http://www.corriere.it/italians/10_giugno_24/A-proposito-di-solidarieta-femminile_94b63b9a-7ee8-11df-b520-00144f02aabe.shtml

A proposito di solidarietà femminile
Caro Beppe, spesso e volentieri si dibatte sulla solidarietà femminile se questa esista, non esista, e se sì quale sia la sua forma. Io ho sempre rispettato più il mio sesso che quello maschile, ma ultimamente mi sento confusa. Abito a Milano (dove è difficile fare amicizia, pare) e sono oggi alla trentaduesima settimana di gravidanza. Ogni giorno vado e torno dal lavoro in metro, 9 fermate. Finisco di lavorare intorno alle 19 se non dopo e spesso sono a pezzi e le occhiaie parlano per me. Specifico anche che essendo di costituzione magra, la mia pancia è talmente evidente che da 2 mesi mi chiedono se “manca poco”. Orbene, solo 2 volte contate negli ultimi mesi, delle donne si sono alzate per invitarmi a sedermi. Tutte le altre volte si sono alzati uomini indipendentemente dall’età e dall’etnia (sì signore anche possibili clandestini…). Ieri mi è quasi venuto da piangere. Vagone con prevalenza assoluta femminile, si è alzato un ragazzo.
Ho passato la mia vita ad essere una femminista convinta, a considerare gli uomini il sesso debole, a fare sempre e comunque il tifo per il mio stesso sesso e a preferire quando faccio colloqui le donne agli uomini. E ritrovo ogni giorno non solo il frastuono della linea gialla, ma anche lo sguardo vitreo del mio stesso genere, che continua imperterrito a parlare al cellulare, a mostrare i vestiti acquistati all’amica oppure a guardami il sedere per vedere se sono più magra o più grassa di una donna non gravida. Anche se gli uomini si alzassero solo per un’ipocrita cortesia, dovendo farsi perdonare tante discriminazioni, rimango delusa dall’idea che le donne possano essere solidali solo “contro” qualcuno e non per qualcuno. Ieri per non piangere pensavo alle Ragazze di San Frediano di Pratolini. Ma siamo capaci solo di questo? La più banale delle quotidianità mi sta dando una risposta poco edificante. Donne, aiutatemi. Cordialmente,
Elena Martini, pepek29@yahoo.it