2 Luglio 2010 –
riceviamo e pubblichiamo, consapevoli….
La redazione

QUESTA E’ LA TRISTE STORIA DI MIA FIGLIA ERIKA,
VI INVITO A LEGGERLA MOLTO ATTENTAMENTE. GRAZIE

Nel giugno del 2005 Simone ed Antonella si separano e decidono che Erika starà con la madre, la quale si trasferisce in Emilia Romagna dalla madre di quest’ultima, mettendosi bonariamente d’accordo su come gestire la situazione riguardante la bambina. Nel natale del 2005 Simone va nel piacentino a prendere Erika per portarla in Sardegna per passare con lui e la sua famiglia le festività natalizie, ma già li alcune perplessità sulle capacità genitoriali della madre, cominciano ad emergere, infatti la madre senza nessuna prescrizione medica, da alcuni mesi aveva cominciato a somministrare alla bambina il noipron, uno sciroppo al dire della madre, che aiutava Erika a prendere sonno. Con l’arrivo di Erika in Sardegna Simone consultando il medico di famiglia decide di non somministrare più il farmaco alla bambina, visto gli effetti collaterali che poteva avere su essa. A metà gennaio come gli accordi presi con la moglie, Erika torna nel piacentino, e da li tra i due cominciano i primi screzi, infatti tra il mese di gennaio del 2006 a metà marzo, Erika più e più volte si assentava dalla scuola materna per più episodi di influenza, e a causa di queste malcuranze il 25 marzo del 2006 Erika viene ricoverata con urgenza all’ospedale di Piacenza dove gli vengono riscontrate varie infezioni all’apparato respiratorio. Informato la notte, il primo pomeriggio del giorno seguente, Simone è già in ospedale dalla bambina che presentava una paralisi facciale, l’occhio destro tumefatto, come se avesse ricevuto un colpo, e una situazione igienica poco curata. Dopo una settimana di visite e accertamenti il 4/4/06 sotto consiglio specifico degli specialisti del reparto infettivo di Pavia, Erika viene ricoverata all’ospedale di Parma con un primo ricovero dal 4/4/06 al 21/04/06 . La degenza di Erika dura ben 2 mesi , ma è in questi mesi che le preoccupazioni di Simone riguardanti i dubbi concreti che la bambina potesse crescere al sicuro con la madre, si fanno sempre più forti, visto l’atteggiamento della madre in una situazione così difficile, dove vedeva la stessa poco attenta e poco presente, sulle gravissime problematiche, sulla salute di Erika, infatti le visite della madre, erano sporadiche, e nemmeno per l’occasione della pasqua, la madre si presentò in ospedale, preferendo di passare con la sua famiglia quei giorni, e giustificandosi con il fatto che per lei era uno strazio vedere la bambina in quelle condizioni, (Erika presentava un’assenza di mimica facciale, il suo viso era deformato, aveva difficoltà nel mangiare, nell’esprimere le sue emozioni, nel comunicare il suo stato d’animo, sia che essa volesse ridere o piangere, l’assenza della mimica facciale gli impediva di far capire cosa avesse). E da li cominciano i vari screzi tra i due, quindi decidono di rivolgersi ad un legale per gli accordi scritti sulla separazione, onde evitare incomprensioni e per mettere tutto in chiaro sulla gestione e la crescita di Erika.In data 11/05/06 Simone e Antonella comparivano avanti al tribunale di Piacenza per la separazione e le condizioni della stessa. Vivere separati, e liberi di scegliersi una propria residenza, Erika risiederà con la madre a Castel San Giovanni, ed è affidata congiuntamente a entrambi i genitori Simone potrà visitare e tenere con sé la figlia con un preavviso di almeno 24 ore . Simone corrisponderà un assegno mensile di 200 euro per il mantenimento di Erika e alla madre il 50% di spese straordinarie, mediche e scolastiche. Simone durante la degenza ospedaliera e nei mesi che seguivano fino al luglio 2006, si trasferisce dalla Sardegna all’Italia settentrionale, riuscendo subito a trovare un alloggio, e ospitalità presso la casa di una zia materna, al fine di prestare assistenza e cura alla bambina. Infatti, era lui a trascorrere giorno e notte in ospedale con la figlia e ad occuparsi delle spese ospedaliere di quei mesi. In comune accordo Simone con Antonella decidono che Erika i mesi da giugno a fine agosto 2006, gli