26 Luglio-2014- La vicenda della Sig.ra Adriana, merita di essere raccontata al di là del
suo lieto fine, per nulla scontato, perché paradigmatica di un sistema e di un
metodo consolidato, basato sulla perversa ed autoreferenziale gestione del
diritto: perverso perché finalizzato alla gestione di denaro e potere e
non alla risoluzione del disagio sociale e della crisi familiare; autoreferenziale
perché privo di qualsivoglia controllo davvero indipendente pure previsto dalle
norme, in grado di garantire il cittadino dall’abuso di potere. 
   I figli della
Sig.ra Adriana, sono stati privati della loro madre sulla base di relazione per
lo meno superficiali redatte da un “team” di assistenti sociali e psicologi,
pagati con soldi pubblici per non rispondere mai del loro operato; per sei anni
questi ragazzi sono cresciuti lontani dalla loro madre la cui unica colpa, se
di colpa si può parlare, non è stata mai di essere un cattivo genitore, ma un
genitore “aggredibile”: povero e non in grado di accedere ad una degna tutela
giudiziale:
preda perfetta di un perfetto sistema predatorio. Solo la
determinazione della Sig.ra Adriana Mazgutova, e la tenacia dell’avv. Catia
Pichierri, hanno potuto riscrivere il finale di un copione già deciso a
tavolino. 
   Circa un anno fa per questi due bambini rischiavano di essere
adottati: ora questi stessi minori, sono a casa loro, con la loro madre ed il
loro fratellino. Nel frattempo, tramite Genitori Sottratti, sono stati
organizzati convegni, interrogazioni consigliari, interrogazioni regionali, e
parlamentari, per chiedere conto di questa e di altre vicende, come questa,
aberranti ed incomprensibili in cui i servizi sociali fanno tutto da soli:
contemporaneamente arbitro, guardalinee e giocatori, della stessa partita di
calcio: non rispondono della carta dei servizi sociali, svolgono il ruolo di
tutore, nominano l’avvocato del minore tra i loro consulenti, promuovono
protocolli sulla tutela minori che tutelano solo la loro autorefernzialità con il
consapevole appoggio della politica
. Il rapido sgretolarsi delle
“ragioni” che avevano motivato l’allontanamento dei bambini non ha mai portato
a nessun genere di revisione da parte della Tutela Minori di Riccione, ben
arrocata nella sua nuova “turris aeburnia” con vista sulla COOP. 
    L’unica cosa
che è continuata placida e silenziosa in questi anni, è stato il transito di
fondi regionali verso la Tutela Minori (231 milioni in 5 anni per la provincia
di Rimini il 50% dei quali per la tutela minori – abbiamo costruito un TRC e manco
ce ne siamo accorti..
): una potenza di fuoco formidabile e di fronte
alla quale non dovrebbe nemmeno esistere crisi famigliari legate a disagio
economico! Eppure alla domanda: “Se un minore in struttura costa tra le 100 e
le 300 euri al giorno (3/9.000 euri mese…), perché non si usa un terzo di quella
cifra per aiutarlo a crescere nella sua famiglia naturale?”
l’imbarazzato
silenzio amministrativo, si estende fino ad occupare tutto lo spazio
disponibile. Fa sorridere leggere, come recentemente sulla stampa locale, che
la AUSL di Rimini pensi di tutelare la propria immagine perseguendo il genitore
esacerbato quando è impressione diffusa che quella immagine sarebbe meglio
tutelata da comportamenti trasparenti ed altrettanto trasparenti
rendicontazioni. 
   Non sempre vicende simili a questa, anzi, quasi mai, hanno un
lieto fine, a maggior ragione quindi merita di essere raccontate poiché ad
altri siano di esempio e stimolo. Auspichiamo che questa nuova
amministrazione, ponga nella trasparenza dell’operato della PA e nella
attuazione dei diritti dei suoi cittadini, lo stesso impegno posto nella
battaglia contro il TRC; un impegno dolosamente o colposamente mancato alla
precedente amministrazione.
Per la sig.ra Adriana questa è l’alba in
fondo alla notte più buia, l’inizio di una nuova vita per lei e per i suoi
figli: nessuno ridarà loro il tempo perduto ed altrettanto probabilmente
nessuno potrà calcolare quanto questi “errori” siano costati, sia in termini
umani, sia in termini di procedimento giudiziario. Per questo non possiamo in
nessun caso parlare di vittoria. 
   Per noi è una breccia nel muro – uno dei tanti
purtroppo – di omertoso interesse, ribadiamo economico e politico che mina il
rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadino e che caratterizza in Italia ed
in particolare in Emilia Romagna, aberranti vicende nell’ambito della tutela
minori a cavallo, nella loro dimensioni totale, tra la  volgare tratta a fini economici e l’ingegneria
sociale  a fini pseudo etici per la quale
esisterebbero famiglie “elette”, degne di avere figli a ed altre, quelle
naturali, che per opposte ragioni non meriterebbero i propri: tutto ciò senza
nulla togliere ai veri casi di molestie, abusi ed abbandoni, nei quali
artatamente, si cerca di annegare e confondere tutti gli altri, così che dal di
fuori, non sia possibile comprendere la differenza e si sia condotti a credere
che ad ogni allontanamento operato, sia corrisposto un abuso consumato o fortemente
probabile che abbia reso lo stesso giusto, necessario e inevitabile.  
   Questo
muro oggi, come tutti i muri di menzogne, comincia a cadere mostrando infine
“di che lacrime e di che sangue” o attualizzando “di che soldi e di quanti
voti”, la tutela dei minori grondi.
Vice Presidente OdV Genitori Sottratti
Gabriele Bartolucci