Mi chiamo Pietro e ho due bellissime bimbe di 6 e 4,5 anni. Anche io, come molti, troppi papà, sto vivendo una traumatica separazione da mia moglie e, soprattutto, dalle mie bambine.

Da inizio giugno, dopo il primo provvedimento provvisorio emesso dal tribunale civile di Varese, vivo in questa situazione:
1- posso vedere le mie figlie 10 ore alla settimana + week-end alternati + 15 gg durante le feste
2- mia moglie vive con le bambine in due case adiacenti (entrambi dichiarate separate a catasto) una di sua proprietà e una di mia proprietà che prima costituivano la nostra casa famigliare (due appartamenti assolutamente indipendenti, impianti separati, entrate separate) che per comodità avevamo unito in fase di ristrutturazione attraverso una porta abusiva (non dichiarata a catasto)
3- io sono ritornato nella stanzetta di quando ero piccolo a casa dei miei genitori
4- percependo uno stipendio netto di circa 1500€ devo: pagare 50% mutuo(530€), dare 500€ come mantenimento bimbe, dare 250€ come mantenimento moglie (che lavora) + circa 140€ mensili per le spese straordinarie (scolastico-ludiche) per un totale di circa 1400€.

Mi rimangono ben 100€ per vivere con i quali, secondo il giudicante, potrei attuare l’affidamento condiviso a me concesso.

La separazione giudiziale è stata voluta da mia moglie che, come motivi giustificativi l’addebito, mi ha attribuito non solo tutte le cause della distruzione del nostro rapporto, ma, “dato che c’era”, ha confezionato delle illazioni assurde su miei presunti comportamenti “disinvolti” verso le piccole che le avrebbero irrimediabilmente traumatizzate.

“Ha preso l’abitudine di esibire il membro genitale quando egli va in bagno per mingere.
Egli svolge i suoi bisogni corporali davanti alle figlie ed esse sono autorizzate a toccare il suo membro.”
“ … tanto da rendere giustificabile il timore che l’educazione di due bambine così piccole sia irrimediabilmente compromessa a causa dei traumi subiti”
“ .. la preoccupazione primaria della ricorrente riguarda l’eventualità che viscidi pedofili importunatori di minori possano avvicinare le bambine, ma queste non abbiano strumenti educativi per riconoscere le molestie.”.
Queste sono le righe che ho potuto leggere nella narrativa rappresentata dal legale della mia ex-moglie.

Per poi, davanti al giudice, dire invece che era tutto apposto.

Il giudicante, a mio avviso, senza leggere nemmeno una riga della mia difensiva, si è limitato a chiedermi quanto guadagnavo e dove abitassi in quel momento per poi deliberare una sentenza assolutamente iniqua, dove elementi come “continuativo” ed “equilibrato” non sono neanche lontanamente avvicinabili.

Pochi giorni fa i servizi sociali hanno depositato in tribunale la loro relazione sul monitoraggio effettuato sul nucleo famigliare, dove non hanno rilevato nessun problema nelle bambine definendole “vivaci e serene” e nessun problema educativo per i genitori, sottolineando il buon rapporto che le bambine hanno sia con la madre sia con il padre.

Quello che assolutamente non voglio e non devo accettare è il fatto che una persona, una mattina qualunque della sua vita, di punto in bianco, possa decidere di rovinare, mentendo e calunniando, la vita ad un’altra persona, ad altre persone come le proprie figlie.

Alle mie bimbe: papà c’è.