dove un camorrista pentito dichiara in tribunale dove sono state interrate scorie radioattive (e gli si condona pure parte della pena) ma lo stato invece di bonificare l’area alla velocità della luce, copre la dichiarazione con il segreto di stato per sedici anni!
La conflittualità fa sempre e solo comodo a chi la gestisce ergo, quella fra genitori, foraggia abbondantemente avvocati, giudici, tribunali e politici, questi ultimi con in mano il bastone cui è legata “la carota” della speranza che crea file di petulanti giustizia, al loro capezzale.
L’insoddisfazione è per costoro il primo movente elettorale: pronti a prendersi i meriti della briciola caduta dalla tavola dove tutti banchettano ed altrettanto pronti a negare di aver preso parte al banchetto che si fonda sull’ingiustizia di leggi come questa. E noi? Continuando a farci governare da dei dinosauri, degli stessi dinosauri faremo la fine: ci estingueremo.
La funzione delle associazioni come Genitori Sottratti, dovrebbe a mio parere essere rifondata e passare da associazione a tutela del diritto alla bigenitorialità, che di fatto non esiste, ad ASSOCIAZIONE DI MUTUO SOCCORSO PER LE VITTIME DELLA GIUSTIZIA ITALIANA, ed alla cultura delle future generazioni ed al recupero delle vittime di quella attuale per spiegare a queste ultime la prima ed unica regola di tutto il gioco: perché questo è un gioco, al massacro ma pur sempre un gioco ossia che senza il “pollo” da spennare (noi) i “pallinari” cioè i tribunali, professionisti, politici, etc…debbono andare a lavorare.
Auspico una rivoluzione copernicana tale che ci allontani da questo modello per sempre: auspico che ogni risorsa sia dedicata a spiegare alle vittime lo scopo dell’ingiustizia, e renderli libere da essa.
Dal momento che un genitore entra in tribunale per chiedere il rispetto del suo diritto e di quello di suo figlio a continuare ad essere genitore e figlio dopo la separazione dall’altro genitore, quel genitore, quel figlio, hanno già perso, perché hanno delegato un entità fatta per dividere a disquisire di amore che non può essere né pesato, né diviso: traslando sarebbe come se una mucca entrasse in un macello per raccomandare il futuro dei suoi vitelli, al macellaio.
I nostri scopi sono diversi, contrapposti e fino a quando le cose resteranno tali, inconciliabili.
Gabriele Bartolucci
Non condivido questa descrizione della realtà così oppositiva, così dicotomica, bianco/nera. Non credo che rivendicare i propri diritti attaccando completamente e assolutamente un'intera classe di giudici, avvocati, professionisti, ecc. permetta di arrivare un giorno a far capire anche alla maggioranza di queste categorie l'importanza dei sacrosanti principi che tu riporti. Condivido invece in pieno la necessità di riaprire una discussione su come rifondare associazioni come queste. Credo che l'attività di mutuo soccorso (individuale, personale, concreto), dovrebbe essere quotidianamente svolta con molta più incisività, con la convinzione (e qui non so se sono tutti d'accordo) che un padre E una madre separata (anche quando persone deprecabili per una qualsiasi ragione), hanno il diritto inalienabile (e il dovere) di vivere con i loro figli secondo il principio assoluto di equa frequentazione. Questo principio dovrebbe essere difeso come l'aria che respiriamo; come un diritto che non può essere negato neanche al peggior criminale. Un'associazione come questa dovrebbe forse essere pronta a portare la difesa di questo diritto come oggetto di una vera e propria "class action" davanti alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Non vedo infatti perché la categoria dei carcerati in Italia è riuscita recentemente a farsi riconoscere dalla Corte Europea di Strasburgo, l'obbligo per lo Stato Italiano di rimborsare coloro che permangono in situazioni disumane nelle patrie galere, e noi, genitori separati non possiamo farci riconoscere con reali battaglie legali a livello europeo, la permanente inosservanza di una norma che è presente nel diritto italiano ma prima di tutto in convenzioni internazionali.