avrebbe passati in Sardegna, per dare la possibilità alla madre di reperire con più facilità e meno un alloggio per lei e la bambina, e per un buon inserimento su un posto di lavoro, e perché in quei mesi tra Antonella e la madre della stessa, erano nate forti conflittualità, perché la madre di Antonella non accettava il buon accordo, e l’amicizia che era rimasta tra Simone e Antonella. ( questa forte conflittualità tra Antonella e la madre, a oggi risulta in più documenti, sia nelle relazioni del 25/01/2007, presentate dal servizio sociale del piacentino al tribunale emiliano, sia nella CTU della Dott.sa Bongiorni del 04/07/2007, e sempre in quelle del servizio sociale del gennaio 2008, e l’ultima del 22/01/2010)
Visto tutti i fatti accaduti durante quei mesi i dubbi di una totale incapacità della madre di crescere la bambina si fanno più concreti; visto in oltre gli atti medici gravi riguardanti la salute di Erika Simone si rivolge a un avvocato a Piacenza presso il quale in data 4/8/06 deposita un ricorso per ottenere la modifica delle condizioni di separazione.
Nonostante sia stato fatto tutto secondo, la legge l’avvocato difensore di Antonella si è riservato di produrre copie degli atti a lui pervenuti il 3/08/06 e del 5/09/06 riprodotto come ex articolo 155 depositato il 4/08/06.
Tutto questo omettere voleva quasi far apparire Simone al tribunale di Piacenza con un padre malvagio e senza scrupoli . nel procedimento n° 1047 /06r6 promossa dall’avvocato di Antonella, notificava a Simone in data 2/10/06 il ricorso ex articolo 709 presso il tribunale di Piacenza 21/09/06 chiedendo il ricongiungimento della figlia Erika.
la sentenza provvisoria del tribunale di Piacenza in data 18/10/06 stabiliva che Erika sarebbe rimasta in Sardegna con il padre che Simone dovesse contribuire totalmente a suo carico alle spese di viaggio per Antonella ogni 15 giorni e sempre a spese di Simone il mantenimento logistico di Antonella nei giorni in cui era con Erika in Sardegna (preciso che dagli atti risulta che Antonella saltò 3 incontri con la figlia, con biglietti già pagati, per poi cercare di mettere Simone in cattiva luce con il tribunale, accusandolo di ostacolare il rapporto madre-figlia); inoltre stabiliva che entrambe le parti con tutti i dati acquisiti si presentassero il 25/01/07 presso il tribunale per stabilire il procedimento riguardante il ricorso della modifica della separazione , ma visto la conflittualità tra i coniugi il tribunale stabilisce che venga effettuata una consulenza tecnica d’ufficio( CTU) affidata alla dottoressa Bongiorni e delle consulenze tecniche di parte(CTP) sia per Simone sia per Antonella, per stabilire chi dei due avesse i requisiti fondamentali per la crescita e la salvaguardia della bambina. Subito Simone nota una sorta di “razzismo” nei suoi confronti dovuto alle sue origini sarde. Gli incontri con la CTU sono organizzati secondo un calendario che prevede che Simone e la bambina si rechino dalla Sardegna all’Italia settentrionale nei mesi da febbraio a luglio, con un calendario che vede 3 incontri al mese, quindi con spostamenti difficoltosi che davano l’impressione che fossero stati organizzati per creare difficoltà.
Tra le varie documentazioni risultano accuse gravissime e menzogne di ogni genere su Simone, tra queste l’accusa di aver violentato e picchiato Antonella, accuse gravi smentite poi da filmati e fatti che la stessa dottoressa Bongiorni ha dovuto visionare ma che ha omesso dagli atti giudiziari, ponendo alla visione dei giudici una figura contorta dei fatti realmente accaduti. La prova di questa sorta di razzismo è prodotta negli atti della stessa CTU quando la stessa dottoressa trascrive che Simone “marca molto l’accento sardo e che vive in una tipica famiglia sarda troppo numerosa e dai rapporti troppo frequenti con i parenti “.Tali affermazioni e tali comportamenti creano a Simone un forte disagio, e forti difficoltà nel far emergere la sua figura paterna, visto il comportamento ostile di un’istituzione, che prima di valutare le sue capacità genitoriali, lo discrimina per luogo di appartenenza territoriale, e il linguaggio delle sue origini.
