AUTORE UN AVVOCATO ROMANO
Separarsi con amore, grazie a internet
sul web il primo ebook per divorziandi
Scaricabile online il manuale per «gestire il distacco» in 7 mosse, evitando i tribunali.
Consigli per coppie con figli
«La ricetta? Simile a quella per ex tossicodipendenti»
«Separarsi con amore» (acquistabile online) è un libro dedicato alle coppie che si lasciano e specialmente ai genitori, per aiutarli a tutelare i minori e non trasformarli in «merce di scambio» spesso usata per ripicche personali.
I MECCANISMI DEI SENTIMENTI – «Il metodo che ho elaborato – dice l’avvocato Missiaggia – trae ispirazione dai celebri 12 passi per la cura delle dipendenze. Nella mia esperienza professionale ho avuto a che fare con persone che avevano problemi di alcol e droghe: ho potuto constatare che i meccanismi e i sentimenti alla base di una dipendenza e di una separazione sono gli stessi».
SETTE PASSI IN AVANTI – Il libro si articola in tre parti: «Nella prima descrivo lo stato di crisi, il disagio e il panico generato dalla separazione, mentre la terza parte è dedicata alla legge. In parole semplici e comprensibili, spiego che cosa sia una separazione consensuale, una giudiziaria e come si possano evitare le aule del tribunale» dice la Missiaggia, contitolare di Studio Donne, una realtà particolare nel panorama italiano: nello studio di via Veneto a Roma, infatti, avvocati, psicologi ed esperti lavorano in team per arrivare a una mediazione familiare ed evitare che il conflitto arrivi in tribunale.
Il cuore di «Separarsi con amore», però, è nella parte centrale dove si descrive il metodo-Missiaggia, passo dopo passo. «E’ una sintesi del lavoro che porto avanti con le coppie nel mio studio e che ho sperimentato io stessa – dice -. Il punto di partenza è la presa di coscienza del problema, proprio come nelle dipendenze. Il più delle volte, il conflitto è generato dalla non accettazione del punto di vista del coniuge: un egocentrismo che fa perdere di vista le priorità e gli interessi principali, soprattutto quelli dei figli».
SPEZZARE IL CIRCOLO VIZIOSO – «Col primo passo si prende atto dell’ingovernabilità della situazione attuale e ci si rende conto che la sofferenza può finire», dice l’avvocato Missiaggia. Alla base della sofferenza, infatti, ci sono accuse reciproche e reciproche recriminazioni. «La cosa più importante – aggiunge l’avvocato – è spezzare questo circolo vizioso. Non imputare all’altro la separazione, fare un esame complessivo del rapporto nel tempo e assumersi le proprie responsabilità. La fine di un matrimonio va sempre condivisa».
Solo superata la fase della dolorosa accettazione, si può andare avanti: «Occorre, però, convincersi che il futuro può essere migliore e che la felicità dipende dalle nostre azioni. Il passi successivi insegnano a trasformare la separazione in un momento costruttivo: il momento in cui inizia una nuova fase positiva».
ESPERIENZA PERSONALE – Il metodo di «Separarsi con amore» non è soltanto frutto del lavoro quotidiano della Missiaggia. «L’ho sperimentato personalmente quando anni fa mi sono felicemente separata da mio marito – confessa l’avvocato – E’ stato proprio il mio ex che è riuscito per primo a guardare il nostro rapporto nel lungo periodo e, insieme, siamo riusciti a spostare l’attenzione dal conflitto alla costruzione di un futuro migliore per nostro figlio. Il risultato è un ragazzo di 15 anni aperto e equilibrato di cui siamo entrambi fieri».
Il metodo adottato dalla coppia ha funzionato anche a distanza: «Viviamo in due città diverse – dice Missiaggia -. Sono stata io a trasferirmi a Roma per crescere professionalmente e con me ho portato nostro figlio. Il mio ex, invece di farmi la guerra, ha capito che questo cambiamento poteva offrire possibilità migliori a tutti e tre, non solo a me e a nostro figlio».
PROGETTO EDUCATIVO – Un progetto educativo condiviso, insomma, che è un altro passo fondamentale del metodo Missiaggia. Nonché una delle prescrizione della legge del 2006 sull’affido condiviso: «Una legge che purtroppo funziona sulla carta – dice la Missiaggia – ma nella pratica genera molti problemi. Soprattutto perché spesso i genitori non tengono in conto l’interesse primario e prevalente del minore. I genitori pensano insomma solo ai loro interessi e spesso a farsi la guerra». Dovrebbero, invece, incamminarsi insieme verso un futuro migliore, cominciando proprio dai sette passi.
Carlotta De Leo
C'è poco da fare: ogni volta che una donna pretende di propinare consigli agli UU, c'è sempre in agguato la fregatura.
Noi Padri dovremmo accettarli da una autrice che – serafica e "bella come il sole" – ci dice: "Sono stata io a trasferirmi [dopo la separazione] a Roma, per crescere professionalmente [W il self- empowerment!.. – n.d.a.] e CON ME HO PORTATO NOSTRO FIGLIO. Il mio ex, invece di farmi la guerra, ha capito che questo cambiamento poteva offrire possibilità migliori a tutti e tre, non solo a me e a nostro figlio".
Embèh, cara la nostra avv.: a queste condizioni son buoni tutti a separarsi senza conflitto.
Lei si è appropriata del figlio e lo ha sradicato dal suo ambiente, perché doveva "realizzarsi" (lei sì che è completamente altruista ed antepone l'interesse del minore). Ha avuto a che fare con un padre evidentemente anaffettivo, che, magari, s'è pure liberato di un impiccio.
Il figlio crescerà orfano di padre vivo.
Lei è avvocato, ha un reddito decuplo di quello di lui: il quale, perciò, non dovrà neppure pagare nulla…
Avvocà: ma ci prendi per i fondelli?..
Ci sei o ci fai?..