Affido condiviso dove sei? ne parlano a Radio Radicale:
-Inizio dicendo che chi pensa che sia tempo perso parlare di mancato affido condiviso e che le parole siano inutili, sbaglia.
Magari avessimo confronti così tutti i giorni in ogni radio ed emittente televisiva. Avere le idee chiare soprattutto per chi vive il problema è per certo la prima cosa di cui appropriarsi, perchè avere chiarezza aiuta nella comprensione del fenomeno, e quando parlano persone che la legge l’hanno fatta, come Paniz o che la vivono con disagio e capacità di analisi come Timperi, ecco che il dialogo che nasce diventa una ottima occasione per avere la massima chiarezza e magari ricevere fra sè e sè delle spiegazioni.
Ore 23:12, Il dialogo fra le parti su Radio Radicale, non poteva essere a nostro avviso più completo ed esaustivo di così, forse si potevano esplorare, avendo avuto altro tempo, i contenuti dei recenti disegni di legge integrativi alla 54/2006, come ad esempio il ddl 957, o il pdl 2209 o il pdl 43, che indicano linee guida e percorsi volti a migliorare l’applicazione di questa L. 54 che attualmente in mano ai magistrati per la sua applicazione, non accontenta nessuno.
La prima cosa è una informazione relativa a quando vengono discusse le proposte di leggi, ovvero la loro calendarizzazione, quando vengono messe a calendario! Ciò avviene solo grazie al diretto intervento del Presidente della commissione Giustizia, e per chi non lo sapesse è Giulia Buongiorno, ricordate? (http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1742&biografia=Giulia+Bongiorno) Teneva insieme a Michelle Hunziker sulle pagine di una nota rivista femminile uno spazio sullo Stalking maschile. Questa precisazione è un inciso per i lettori accorti.
Ma partiamo dallo status quo, l’on. Antinoro euro-deputato al parlamento (http://www.divorziobreve.org/?q=node/18628) ha introdotto l’argomento e la legge. E’ infatti lui stesso promotore di una interrogazione parlamentare sulla mancata applicazione della 54/2006 Legge sull’affido Condiviso dei minori.
Antinori, dopo un introduzione ha lasciato poi il campo ad un interessante scambio di opinioni e “domande e risposte” fra Timperi e l’on. Paniz, che rappresentano nello specifico; Paniz il creatore della legge (nella vita è avvocato), e Timperi che “usufruisce” i benefici applicativi della legge, e quindi diciamo è un consumatore del prodotto di Paniz. Un consumatore come tanti ve ne sono e come tanti che lamentano la scarsa qualità del servizio erogato fa da portavoce del disagio collettivo, con una “mira” notevole ed una sensibilità verso il tema che spesso non hanno i tanti papà coinvolti da separzioni e sottrazioni successive dei figli. Dunque è benvenuto il taglio che Timperi ha dato con garbo ed estrema lucidità. Il dialogo ha prodotto da parte dell’on.Paniz una serie di informazioni che sono il “cardine” su cui si muove l’intera vicenda.
Da non sottovalutare neppure il “divorzio breve”, anche se non rappresenta il cuore della discissione.
I punti salienti:
La magistratura non ha capito il “portato” della legge ed ha reagito con una interpretazione non omogenea sul territorio italiano, offrendo visioni che indicano la distanza del senso della legge dalle sentenze espresse. In parole più esplicite, la legge dice una cosa i magistrati ne fanno un altra. Il concetto di equilibrata frequentazione di entrambi i genitori diviene elemento di disciussione, e si comprende che non necessariamente il 50% rappresenta la giusta misura sempre, anche un 30 e 70% dei tempi potrebbero essere adeguati. La cosa che balza però all’occhio di Timperi e sfugge a quello di Paniz, e viene esposta, è che le sentenze di affido condiviso sono sentenze “falsate” ovvero contengono tempi assai lontani dal 50/50, e si attestano al 20/80 quando vanno bene, dove 20% è il tempo per la frequentazione dei figli riservato ai padri e l’80 alle madri. Ma raggiungiano apici interessanti e assai diffusi dove la percentuale è 10/90. E a ben vedere in entrambi i casi, il 50/50 è assai lontano, e quando i numeri (quasi tutti) si esprimono con queste differenze macroscopiche ecco che balza evidente che qualcosa non va.
