Ne parlano in tanti, anche SKY Tg24, e non solo, ma le previsioni dicono che del tema relativo a questa spettacolare e infame discriminazione perpetrata dalla magistratura se ne parlerà per tutto l’autunno fino alla fine dell’anno e finchè non otterremo risposte SERIE. La discussione prosegue da tempo e proseguirà sempre di più su radio e televisioni private e pubbliche quotidiani riviste etc etc, il tema è caldo, sotto gli occhi di tutti, risveglia sdegno nell’anima di chi ama i propri figli eppure troppi interessi remano contro una soluzione svelta, e di questo tema se ne accorge spesso solo coloro che ne sono coinvolti.
Crediamo che fra le tante vergogne italiane, questa tocchi veramente il fondo soprattutto in considerrazione del fatto che viene perpetrata da uno dei tre poteri dello stato! Clicca per vedere
Buona ( e veloce) visione. La redazione
Buona ( e veloce) visione. La redazione
Sono felice che anche SkyTg34 abbia dato voce a questo pesante problema, purtroppo non c'è altra strada….e per dare forza a questo discorso vorrei ancora una volta riportare la mia esperienza personale e la testimonianza di cosa un padre deve sentirsi dire durante un'udienza in tribunale…
Chiedo al giudice di vedere di più mia figlia, soprattutto perchè nel weekend spettante integralmente alla madre io lascio la bambina il giovedì sera e non la rivedo fino al martedì della settimana successiva. Visto che il weekend a me spettante non è integrale ma comincia dalle 16 del sabato, propongo che il sabato mattina (del weekend della madre) possa stare qualche ora con la bambina e per pranzo la riporti alla mamma affinchè trascora con lei tutto il resto del weekend.
Risposta del giudice…."non posso concederlo perchè ciò costituirebbe un vincolo per sua moglie che qualora volesse andare fuori con la bambina non sarebbe libera di farlo dovendo farla vedere a lei", faccio presente al giudice che allora dovrebbe fare in modo che anche io vorrei avere la facoltà di organizzarmi il weekend e magari andare con la bambina da qualche parte, quindi almeno estenda il mio weekend….risposta del giudice:"Facciamo crescere questa bambina….e poi vedremo…"
Chiedo al giudice di concedermi di accompagnare mia figlia all'asilo la mattina, così da vederla seppure per breve tempo e poterle far sentire il calore di un abbraccio e non solo una fredda telefonata serale….che data l'età si rivela del tutto inutile….a questo punto il giudice dopo un attimo di titubanza, si rivolge alla madre e dice perchè non lo può fare? In fondo così anche la madre si sgrava dell'incombenza….dopo l'iniziale riluttanza della madre il giudice decide di imporre la cosa…tuttavia rivolgendosi a me il giudice mi fa presente che "Lei deve rendersi conto che nelle separazioni è così….lei non potrà vedere tutti i giorni sua figlia…e poi lei si deve rendere conto che io le ho concesso due pomeriggi a settimana che sono due ampi periodi di visita….e poi il weekend, anche se non è intero….di che si lamenta?"
Ciò che avrei voluto dire al giudice…e a tutti i giudici che danno queste risposte è la cosa seguente: 1)Perchè solo il padre deve abituarsi all'idea di non poter vedere il proprio figlio tutti i giorni? Perchè il giudice non fa lo stesso discorso alla madre? Alle solite il peso della separazione non è condiviso…è più facile scaricarlo su uno…ossia sempre lo stesso…2)Il giudice non mi concede di vedere mia figlia un sabato mattina, ritenedo di dover lasciare alla madre la libertà di poter organizzare la sua vita e quindi se vuole di andare con la figlia dove vuole…ma questo per il padre non vale? Il giudice non dovrebbe tutelare anche il diritto del padre di poter andare fuori con il proprio figlio? 3)Il giudice mi fa notare che in fondo è stato generoso con me concedendomi due ampi incontri settimanali e un weekend…; sono di parte quando dico che in queste parole si cela il retaggio culturale della madre affidataria e del padre al quale si "concede" il diritto di visita? Aggiungerei pure che il giudice parla di "Far crescere il figlio…e poi vediamo", ma un giudice che vede una moltitudine di cause all'anno è consapevole dei tempi della giustizia? Lo sanno che per cambiare i provvedimenti passano mesi ed anche anni qualora la madre ponga eccezioni ai cambiamenti (anche solo perchè ciò ridurrebbe il proprio tempo con il figlio)? A me sembra proprio, scusate sarò di parte, che si valuti il tempo di permanenza con il genitore del padre come un qualcosa di accessorio e non indispensabile, per cui alla fine amen…se ci stai di meno non succede nulla….
A dimenticavo…ho sollevato al giudice la questione delle visite in caso di malattia….un diritto dovere del padre e soprattutto un diritto del figlio a ricevere seppure in misura ridotta anche il conforto del padre…risposta del giudice: "be vabbè se la bambina sta male punto, sta a casa quando si ristabilisce si riprende con la solita prassi…". L'avv. di mia moglie sottolinea che la tensione tra i coniugi è tale che sarebbe meglio evitare questi incontri…e poi che tanto la madre ha tutte le competenze per curare la figlia efficacemente…quindi non c'è motivo che il padre venga a controllare ed accertarsi dello stato di salute della figlia…". Il giudice che fa secondo voi? Mi dice che in effetti se i rapporti sono tesi, bisogna evitare che lei e sua moglie vi incontriate troppo spesso….