Con la sentenza del 4/07/07 si stabilisce che in data 31/08/07 Erika torni dalla madre a Castel san Giovanni affidata ai servizi sociali di castello con la supervisione della dottoressa Razza.
Simone accompagna Erika nella casa, dove Antonella vive in affitto, come stabilito dal giudice, ma al suo arrivo trova Antonella priva dei generi di sostentamento necessari a lei e alla bambina per cui si premura di fornire a entrambe tutto ciò di cui hanno bisogno. Notifica il fatto al servizio sociale responsabile il quale, eseguendo un controllo nel giorno seguente l’arrivo della bambina, relazionano allo stesso Simone che a loro risultava che in casa di Antonella fosse tutto apposto, dimenticandosi ciò che Simone aveva a loro riferito il giorno prima, e che fu lui a provvedere nel fare una spesa alimentare massiccia e a dare alla madre 200 euro per le spese secondarie, e che quelle di Simone fossero solo illazioni atte a screditare Antonella.
Il decreto del tribunale prevedeva che nei 6 mesi di affidamento provvisorio della bambina ai servizi sociali con domicilio in casa della madre Simone avesse il diritto di recarsi a trovare Erika ogni 15 giorni e di contro, ogni 15 giorni Antonella avrebbe accompagnare Erika in Sardegna, per far visita al padre (a oggi non risulta un solo viaggio a carico della madre in quel periodo) . Si tiene precisare che nei mesi prima Simone preoccupato di tutta la situazione al quanto dubbia, più volte durante la settimana chiama la dottoressa razza, responsabile dei servizi sociali, chiedendole una visione più accurata della vita di Antonella precisando per altro uno stile di vita disagiato e con frequentazioni continue da parte di Antonella di personaggi ben noti alle forze dell’ordine per reati di spaccio di droga e, nonché di pluripregiudicati per danni al patrimonio e alle persone. Nei primi giorni dell’ottobre del 2007 risultano nuovamente, atteggiamenti che manifestano forti disagi constatati anche dal dottor Gravante e Dottor De Muru pediatra di Erika per tanto, preoccupato Simone prende un appuntamento con il dottor Cianchetti specialista in neuropsichiatria infantile e primario del Maciotta di Cagliari, il quale aveva già visionato Erika nei mesi passati, nei quali Erika era affidata al padre, e dette relazioni evidenziano il forte legame padre-figlia, e le ottimali condizioni psicologiche delle bambina. Nel mese di novembre 07 Antonella accompagnava Erika in Sardegna per essere presente alla visita prestabilita, ma dopo alcuni giorni, una sera normalissima, Erika davanti ad entrambi i genitori, nella totale innocenza, trovatasi sul tavolo alcune banconote, ne prendeva una arrotolandola e mimando l’assuefazione dello sniffo di cocaina. Scena che porta Simone a chiedere forti spiegazioni su dove la bambina avesse visto una cosa simile, la madre molto imbarazzata giustificava il fatto che Erika alcune sere prima avesse visto un film documentario sulla droga, e dopo una forte discussione, Antonella non si rende più disponibile ad accompagnare la bambina alla visita specialistica adducendo il tutto a problemi familiari , quindi rilascia una dichiarazione firmata, del suo rientro al nord il giorno dopo, nella quale da il consenso affinché la figlia resti in Sardegna per effettuare con il padre la visita specialistica, e riparte. Visita che evidenzia sulla bambina problematiche, che sembravano essere sparite mesi prima. Quindi Simone riporta Erika dalla madre il 25/11/07, e si reca subito dal servizio sociale, per metterli al corrente del’accaduto, ma ancora una volta si vede alzare un muro, e si sente accusare di voler diffamare la sua ex, perché per il servizio sociale Erika stava bene, e che loro sapevano fare il loro lavoro, ammonendo Simone per i dubbi sul loro operato.