L’assunto dell’equa frequentazione e della congruità dichiarato dalla legge, viene baypassato dai magistrati quasi nella totalità dei casi! Nascono termini inventati come il genitore collocatario o prevalente (titoli inesitenti nella legge) che ripropongono una discriminazione, non solo nel termine, ma nella sostanza visti i tempi assolutamente dissimili di frequentazione assegnati verso i due genitori ai bambini.
I magistrati, al contrario di tutte le altre classi di professionisti, possono fare quello che vogliono senza essere radiati dall’albo ad esempio e senza subire sanzioni anche se inadempienti, e questo lo si evince dai fatti, ogni altra parola a tal proposito è superflua.
Un qualsiasi chirurgo ad esempio se sbagliasse, pagherebbe. Ecco un altro aspetto trattato nella trasmissione, insieme alla scaltrezza di alcuni avvocati che anzichè apportare ragionevolezza fra i coniugi separandi, spesso funzionano come “la benzina sul fuoco”, e pure loro rarissimamente ne pagano le conseguenze.
Un punto interessante nasce dall’analisi dell’invasività della magistratura e dalla sua “tendenza giurisprudenziale” da leggere come un ” codice comportamentale adottato” in merito all’applicazione della legge e l’on.Paniz è concorde con Timperi nel dire che occorre contrapporre resistenze se il magistrato si dimostra palesemente distante dal testo di legge, ovvero, far rispettare il dettato di legge è un dovere dei cittadini e degli avvocati, ove diviene determinante ad esempio, ricorrere alla Cassazione che quasi sempre dà ragione ai ricorrenti. Quindi intervenire sui magistrati affinchè applichino a dovere la legge.
Non firmare ad esempio accordi fotocopiati, che rappresentino un imposizione preconfezionata, come accade in alcuni tribunali, se questi non tutelano la relazione dei minori con entrambi i genitori nei modi previsti della legge, ovvero equilibrati e continuativi!
Timperi ha evidenziato, con un esempio, quanto la magistratura stessa adotti spesso pesi e misure differenti, parlando del codice della strada e facendo un ipotesi: se il primo dell’anno entra in uso un nuovo codice stradale, a mezzanotte e due minuti siamo certi di essere passibili di pene se lo si infrange, mentre con l’affido condiviso non si ha la certezza di nulla, coì come non si ha la certezza della pena in casi in cui i figli sono ostaggio dell’altro genitore.
E parla della trasmissione Matrix di un mese fa, dove la magistrato Cavallo di Roma ha evidenziato che il ritardo dell’applicazione della bigenitorialità implicita nella legge 54/2006, sia praticamente un problema di cultura dei magistrati stessi che fanno i conti con la loro scarsa comprensione del dettato di legge….. E Timperi evidenzia dunque come la legge sia attiva e spacchi il secondo nel caso dell’applicazione di un nuovo codice della strada, ma poi, nell’affido condiviso si prenda tutto il tempo che vuole nell’applicazione di ciò che dice la legge, con una legittima rabbia dei genitori che nel frattempo si vedono giudicati con doppi pesi e misure.
Timperi evidenzia come anche le donne siano spesso soggetti coinvolte nel medesimo disagio, soprattutto nei casi di nuove compagne e mogli dei papà separati, donne coinvolte in progetti “rigenerativi” di famiglie, ma aggiungiamo noi, anche le sorelle dei padri (le zie) o le mamme dei padri, (le nonne) registrano pesanti sottrazioni affettive. Insomma un universo che rappresenta un ragguardevole indotto rappresentativo del disagio e dolore per le famiglie in via di separazione e separate ma anche quelle in via di riconfigurazione a totale discapito dei minori che potrebbero trovare nuovi luoghi di accoglienza e accudimento.
Paniz sostiene che la legge è chiara e non necessita di modifiche, noi dalla finestra degli eventi, speriamo ceh Paniz non si d’ostacolo alle nuove proposte di legge e ci rendiamo conto che occorrerebbe, stando le cose, di un codice comportamentale che dia linee guida più precise, perchè dopo 4 anni dall’entrata in vigore, osservando il disagio applicativo così pesante e diffuso, crediamo necessiti davvero una soluzione etica e rispetosa dei minori. Per certo di condiviso queste sentenze spessissimo hanno solo il nome, per giunta improprio, ed ecco perchè si dice che la legge viene applicata nell’80% dei casi e sosteniamo non solo noi (come dice Timperi stesso) sono sentenze di falso affido condiviso.