Allora aggiungo il punto 4)Se questo è l'orientamento di un giudice o peggio dei giudici, allora ad una madre che voglia ridurre o togliere i diritti all'ex marito non è sufficiente dire o creare ad arte un clima teso e lamentarsi in modo che il giudice provveda ad allontanare il padre, privandolo o limitandolo di un diritto
Ciò che avrei voluto dire al giudice…e a tutti i giudici che danno queste risposte è la cosa seguente: 1)Perchè solo il padre deve abituarsi all'idea di non poter vedere il proprio figlio tutti i giorni? Perchè il giudice non fa lo stesso discorso alla madre? Alle solite il peso della separazione non è condiviso…è più facile scaricarlo su uno…ossia sempre lo stesso…2)Il giudice non mi concede di vedere mia figlia un sabato mattina, ritenedo di dover lasciare alla madre la libertà di poter organizzare la sua vita e quindi se vuole di andare con la figlia dove vuole…ma questo per il padre non vale? Il giudice non dovrebbe tutelare anche il diritto del padre di poter andare fuori con il proprio figlio? 3)Il giudice mi fa notare che in fondo è stato generoso con me concedendomi due ampi incontri settimanali e un weekend…; sono di parte quando dico che in queste parole si cela il retaggio culturale della madre affidataria e del padre al quale si "concede" il diritto di visita? Aggiungerei pure che il giudice parla di "Far crescere il figlio…e poi vediamo", ma un giudice che vede una moltitudine di cause all'anno è consapevole dei tempi della giustizia? Lo sanno che per cambiare i provvedimenti passano mesi ed anche anni qualora la madre ponga eccezioni ai cambiamenti (anche solo perchè ciò ridurrebbe il proprio tempo con il figlio)? A me sembra proprio, scusate sarò di parte, che si valuti il tempo di permanenza con il genitore del padre come un qualcosa di accessorio e non indispensabile, per cui alla fine amen…se ci stai di meno non succede nulla….
A dimenticavo…ho sollevato al giudice la questione delle visite in caso di malattia….un diritto dovere del padre e soprattutto un diritto del figlio a ricevere seppure in misura ridotta anche il conforto del padre…risposta del giudice: "be vabbè se la bambina sta male punto, sta a casa quando si ristabilisce si riprende con la solita prassi…". L'avv. di mia moglie sottolinea che la tensione tra i coniugi è tale che sarebbe meglio evitare questi incontri…e poi che tanto la madre ha tutte le competenze per curare la figlia efficacemente…quindi non c'è motivo che il padre venga a controllare ed accertarsi dello stato di salute della figlia…".
Il giudice che fa secondo voi? Mi dice che in effetti se i rapporti sono tesi, bisogna evitare che lei e sua moglie vi incontriate troppo spesso….
Allora aggiungo il punto 4)Se questo è l'orientamento di un giudice o peggio dei giudici, allora ad una madre che voglia ridurre o togliere i diritti all'ex marito non è sufficiente dire o creare ad arte un clima teso e lamentarsi in modo che il giudice provveda ad allontanare il padre, privandolo o limitandolo di un diritto (Per non parlare di quello del figlio) come fosse implicitamente il padre il problema o il soggetto disturbatore? Purtroppo mi pare che il giudice non ci perda neanche tempo a stabilire chi ha torto o ragione o a trovare soluzioni alternative che salvaguardino i diritti di tutti…ancora una volta prende il peso della tensione e lo scarica sul solito soggetto malcapitato(padre). Non è questo un modo abbietto della madre(suffragata dai giudici) di usare i figli come scudi/armi?
Ancora una volta i concetto di genitore collocatario si traduce nel concetto che la madre dispone ed il padre subisce…
Pensate per esempio che discutendo con la mia ex moglie di fatto che io debba accompagnare la bambina all'asilo, lei mi fa presente che non si tratta di scuola dell'obbligo, quindi se la madre per un qualsiasi motivo decidesse unilateralmente di non mandarla a scuola a me sarà impedito di vederla anche per quel poco tempo…5)Il giudice prende un provvedimento, ma la madre gioca sulle parole ed aggira il provvedimento….
Chiedo a voi una previsione…pensate che se facessi presente al giudice questo problema che farebbe? Io dico che rischierei persino che torni sui suoi passi e mi tolga il diritto…
6)I giudici non parlano mai di recupero dei periodi di spettanza persi da genitore non collocatario….o solo se con forza il padre lo chiede forse lo può sulla carta ottenere….
Un padre deve fare già i conti con un tempo limitato….ma almeno questo tempo dovrebbe essere garantito??!! Pare che sia una concessione anche questa, bisogna chiederla, ma sotto voce….e per piacere….
Spero di aver dato altro materiale e forza a questo bellissimo movimento d'amore che si chiama "bigenitorialità".
Massimiliano
Il commento di massimiliano necessitava di una "mano" da parte della redazione per essere postato tutto!
Massimiliano!!!! scrivi troppo! 🙂