Name: Massimiliano Fois

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Salve, come molti anche io sono un padre separato, seppur da poco e concordo che chi affermi che la legge non sia effettivamente uguale per tutti e come molti avanzo dubbi sulla giustezza delle sentenze emesse in materia di affidamento.
A me però pare che ci sia di fatto un equivoco di fondo nella contestazione che andrebbe chiarito affinchè si indirizzino gli sfonzi in una direzione opportuna. Si dice che la legge sull’affido condiviso sia disattesa, tuttavia leggendo la legge con un minimo di distacco ed anche con attenzion sembrerebbe che tecnicamente sia soddisfatta nelle sentenze, poichè essa specifica che il figlio debba “mantenere rapporti equilibrati e significativi con entrambi i genitori” e che spetta al giudice individuare le modalità con cui disciplinare la presenza con entrambi i genitori in maniera da garantire ciò. E proprio su questo direi casca l’asino…..
Perchè è evidente che questa cosa non è affatto disciplinata dalla legge in maniera precisa…
non si parla per esempio di percentuali di tempo di permanenza dall’uno o dall’altro.
Quindi il problema è quale idea il giudice e/o gli esperti del settore(psicologi infantili et altri) hanno di rapporto equilibrato e quanto tempo un genitore debba trascorrere con un figlio per garantire un equilibrio del rapporto. Qui entrano quindi in gioco tutti gli aspetti culturali del passato…ossia se il padre prima lavorava, anche quando si stava in una famiglia unita, quanto tempo trascorrevano con i figli? e soprattutto ciò era causa di rapporti squilibrati? Visto che per anni la società è andata avanti così ed anche oggi in famiglie unite entrambi i genitori passano poco tempo con i figli, comprese le madri. I giudici credo allora pensino che in fondo non sia un problema se il padre non trascorre poi così tanto tempo con il figlio, ma basti solo che non ne venga demonizzata la figura e che siano messi in condizione di interferire nelle decisioni della vita dei figli con pari dignità della madre, ovviamente si individuano dei periodi di tempo in cui ci sia anche un
rapporto diretto, diciamo di condivisione.
Per far cambiare questa situazione allora è necessario sollevare il problema di “che modello di rapporto oggi vuole il padre con i figli?” e soprattutto “questo nuovo modello è socialmente migliorativo rispetto al precedente?”. Mi pare di poter dire che rispetto al passato il padre abbia compreso l’importanza di moltissimi aspetti dell’accudimento, anche i più “sconvenienti (cambio del pannolino….alzarsi la notte, preparare da mangiare…cullare…etc…)” che prima erano delegati alla madre, potremmo dire per istinto o per necessità. Si è insomma capito che la madre riesce ad avere questo feeling con i figli perchè conosce le abitudini, ne osserva i cambiamenti, e tantissime altre cose che non sto qui ad elencare. Preso conscenza di ciò il padre ha sollevato la questione…perchè non lo posso fare anche io?E di sicuro si è costatato che quando un padre fin dall’inizio le svolge, i rapporti con i figli acquista una dimensione nuova e quindi migliore. E credo si possa dire
senza essere smentiti che anche i figli se ne
giovino di questo, diciamo che per loro è una ricchezza in + da cui attingere.
Nelle separazioni il problema è quindi quello di vedersi impedita la possibilità a svolgere in modo equilibrato e continuativo le mansioni di accudimento che rappresentavano il valore aggiunto, si potrebbe dire che con la separazione il padre di oggi torna ad essere il padre di una volta….ma la cosa brutta per i padre e per i figli(almeno per alcuni) è che siamo cresciuti pensando ed apprezzando questa nuova dimensione. Quindi ci si sente delusi, amareggiati e privati di un desiderio…essere dei padri migliori….magari proprio perchè quando eravamo figli noi avremmo tanto voluto un modello diverso di papà. E ci sembra ancora + ingiusto per i nostri figli, ai quali avremmo voluto dare di + ed invece devono crescere ancora come i figli di 50 anni fa.
Affinchè le cose cambino io direi quindi che si debba riformare la legge,introducendo cambiamenti che specifichino: 1) il principio che la quota temporale sia effettivamente stabilita al 50% e che si debba modificare tale percentuale nei casi in cui ci siano reali impedimenti o comunque studiare la dove possibile soluzioni che rendano impossibile farlo; 2) Specificare che parte integrante dell’educazione dei figli sia che entrambi i genitori si prendano carico dello svolgimento di tutte le mansioni di accudimento al 50%, ovviamente la dove per i genitori sia possibile/capaci e ne abbiano voglia!
Per garanzia è chiaramente necessario che i giudici o gli organi tutelari sorveglino/verifichino “l’idoneità” di entrambi.

Se non si dice questo…si cade invitabilmente nella condizione che il giudice dica…”tu vuoi fare un po il padre moderno? Va bene allora ogni due settimane nel weekend sta con te così anche tu giochi a fare il padre/madre!”.

