….. volevo dire anche un’altra cosa, noi quando abbiamo deciso di separarsi avevamo preso già degli accordi. Le figlie sono state affidate a me, però io al padre ho sempre permesso di vederle e stare con loro ogni volta che lui voleva. Abbiamo una domenica per ciascuno per stare con le figlie, ma il più delle domeniche stanno con il padre.
Lui si è trovato anche casa vicino per poter dare anche a loro la possibilità di andare da lui quando vogliono. Questo è anche per far capire che dipende anche da noi e dal modo di comportarsi. Nella maggior parte dei casi e sono tanti, anche dopo un divorzio si continua a ripicche a ricatti, questo non è bello e non è salutare per i figli e questo accade ogni giorno.
Quindi tutto dipende da noi .Quando la bimba di 5 anni ha festeggiato il suo compleanno il papà era presente, e quante coppie separate permetterebbero di far partecipe il propio/a ex. Mia figlia di 17 anni sai quante volte dice mamma io rispetto ai miei amici che hanno genitori separati mi ritengo fortunata?!?
Sai il perchè? Perchè noi per lei ci siamo sempre, magari di questi tempi ti sembrerà fantascentifico questo che ti sto dicendo però è la verità. Non abbiamo mai fatto niente per far sentire in colpa i nostri figli, abbiamo sempre detto: se ci separiamo è perchè non si va più d’accordo tra di noi, ma quanti figli si sentono in colpa per una separazione. e quanti figli si sentono in colpa e i genitori ci marciano su questo.
Le leggi serviranno, alcune sono sbagliate, altre fanno schifo. Ma a parte tutto questo molto dipende soprattutto da noi, sarebbero da rieducare i genitori. Questo argomento penso che possa far riflettere anche gli altri genitori con figli, che si separano o che si stanno seprarando. Ci deve essere una strada diversa dal litigio che inizia con l’amore per i figli e rispetta tutte le persone.
Ecco il linguaggio esemplare delle separate, mutuato pari pari dalle relative avvocatesse:
1. "Le figlie sono state affidate a me".
Falso. Vero è che nessun giudice affida alcun figlio ad un genitore che non lo chiede. Tutti i giudici affidano tutti i figli a tutte le madri che li chiedono. Nessun giudice affida alcun figlio al padre che lo chiede. La traduzione esatta è: "Io ho imposto, in quanto donna, che le figli fossero affidate a me".
"Però io al padre ho sempre permesso di vederle". Secondo il vocabolario della lingua italiana il permesso viene dato da chi è superiore a chi è inferiore: cioè la madre ha deciso che lei è il genitore di serie A ed il padre il genitore di serie B.
"E stare con loro ogni volta che lui voleva". E quando volevano le figlie? Problema che la "sensibilità" donnesca nemmeno si pone.
"Abbiamo una domenica per ciascuno per stare con le figlie, ma il più delle domeniche stanno con il padre." Infatti le separate rivoluzionano anche il calendario, riducendo la settimana alla domenica.
"Lui si è trovato anche casa vicino". Invece lei non ha avuto nemmeno questa incombenza e la vicinanza abitativa del padre era una sua libera scelta, non una precisa responsabilità genitoriale, che per essere attuata spesso ha bisgno del supporto economico di tutta la famiglia.
"Per poter dare anche a loro la possibilità di andare da lui quando vogliono". La figlia di 17 annni va dove vuole, indipendentemente dal genitore collocatario; la figlia di 5 anni non va da nessuna parte, se non c'è il permesso o non viene accompagnata.
"Sarebbero da rieducare i genitori". Infatti.
Diego Alloni
Mi trovo perfettamente d'accordo con il commento di Diego…purtroppo si gioca con le parole e si spera che chi le legge non ne sappia il significato. Ma chi ci passa, impara presto a capire l'importanza del significato delle parole. Alla fine di questo discorso la suddetta mamma fa la parte della buona…perchè "concede", non impedisce…ma si dovrebbe domandare se il povero padre conoscendo come vanno le cose, non abbia preferito il male minore..altrimenti in moltissimi casi..il coltello dalla parte del manico lo ha il genitore affidatario o collocatario…
Purtroppo una madre che concede è vista come modello buono..ma io vorrei dire che il non mettere ostacoli al genitore padre non è la cosa straordinaria…dovrebbe essere la norma!
Sarebbe straordinaria la situazione in cui la madre dicesse al padre di collocare la figlia presso di lui!Purtroppo siamo talmente impastati di malcostume che anche un comportamento un po + educato ci sembra una cosa straordinaria!
Tanto per portare un'altro esempio di disponibilità di una madre,vi racconto quello che mi è accaduto ieri, ho avuto una discussione con la mia ex moglie perchè non riuscivo a sentire telefonicamente mia figlia piccola,il sabato perchè dormiva…e la domenica nonostante gli chiedessi di dirmi un orario in cui potessi chiamare..era evasiva e pretendeva che io rimanessi in attesa della possibilità di farlo…e quando io, ovviamente infastidito, mi lamentavo mi sentivo dire dalla mia ex che io ero litigioso e che lei più che essere disponibile non poteva…ma dove fosse la disponibilità ancora lo devo capire…visto che non trovava soluzioni ma era solo capace di mettere problemi affinchè io potessi finalmente avere il mio colloquio!Questa come altre situazioni sono il frutto di questa distorta concezione del figlio che è di un genitore(Madre) ed il padre a cui si "concede" di vedere il figlio o semmai di sentirlo!Nessuno concede, neanche la legge degli uomini, ma la natura stessa…la legge e la cultura delle parole ipocrite…servono per sovvertirla!
Massimiliano
Ho letto davvero con interesse quanto scritto da Marzia.
Infatti una persona assolutamente innocente, che non conosce affatto le dinamiche di una separazione "DIFFICILE", potrebbe assolutamente dire:
"Però che bravi questi due genitori, hanno messo da parte i loro attriti per il bene dei figli".
Poi come ha, direi "minuziosamente", analizzato Diego, in realtà di innocenza c'è ben poco.
Rimane in me, anche se sottile, un senso di "fastidio" e disagio nel vedere scritte parole come "permesso", "si è trovato una casa", "non ho mai impedito".
Marzia il fastidio esiste perchè, e ne sono assolutamente convinto, tu non parli in mala fede, ma parli ed usi certe espressioni perchè fai parte di un sistema che reputa normale e ordinario che il genitore prevalente sia una madre e non tutti e due allo stesso modo. Un retaggio culturale (e chiariamo bene non solo culturale, ma anche e soprattutto di interesse) che ha solide radici e solidi sostenitori, che ha reso "normale" classificare mamme e papà in due categorie ben distinte:
– mamma: serie A: lavora, provvede alla casa, accudisce i bimbi, accudisce il marito
– papà: serie B: va a lavorare.
Io trovo che sia aberrante che tu dica con tanta facilità, e ripeto buona fede, che "hai concesso" oppure "hai permesso".
Se tuo marito (e "tuo" è generalizzato, non mi permetto di entrare in vostre dinamiche personali):
– avesse insistito per un affidamento al 50% con mantenimento diretto della prole
– percepisse il tuo stesso stipendio, magari da operaio, e non avesse la possibilità materiale per acquistare/affittare un'altra casa (e magari non avesse i genitori o qualche parente che potesse ospitarlo)
credo (in virtù di quanto espresso sopra) che difficilmente tu avresti "permesso" e difficilmente "non avresti impedito".
Alla fine, come quasi sempre direi, dei bambini importa poco o nulla.
Pietro Conconi.