Ulteriori aggravanti una giustizia lenta che rimanda di mese in mese le audizioni, e allo stesso tempo una giustizia che nel tentativo di recuperare i suoi tempi produttivi, nell’arco di 10 minuti segna la fine della relazione padre-figli, senza fare quel doveroso lavoro di valutazione sulle persone o utilizzando allo scopo servizi di un profilo profesionale spesso dubitevole.
Si è parlato di mediazione familiare e Antinoro ha chiesto a Paniz come mai non l’avessero prevista nella stessa legge 54/2006. Paniz, ha risposto dicendo che anche se ci avevano pensato, non lo hanno potuto includere poichè purtroppo non esiste un organismo ufficiale che provveda ad accreditare i mediatori familiari, in sostanza a dare loro un patentino professionale riconosciuto e riconoscibile, ecco spiegato il perchè di questo ruolo e compito, necessario eppure assente. Assente si fa per dire ci verrebbe da dire, oggi i mediatori ci sono eccome ed in alcuni casi hanno parcelle attorno ai 100 euro l’ora, non male per dei professionisti senza laurea ne albo no?. Quindi anche il tema economico è certamente importante, anche se va segnalato che alcuni comuni prevedono il servizio in forma gratuita per i cittadini.
La Cassazione poi sentenzia che non può essere il litigio fra coniugi a creare le premesse per affidi esclusivi, e quindi il litigio non è elemento utile per inficiare l’applicazione della legge sul condiviso che è la norma, ma sappiamo bene che molti giudici, davanti a palesi conflitti hanno una modalità pregiudizievole di affido. E anche questa interpretazione non va affatto bene.
Quindi gli aspetti sono molteplici e la difformità applicativa è solo quello più evidente a sostanziare che l’applicazione dell’affido condiviso, oggi, appare più che mai scorretta, inappropriata, snaturata.
Occorre un operazione di sensibilizzazione verso Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) per produrre il cambiamento. E dal basso, occorre produrre contrapposizione a sentenze ritenute inique, questo emerge in chiusura perchè in tanta incertezza interpretativa almeno un dato è chiaro e lampante: La figura del genitore padre non ha parità di trattamento davanti ad un giudice in tribunale, e questo va in conflitto con tanti e troppi aspetti della vita civile, possiamo citare l’art.3 della costituzione ad esempio, e tutte le politiche del ministero sulle pari opportunità che mirano ad una reale parificazione di diritti e doveri per i due sessi e quindi perche no per i due genitori?
I figli si fanno in due e in due si devono accudire, più che mai oggi.
Igor Bic
Salve,proprio ieri sono stato dal mio avv. il quale come si evince dall'articolo,mi ha informato su come i giudici si comportano…e mi ha confermato che è prassi consolidata che tendano a scrivere nelle sentenze poche cose,definire diciamo un tempo/frequentazione minima garantita…ma visto che le dinamiche dei rapporti sono infine…non si spingono oltre…anzi se uno presenta memorie articolate che chiariscano i vari aspetti si infastidiscono e magari rigettano tutto o decidono secondo standard,che come sappiamo sono sempre a discapito del padre.Certo fosse per l'avvocato tutte le proposte da me presentate dovrebbero essere accettate(senza falsa modestia perchè io pur di stare con mia figlia ho lasciato ampia disponibilità d'orari e giorni..+ di così non posso fare), ma se poi presenta al giudice queste proposte e lui le respinge per pigrizia o che non saprei…che succede…anche l'avvocato si trova di fronte al cliente scontento e visto che vorrebbe non pregiudicare in questo caso me ed il mio rapporto mi pare comprensibile che cerchi di ottenere il massimo e poi di continuare la via crucis delle richieste in successive battute…
Le successive battute hanno dei costi…che non sempre tutti possono sostenere….senza considerare i tempi giuridici…se uno ha giustizia dopo 10 anni?Tengo a sottolineare che da molte parti si sente dire che tenere aperto un processo sia sempre come mettere la benzina sul fuoco…per cui il genitore prepotente, se prima faceva 10 cose contro..ora si sente istigato a farne 20..30..ad inventarsi le peggio cose…Quindi i padri per primi vivono nel terrore che le situazioni precipitino anche peggio…Come si fa?I consulenti mediatori a parte i costi possono fare poco contro la cattiva volontà…e poi si possono portare come testimoni in giudizio?Magari no…altrimenti i maleintenzionati non ci andrebbero mai…
A sempre per portare una testimonianza..il mio avv. ha presentato un richiesta al tribunale dei minori di roma…3 mesi fa…la prima udienza è per Maggio 2011!!!!In questo frangente il povero papà non ha possibilità di vedere il figlio…
Ah sempre per aggiungere altro…il mio avv. mi ha detto che se per motivi di malattia di mia figlia io non la posso vedere è assai improbabile che un giudice emetta sentenza in cui specifichi almeno i tempi di recupero…dovrebbe prima verificare che i casi sono stati tanti ed in poco tempo…altrimenti il giudice pensa…"e vabbè se qualche volta passano 8/10g o anche + senza vedere tuo figlio..non significa che il provvedimento è sbagliato o non funziona…".Come si fa a fargli capire che per chi come me il tempo è definito e non aumentabile se non dopo anni e spese di giudizio/avv. vale oro ed anche di +?E che il chiedere di recuperare il tempo un piacere prima ed un dovere poi verso un figlio?Se il giudice vuole il bene del bambino non dovrebbe premiare il genitore che tenta in ogni modo di dare al figlio anche e nonostante avversità spesso indipendenti dal genitore stesso?