Rimane chiaro che alla base dei problemi poi restano i rancori per la separazione, i quali possono spingere i genitori a gesti egoistici e vendicativi…nel caso della madre che riconosce che al padre è sempre interessato stare vicino i figli, viene naturale pensare che la migliore vendetta possa impedirti di farlo o al + ti faccia fare un salto indietro di 50 anni, ma con la differenza che ora che sei separato non puoi, anche volendo, chiedere quando vuoi di avere di +, in primis perchè la madre non lo vuole e poi perchè gli stessi giudici magari pensano che tu solo ora ti sei svegliato e vuoi essere un padre moderno….e vuoi però realizzare il tuo sogno sconvolgendo la vita di un figlio…già traumatizzato dalla separazione.
Purtroppo poi c’è una comunità di esperti psicologi che ritiene che per un figlio avere due case, sia destabilizzante, almeno nei primi anni di vita, così due famiglie e quindi remano contro, perchè dicono che affermare un 50% sia come un tentativo di dividere a metà del figlio.
Magari non è vero, ma allora è necessario che si riesca a dimostrare che i benefici di un padre con questa nuova veste (accuditore) è più importante e valida del “danno” che il figlio subisce per effetto delle due case e delle due famiglie….

Concludo, sperando che mio contributo…di padre che vuole con tutte le forze questa nuova veste…sia uno stimolo per nuove proposte di modifica della legge!
Nella quale deve essere chiaro che chi sbaglia paga, ossia non si può sentire che un genitore che sottrae il figlio all’altro possa pagare un banale ammenda!

Forza e coraggio….se siamo uniti possiamo farcela.

Caro Massimiliano, benvenuto.
Hai ragione quando dici che la legge lascia in mano alla magistratura l’applicazione del affido condiviso, è altresì vero che il testo di legge indica però per ciò che riguarda la permanenza dei figli coi loro genitori un tempo equilibrato con ognuno dei due ma anche verso i rispettivi rami genitoriali. Se ti sembra che questo principio sia disatteso, hai perfettamente ragione, la magistratra ha VANIFICATO la legge a nostro avviso anzi, se ne frega completamente del dettato e del senso etico della legge, si sono pure inventati la collocazione prevalente…e questa la dice lunga, ma diciamo anche che un giudice non ha tempo per decidere di famiglia! e non è produttivo verificare caso per caso, non sono abituati, devono fare svelti svelti, max 10 minuti per udienza, sono oberati dal lavoro arretrato, ma poi diciamocela in tutta onestà…questa magistratura ha ordini di scuderia da adempiere, e questi ordini dicono di perseverare nel mantenere la donna come figura centrale di riferimento dopo la separazione. A lei casa, figli e soldi, perchè così si pensa di fare il bene della società e dei figli. La realtà è un altra e la sappiamo oramai tutti, ma la prima realtà da porre in evidenza è che questi tribunali, con la famiglia non ci azzeccano proprio!!! le famiglie in questi tribunali sono fuori luogo, e questi magistrati, sono lontani anni luce dai temi sociali e da uno sguardo veritiero sull’andamento della società. A loro non interessa nulla se le separazioni aumentano, anzi, cercano di monetizzarle… mica di ofrire un clima di respiro post separativo o di creare le premesse affinchè i bambini possano avere comunque due genitori in maniera equa, dopo la separazione ! Questa sarebbe la giustizia che si immagina la gente semplice, troppo bello !!!!

I bambini, tanto cari ai genitori responsabili, e tanto cari anche ai paese più sviluppati, come indica la convenzione dei diritti del minore di New York (noi siamo fra i paesi firmatari dal 1998 nota bene!!!) , vanno tutelati nel permanere delle loro relazioni primarie: genitori e nonni….e tu …dici che questa magistatura …se ne è accorta ? Come tutto gli anziani, sono “sordi”, per fortuna che tutto gira come una ruota e le nuove generazioni stanno arrivando e le vecchie, fuori dal tempo, bolse e irremovibili, stanno poco a poco andando al creatore. 🙂
La bigenitorialità è un processo culturale, e, un pò come è accaduto per l’aborto e il divorzio…prima occorrono vittime sangue e dolore, poi , forse, la legge capirà che deve sterzare e cambiare rotta, e non serviranno i lamenti a posteriori, ne tantomeno i: glielavevamodettodatempo…!

CHE IL PADRE sia una figura in grande mutazione se ne sono accorti tutti e se ne accorgono sempre più tutti!, alla fine, dicimocelo, a questa magistratura che amministra una giustizia che non rispecchia ne buonsenso ne le leggi… non frega nulla, non pagano dazio i magistrati, mai, nemmeno se sbagliano! quindi è concesso loro tutto.
“Facciamo studiare da magistrati i nostri figli!” questo diceva Berlinguer agli operai…se volete una società diversa, fateli studiare da magistrati e insegnate loro altri valori, avremo un futuro diverso, e non va dimenticato che noi genitori, lavoriamo per il futuro dei nostri figli.

La redazione