Il tasso delle separazioni e dei successivi divorzi oggi è in costante aumento.
I danni psicologici a cui vanno in contro i figli, non sono dovuti alla separazione in sé, ma alla modalità con cui avviene ed allo stile genitoriale pregresso alla separazione. Il bambino, in questa dolorosa fase, interiorizza le strategie disfunzionali e comportamentali di entrambi i genitori, tendendo poi a ripeterli nel tempo, altre volte invece tenderà a sviluppare comportamenti anti-sociali o emotivamente non adeguati, in special modo in adolescenza. La separazione caratterizzata e mossa dal conflitto e dalla rabbia, creerà delle “disfunzionali alleanze figlio-genitore”, spesso a scapito dell’altro genitore.
Questa erronea “triangolazione delle dinamiche”, con una conseguente manipolazione e strumentalizzazione dei figli, li nuocerà e li danneggerà inevitabilmente; nel tempo infatti, queste condotte manipolative si ritorceranno loro contro, in termini di disequilibrio psichico, con il conseguente possibile manifestarsi di comportamenti psico-patologici. Il livello coniugale, con quello genitoriale, dovrebbero obbligatoriamente rimanere disgiunti, anche nel dolore e nella rabbia, una possibile confusione di ruoli, danneggerà sia genitori che figli. I genitori, rimarranno pur sempre genitori, anche se non più marito e moglie. Questa separazione di ruoli diviene funzionale al mantenimento di un equilibrio emozionale nei figli, che dovranno sentirsi contenuti, anche nel disordine e nel dolore di una separazione.
A volte uno dei figli diviene, in termini psicologici, un “partner sostitutivo” per l’altro genitore, con notevoli ripercussioni negative sulla psiche e sul comportamento e con costi emotivi elevatissimi, vivendo inoltre la pressione psicologica latente da parte dei genitori, di dover scegliere uno di loro, una scelta che evoca dannosissime “angosce abbandoniche”.
Separarsi non è certo semplice, ma a volte, chiedere un aiuto ad un clinico per dipanare la matassa emotiva, può rappresentare un valido supporto alla sofferenza e al dolore psichico.
Dottoressa Valeria Randone www.valeriarandone.it
Purtroppo la teoria è chiara, ci vuole buon senso e soprattutto il riconoscimento dei diritti dei figli in primis e dei genitori in secundis.
Che alcuni genitori sostituisco o leniscono il dolore con il figlio è una possibile spiegazione, ma comunque molto è anche dovuto al senso di possessività che contraddistingue certi genitori.
Se il motivo della separazione è purtroppo la gestione del figlio in regime di matrimonio o unione, figuratevi dopo la separazione..
E' quasi inevitabile che si strattonino i figli per portarli dalla propria parte.
Però qui entra la responsabilità dei magistrati e degli assistenti sociali.
I suddetti soggeti si contraddistinguono e sono identificabili perchè da subito cercano di ottenere l'affido esclusivo dei figli a qualunque costo, accusando e denigrnado l'altro.
Se il magistrato vede ciò dovrebbe di principio stabilire di mantenere un comportamento paritario di tempi e modi di frequentazione e poi per almeno un periodo iniziale controllare lo stato di salute del bambino e della nuova situazione. In caso si evinca che c'è qualcuno che ci prova a denigrare l'altro, le pene devono essere esemplari. Chi non vuole togliere i figli all'altro di sicuro proporrà di condividere veramente…con proposte paritarie…
Certo è che i magistrati per primi pensano che i figli devono essere dati alla madre, potete giurarci che la madre si potrà permettere di chiedere l'affido esclusivo…che male che gli va avrà il collocamento presso di lei e quindi l'esclusività. Non sarà mai disposta a scendere a compromessi…anzi sarà legittimata a pensare che è vero che lei sia + importante del papà vicino al figlio. La mia ex, in mediazione ha affermato che quando la figlia è malata è amata e riceve tutte le attenzioni…per la cronaca avevo chiesto di poter effettuare visite domiciliari(anche brevi) per poter dare a mia figlia anche il mio di affetto e conforto…
Massimiliano