Scatta per entrambi i genitori la sanzione amministrativa se la madre sottrae il figlio alle vaccinazioni obbligatorie, in quanto non sufficientemente rassicurata dai medici sui potenziali rischi della somministrazione, e il padre non si attiva per impedirlo.
Lo ha affermato la Suprema Corte nella sentenza 13346 di oggi, accogliendo il ricorso di una Asl di Alessandria contro l’annullamento della sanzione pecuniaria disposta nei confronti di due genitori, che non avevano sottoposto la figlia alle vaccinazioni obbligatorie per la poliomelite, il tetano, l’epatite B e la difterite. La bimba non era stata vaccinata per il rifiuto della madre, che pretendeva fantomatiche spiegazioni sui rischi dei vaccini. Il provvedimento sanzionatorio della Asl era stato però invalidato dal Giudice di pace, per il quale era illegittima l’irrogazione della sanzione “duplicata” anche nei confronti del padre. Il giudice riconosceva inoltre alla donna lo stato di necessità, derivante dalle sue preoccupazioni sulla salute della figlia, che non avevano ricevuto nessun riscontro dal personale della Asl. La Suprema Corte, dopo aver escluso la sussistenza dello stato di necessità giudicando i timori della madre completamente infondati, ha poi respinto la tesi dell’illegittimità della duplice sanzione, rilevando che “l’obbligo di sottoporre i figli minorenni alle vaccinazioni obbligatorie incombe su entrambi i genitori, che pertanto legittimamente vengono ognuno assoggettato alla sanzione conseguente alla sua violazione”.
Fonte: www.cassazione.net
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