Siamo a dicembre del 2007 e Simone ed Antonella, sotto la visione del servizio sociale si accordano affinché Erika passi il natale presso la madre ed il capodanno con il padre con rientro previsto dopo l’epifania ; Erika arriva in Sardegna a dicembre come stabilito ma ad accompagnarla non è Antonella come precedentemente concordato ma bensì il patrigno di quest’ultima Sig.Franco Moreggio con i figli dello stesso il sig. Massimiliano moreggio e Michael moreggio, non curante del fatto che Simone in precedenza aveva provveduto a prenotare un biglietto aereo per madre e figlia. Durante la permanenza presso Simone, Erika si mostra molto entusiasta di rivedere le persone care ma al contempo mostra atteggiamenti inusuali che destano preoccupazione sia al padre che alla nonna paterna la quale si occupa di Erika nelle ore in cui Simone lavora .È proprio la nonna alcuni giorni dopo ad accorgersi che c’è qualcosa che non va: la bambina manifesta un interesse morboso per le zone genitali maschili e femminili e richiede particolari attenzioni non consone ad una bambina di 3 anni. D’accordo con Simone chiedono consiglio agli assistenti sociali di Arborea, che inoltrano subito una denuncia ai carabinieri per un sospetto di molestie su minore; Il giorno dopo Simone e la madre, venivano convocati i caserma e davanti al maresciallo De Padova, presentavano denuncia esponendo i fatti e alcuni filmati audio visivi, dove Erika, raccontava gli abusi subiti. Alcuni giorni dopo Simone si reca nuovamente dal dottor Cianchetti per chiedere un ulteriore parere specialistico, e proprio da lui apprende che i comportamenti ipersessualizzati della bambina non sono consoni all’età della bambina; Rilasciando anche una certificazione per attestare la sua perizia.
Contemporaneamente vengono informati anche gli assistenti sociali di Castel San Giovanni che invece di approfondire la situazione intimano a Simone di ricondurre con urgenza la bambina presso la madre non credendo alle sue accuse.
Simone forte dei documenti in suo possesso ritarda il rientro della bambina approfittandone per eseguire ulteriori visite presso il dottor Putzolu di Oristano, psicologo infantile, esperto in abusi su minori, e responsabile psichiatrico del’ASL di Oristano.
Nel frattempo i servizi sociali di Castel san Giovanni richiedono al giudice un’ordinanza per prelevare la bambina e inserirla in un ambiente protetto, nonostante gli specialisti che si sono occupati della bambina sconsiglino vivamente l’allontanamento dall’ambiente familiare dove è più probabile che la bambina si riprenda dal trauma subito, non considerando le loro relazioni che esponevano chiaramente gli abusi che Erika aveva subito.
Nel giugno del 2008 Simone viene invitato a presentarsi presso la questura di Oristano con la bambina con il pretesto di un colloquio con la psicologa, una volta li si rende conto che il colloquio era solo una scusa per attirarlo, infatti ad attenderlo erano presenti la dottoressa razza con una collaboratrice venute a prelevare la bambina per condurla in una casa famiglia nell’emiliano dove tutt’ora risiede. Con decreto del tribunale di Bologna che nel fratempo ne aveva preso le competenze, stabilisce gli incontri padre e figlia ogni 15 giorni, e gli incontri , con gli assistenti sociali, che mai coincidono con i giorni nei quali Simone andava a trovare la figlia, ponendolo i forti problemi economici, che lo vedevano viaggiare 4 volte al mese dalla Sardegna al settentrione. Preciso che Simone dal luglio del 2008 ad agosto 2009, non è mai mancato agli incontri con la bambina, dando a lei la precedenza su tutto, e saltando alcuni incontri con il servizio sociale, il quale non considerando la problematica della distanza, e degli spostamenti, tutt’ora vogliono far risultare Simone uno che non collabora con loro, e che non si pone la problematica di riallacciare in rapporto con la sua ex. Ma è nel 2009 che succedono fatti gravissimi. Infatti Simone con il suo legale cominciano un’azione procedurale sulle modifiche della sentenza con ben due ricorsi al tribunale emiliano, il quale non ha mia preso in considerazione nulla. Ma la cosa sconvolgente avviene nel