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Nella vicenda del neonato morto a Bologna di stenti e di freddo sembrano esserci “gravi responsabilita’ oggettive e soggettive sia dei genitori sia dei servizi sociali che della situazione familiare di questi genitori erano a conoscenza e che avevano proposto loro un aiuto e di collocare i figli in una famiglia affidataria”. A sostenerlo e’ Aurelia Passaseo, presidente del Ciatdm, Coordinamento internazionale delle associazioni per la tutela dei diritti dei minori. “Responsabilita’”, aggiunge Passaseo, “che pesano e peseranno non solo sulla coscienza dei genitori che hanno rifiutato l’aiuto offerto, ma soprattutto sui servizi sociali e sulle istituzioni, che di fronte al diniego dei genitori, pur avendo gli strumenti ed essendoci le condizioni per intervenire con provvedimenti urgenti in attesa di un provvedimento del Tribunale per i minorenni, nulla hanno fatto per evitare escongiurare una morte cosi’ assurda avvenuta in una piazza centrale di Bologna”. E responsabilita’ “che pesano e peseranno anche sulla coscienza della societa’ che vedeva e passava vicino a questa famiglia senza nemmeno curarsi della situazione di tre bambini piccolissimi”. Il Ciatdm chiede che la magistratura “accerti con velocita’ le responsabilita’ di tutti gli attori coinvolti nella vicenda, e, che, una volta accertate tali responsabilita’, punisca icolpevoli”. In merito alla vicenda – conclude Passaseo -“dobbiamo anche interrogarci sulle metodologie d’intervento dei servizi sociali, che, spesso e volentieri segnalano al Tribunale per i minorenni situazioni familiari in cui basterebbe mettere in atto aiuti e sinergie atte a rimuovere lecause del disagio senza togliere e collocare i bambini negli istituti, e, che, invece in situazioni familiari come quelladei genitori del bimbo di Bologna, nulla fanno per evitare tragedie cosi’ gravi”.

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