TRIBUNALE DI BOLOGNA – SIT IN MARZO 2009
di Roberto Castelli
Il titolo dell’articolo qui accanto, cita: Il sit-in dei papà. solo perchè lo slogan del manifesto dice: Non toglietemi mio padre, ma si vedono anche mamme e nonne… La manifestazione periodica vede i genitori esprimere dissenso per l’eccessivo arbitrio interpretativo della legge 54/2006, “Affido condiviso dei minori”, un dissenso che prende vita a Parma e a Bologna nello stesso tempo, ma anche un coordinamento associativo anche con le città di Firenze, Milano e Torino.
Appare sempre più evidente l’intolleranza per l’abuso che i genitori vivono da parte del potere che si traduce in una sostanziale disapplicazione della legge. Mamme, Papà e Nonni per ribadire che la sottrazione di affetti si ripercuote sui vari ruoli famigliari e tende ad emarginare una parte sostanziale della famiglia con questo affido che di condiviso ha solo il nome. Ma andiamo per gradi… la discriminazione appare un dato chiaro e incontrovertibile finchè gli “addetti ai lavori” non saranno pienamente consapevoli che l’interesse del minore, deve mirare a “creare i presupposti per garantire ove possibile affetto e cura da entrambi i genitori ed i rispettivi rami genitoriali” (nonni zii cugini etc) come dice la legge. Purtroppo oggi pare più che evidente verificando le sentenze di affido emesse, accorgersi che inspiegabilmente e laconicamente, si tratta di sentenze che ancora marginalizzano uno dei due genitori come se la separazione degli adulti dovesse andare di pari passo con quella dei minori da uno dei due adulti !!!! , ma la legge nasce proprio pe evitare questo! eppure nascono formule inesistenti nel dettato della legge ( vedi ad esempio il collocamento prevalente) Si consolida allora una percezione della giustizia assolutamente indegna di tal nome. Si nega il diritto!
Le sentenze evidenziano i tempi di permanenza concessi presso i due genitori così sbilanciati da risultare sentenze di affido pressochè esclusive, 85% alle mamme, contro il 15% ai papà, il sospetto diviene certezza…la legge dice altro! − I giudici fingono d’ignorare che il compito d’individuare l’ -interesse- del minore non spetta a loro, ma al legislatore: e questo, dopo 12 anni di dibattito parlamentare, lo ha individuato nel “rapporto equilibrato con ciascun genitore” e non, come vorrebbero i giudici, nella “stabilità residenziale”. La quale ultima era stata proprio la causa scatenante della riforma stessa, perché aveva comportato un disastro sociale assai peggiore dell’“instabilità” tanto temuta dai giudici: un’intera generazione cresciuta allo sbando, senza l’educazione paterna: sono i famosi figli dei “papà-bancomat” e dei “papà della domenica”. Diamo uno sguardo alle modalità relative alla contribuzione: si riducono ad un assegno mensile verso l’altro coniuge,− Il mantenimento del minore – che, secondo la riforma, dovrebbe essere erogato da ciascun genitore nella propria casa – continua, invece, ad essere imposto “a tappeto” nella forma che la legge prevede come eccezione: l’assegno, che il padre deve versare alla madre (ovvia conseguenza, questa, della precedente disapplicazione: i tempi fortemente diseguali presso ciascun genitore).
Nel quantificare l’assegno i giudici ignorano sistematicamente la novità introdotta dalla riforma: e cioè che bisogna tener conto del valore dell’ex casa familiare assegnata in godimento ad un solo genitore.
Nel quantificare l’assegno i giudici adottano criteri che non tengono alcun conto di quella che era la concreta spesa mensile per il figlio finché la famiglia era unita: se la famiglia unita avesse realmente devoluto al figlio quella quota di bilancio mensile immaginata dai giudici dopo la separazione, si sarebbe ben presto indebitata fino al collo.
Appare palese che la magistratura debba fare uno sforzo in più, in primis riconoscere ai due genitori pari dignità come indica la legge e verificare quanto costa realmente un figlio e questo dato ha a che fare solamente in seconda battuta con quanto guadagnano i singoli genitori separati.
Non ci rimane che pensare agli ordini di grandezza e di relatività fra cittadini e poteri eletti…. ” in democrazia il popolo è sovrano” Qui lo rammentiamo alle istituzioni da noi elette, che dovrebbero in teoria tutelarci, applicando correttamente le leggi e avendo cura di noi cittadini. Aggiungiamo una riflessione:-Nessuno può più far finta che separazioni e divorzi siano un dato ininfluente nella nostra società, siamo al 25-30% delle coppie!-, i separati sbarcano infatti nelle aule dei tribunali intasandole ma anche producendo grande ricchezza per i legali. I magistrati si dichiarano oberati dal lavoro…e sarà mica che per snellire i lavori adottano prassi sbrigative e sentenze fotocopia che sostanzialmente baypassano le leggi con un sistema improntato ad una finta efficienza utile solo ad una reale riscrittura della legge sul condiviso?
Il dubbio a questo punto consentiteci…ma è più che lecito! Persino chi ha contribuito a scrivere la legge sostiene che viene applicata in maniera snaturata e non aderente al dettato!
E tutto il lavoro del legislatore a che serve? (12 anni di lavori !!!) e la sovranità del popolo sarebbe una frottola della democrazia ?, E…cosa fa il CSM? Chi dovrebbe applicare leggi forse andrebbe “aggiornato” crediamo noi e ricondotto sulla corretta strada che porta all’applicazione della 54/2006 e non certo ad un percorso utile solo a renderla vana questa legge. Me ecco….la mutazione del meccanismo farsi ancora più evidente: oggi accade che i genitori separati, da cittadini si trasformino in “utenti” di un sistema assolutamente non corrispondente alla sua funzione come se perdessero identità ed il sistema si autoreggesse impunito. Padri e madri e nonni diventano numeri…pratiche da sbrigare, problemi da risolvere nel modo più veloce…( veloce è un eufemismo per un apparato che ha dei tempi biblici !!! ). Qualcosa non torna… si tratta di una battaglia contro i mulini a vento? Oppure basterà responsabilizzare la magistratura, i servizi sociali, i servizi di mediazione famigliare una volta per tutte raccontando loro che esiste una legge con un assunto che centralizza i minori fra la coppia ex coniugale, ma pur sempre genitoriale? Che rammenti a tutti che i figli rimangono figli anche con genitori separati…?
Noi continuiamo a manifestare periodicamente perchè temiamo che non c’è’ sordo più grande di chi non vuol sentire. Poi se qualcosa si muoverà sarà certamente anche perchè qualcuno “tira per la giacca” a qualcun altro…. in maniera rumorosa!!