Ci pare di poter dire che a partire dal tuo stesso avvocato…hai sempre pedalato in salita!
Le associazioni offrono legali che sanno "tarare" i ricorsi e soprattutto sanno spiegarti cosa si deve e cosa si può fare, lo sapevi tu?
E il tutto con prezzi calmierati ed un senso del concetto di bigenitoriallità che a molti purtroppo manca ancora.
La Redazione
"Ciò avviene solo grazie al diretto intervento del Presidente della commissione Giustizia, e per chi non lo sapesse è Giulia Buongiorno, ricordate?"
Ricordiamo, certamente, ma l'Avv. Buongiorno è Presidente della Commissione Giustizia della Camera, mentre il Ddl 957 è in discussione alla Commissione Giustizia del Senato.
Non è differenza da poco ed è per questo che occorre focalizzare sul 957.
Per le Pdl alla Camera, invece, temo occorrerà aspettare la prossima Legislatura, alla quale, verosimilmente, la Buongiorno non verrà eletta.
Grazie del consiglio, io mi sto iscrivendo ad un'associazione di Roma anche per il solo fatto di sostenere il movimento della bigenitorialità. Per quanto riguarda l'avv.to ad onor del vero ritiene di tarare le richieste del ricorso su quello che l'esperienza gli dice o da come il giudice ha parlato nelle udienze, io allo stato attuale ho ottenuto in gergo il cosiddetto provvedimento esteso, tuttavia si pone il problema che il mio avvocato ha riconosciuto che per la madre la cosa importante è garantirsi di stare con la figlia il + possibile anche se questo andasse a discapito di quello paterno, ovviamente la mia ex dice che lo fa per il bene della piccola per non strapazzarla, quando sta male mia figlia non esiste che io ottenga di vederla,davanti a me il giudice non sembrava sensibile alla mia preoccupazione che passassero anche 10 giorni senza vedere mia figlia,per la mia ex poi il paradosso è che se la vedo di meno per la malattia non è colpa sua, se dopo che è guarita chiedo di vederla una volta in + a recupero del giorno perso…dice che gli fa male perchè fa la zingara o la pallina da ping pong.Per il mio avv.to io dovrei per il bene della bambina recuperare,se per questo per lui io dovrei persino poter fare una visita breve a casa…ma se poi vede il giudice non tanto sensibile che può fare?
Conoscete di qualcuno che ha avuto mai un provvedimento specifico del giudice in cui si affermava il diritto del recupero se la causa è la malattia del figlio?
Da quanto ho capito il mio avvocato cercherà di proporre anche l'intervento di un mediatore, e forse rivolgersi al giudice tutelare…
Si dovrebbe riuscire ad introdurre un meccanismo o principio di recupero nella stessa legge dell'affido condiviso…
Intanto io negli ultimi due mesi per due volte sono stato costretto a stare lontano dalla bambina 10g e 8g…magari il giudice pensa come mia moglie che sono io che sono esagerato a voler persino recuperare dei giorni….
Pensate che per la mia ex, io penserei prima al mio diritto di padre e non al mio dovere di padre….solo perchè chiedo di recuperare i giorni persi…
Lascio a voi giudicare….