giugno 2009, quando Simone, mai arreso nel far emergere la verità, e ostacolato in tutte le maniere dal servizio sociale, che era arrivato anche a voler provocare in Simone una reazione sbagliata, impedendoli per ben 2 volte l’incontro con Erika, quando ormai lui era già davanti alla casa famiglia, adducendo a lui la responsabilità, perché il giorno prima della conferma che sarebbe venuto a trovare la bambina, lui la sera prima aveva avvisato fuori dall’orario concordato con la casa famiglia. Infatti nel giugno 2009 Simone entra in possesso di una vasta documentazione, che conferma le accuse che lui aveva mosso sulla sua ex, e che il servizio sociale era al corrente di tutto, dato che questa documentazione era datate 2007, risultano infatti, dagli allarmi del Simone nel 2007, un’indagine incrociata della polizia piacentina, dove Antonella veniva fermata in 4 occasioni con i più noti spacciatori della zona, che tutti i personaggi che la stessa frequentava, e che erano a contatto con la bambina, erano tutti pluripregiudicati, con i più svariati reati di droga, furto, falso e tentato omicidio, e che la stessa baby sitter di Erika era già nota da anni dallo stesso servizio sociale, per tossicofilia in quanto minorenne, relazioni sfasate che vollero mettere in cattiva luce Simone davanti al tribunale, una tra le quale a dire del servizio sociale, che dal momento in cui Erika era nella casa famiglia, e Simone andava a trovarla tra i due non ci fosse un rapporto, e che Erika al momento dei saluti era fredda distaccata e poco interessata al saluto con il padre, tutto questo smentito da una registrazione audio fatta da Simone dove le grida e il pianto straziante di Erika marca il grandissimo disagio che la stessa sta vivendo, ben occultato dal servizio sociale al tribunale competente. Ancora oggi non si menzionano affatto sulle loro relazioni questi disaggi della bambina nel distacco con il padre, del fatto che le educatrici vedono l’ottimo rapporto-padre e figlia, alterando e minimizzando particolari che mettono alla luce una verità a loro scomoda. Infatti ad oggi loro portano avanti il comportamento di Simone esasperato per 4 anni di umiliazioni, dove i fatti e i documenti evidenziano, ciò che ancora oggi il servizio sociale cerca di occultare, ponendolo alla luce in una maniera completamente distorta. E dall’altra parte relazionano le difficoltà che ci sono madre-figlia, che loro stessi stanno facendo un percorso alla madre per farli capire quale sia iter da seguire per riallacciare un rapporto solido madre.-figlia, che la stessa madre a difficoltà a recepire un lavoro, una sua identità materna, minimizzando le compagnie sbagliate che la stessa ancora oggi ha con certi personaggi, non producendo in allegato 3 episodi riguardanti 3 incontri interrotti davanti alle educatrici della casa famiglia, perché la stessa aveva attaccato Erika facendola piangere, perché la stessa bambina in quegli incontri cercava la presenza del padre, fatto che metteva in difficoltà la madre, portandola all’esasperazione e creando ancora una volta un forte disagio alla bambina. Davanti a tutto questo ci poniamo tantissime domande su una gestione al quanto dubbia sull’operato di queste istituzioni, che dicono di tutelare una minore, ma che stanno solo cercando di rimediare agli errori fatti in passato, dove li vede i primi responsabili sugli abusi subiti dalla bambina nel periodo a loro affidata e per legge loro i tutori della bambina. Di quante violazioni della costituzione italiana, e sul principio umanitario mondiale che deve tutelare un essere umano, sono stati violati sui diritti dei bambini e del fanciullo, e sui vari reati di occultamento di varie documentazioni sono emerse in questa storia, e se il caso che qualcuno finalmente si debba porre il problema su come in tanti casi una legge giusta e corretta, venga manipolata da chi la esercita, in una maniera cosi contorta, e se queste persone debbano ancora ricoprire una carica che a oggi fa più vittime di una guerra, e di come si possa distruggere l’infanzia di una bambina solo con l’intento di rimediare agli errori fatti, e di una loro superiorità non discutibile.