Da: Rubrica “Papageno: in nome dei padri” del Mattino della Domenica, 16.1.11 pag 8 (pagina Mattino in pdf http://www.miopapageno.ch/images/InNomeDeiPadri/inpdivorziostatopaga16.1.11.pdf

Un padre di tre figli, separato dal lontano 2002, esasperato da oramai 9 anni di procedura di separazione e divorzio a causa delle esorbitanti pretese della moglie. Ella, dall’età di 36 anni, pretende almeno 2’400 fr al mese di alimenti per sé stessa

[ndr: nel 2002 fr 1’000 al mese, nel 2011 fr 2’400], la metà degli averi dei coniugi e della casa, gli alimenti per i figli e una “liquidazione” di almeno 60’000 fr (sic!).

La prima lettera inviata dalla legale della moglie, avv.ta Rosella Chiesa Lehmann di Mendrisio, data del lontano 2001. Da allora, questa “povera madre” ha sottratto di nascosto al marito 6’000 fr nell’ultimo anno di vita in comune; dopo la separazione lavorava “in nero” mentre era in disoccupazione, incassava in doppio assegni familiari sia dal marito che dalla cassa disoccupazione, incassava dallo Stato assegni integrativi senza averne diritto e otteneva per anni il condono delle imposte dallo Stato millantando considerevoli spese finanziarie rivelatesi fittizie. È il marito ad aver denunciato la moglie, sebbene questi fatti fossero già desumibili dagli atti processuali in Pretura. Il marito, al contrario, lavorava e si adoperava per tutelare i tre figli e il loro futuro.

Interpellata da terzi, la moglie pretende di non volere nulla dal marito ma che è la “Legge” che gli impone di ricevere! Di fatto è in atto un vero e proprio “ricatto legalizzato”: “Vuoi il divorzio? Beh, allora paga quello che voglio! In caso contrario andiamo avanti nella causa, tanto che ci perdo? Dal 2002 continuo a stare nella casa coniugale e, dal 2007, ci vivo pure con il mio amico poliziotto M. N.. In più ti porto via la metà dei contributi che versi per la AVS e la Cassa pensione: dalla separazione nel 2002 ad oggi, la bellezza di 90’0000 fr (sui 180’000 fr versati dal marito e dal datore di lavoro)! Il tutto alla facciaccia tua e senza spese, visto che il Pretore Enrico Pusterla continua anche nel 2011 a concedermi l’Assistenza Giudiziaria, nonostante l’Interrogazione parlamentare al CdS del 2009 del deputato Poggi. Eh sì, tanto mica pago io: lo chèque lo firma il Pretore Pusterla, lo incassa la mia avv. Rosella Chiesa Lehmann e i soldi li paga lo Stato! Per cui, perché dovrei divorziare?”

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