19.07.11
(testo interrogazione a fine articolo)

Una parte dell’umanità, che fatico a definire “umana”, mostra di avere una passione sviscerata per la persecuzione dei propri simili: i pagani perseguitavano i cristiani, cristiani hanno perseguitato tutti quelli che non lo erano e così via: oggi l’entità da perseguitare è la famiglia: è facile, conveniente e privo di rischi: basta dire di agire nel superiore interesse del minore e ogni istituzione, può mettere le mani su quello che resta di questa organizzazione naturale, rovistarci dentro, metterla a soqquadro, spezzarla, separarla, finanche distruggerla, senza dover rispondere dei danni causati, nel compimento del proprio dovere istituzionale, e nella più totale indifferenza del resto del mondo, mascherata a volte da rassegnazione, altre volte da auto convincimento per cui: “a me, non succederà mai “.

Abbiamo una giustificazione per ogni forma di disinteresse: gli eventi ci soverchiano, sempre: o perché troppo lontani e grandi o perché troppo vicini e personali: in tutti e due i casi, meglio disinteressarsene, per cui anche 32.000 bambini allontanati “per legge” ed a “tutela del loro superiore interesse” dalle proprie famiglie in Italia, non in Afganistan, ci lasciano indifferenti, per lo stesso motivo i quasi 3.000.000 di euro spesi nel 2009 dalla municipalità di Rimini per il pagamento delle rette di 260 minori posti in strutture protette, non stimolano in noi la minima reazione di sdegno. Nessuno si domanda perché e se questo sia davvero necessario e se questa sia davvero l’unica strada percorribile e se anche, quando un intervento si rende necessario, tutto avvenga davvero nel “superiore interesse del minore” e con tutte le garanzie.

Chi se lo domanda del resto rischia grosso, perché chiedere spiegazioni, pretendere di conoscere e di vedere rispettati i propri diritti e quelli dei propri figli, significa mettere in discussione il radicato potere di un sistema che non ama essere messo in discussione, un potere che agisce in nome della legge e che può portarti via i figli, non perché tu sia colpevole di qualcosa, ma perché “genitorialmente non adeguato” e così è più facile chinare il capo e tacere, volgere lo sguardo altrove e guardare un po’ di grande fratello.

Questo quindi insegneremo ai nostri figli: a voltarsi dall’altra parte di fronte alla sofferenza dei loro simili, a patire l’ingiustizia perché agita in nome della legge? Anche le SS avevano sulle loro cinture la scritta “Got Mit Uns” ma quale Dio poteva mai essere con loro? c’è tuttavia un’altra umanità che non ha chinato il capo e che grida forte contro a questa ingiustizia così forte da non potere più essere ignorata, così in gran numero da non poter più essere relegata tra la folta schiera dei malati di mente a vario titolo: chi resterebbe calmo e sereno dinnanzi all’orrore di vedersi separato dai propri figli?

La famiglia Camparini di Massa Carrara, il M.llo dei Carabinieri Fabrizio Adornato a Roma, sono tra i più recenti paradigmi di civile battaglia contro il sistema schiaccia persone annienta famiglie che non tollera coloro che non vi si adeguano: eppure sono la punta di un iceberg intorno ai quali si raduna un esercito grigio: per ogni caso che giunge a ricevere una qualche attenzione mediatica, quante ingiustizie si consumano di cui nessuno sa nulla? Quanti professionisti tra avvocati e psicologi, educatori, insegnanti, conoscono questa condizione e tacciono?

Il Senatore della Repubblica, On. Franco Cardiello ha avuto, come pochi, il coraggio di denunciare questo stato di cose la determinazione necessaria per chiederne conto e schierarsi pubblicamente a difesa della famiglia e della genitorialità, prima che ambedue questi concetti divengano un ricordo nella pubblicità di qualche merendina. Posso solo augurarmi che altri si aggiungano a lui, come lui consapevoli che genitorialità, famiglia, amore non sono un fatto politico ascrivibile alla destra o alla sinistra: sono sopra. Posso solo augurarmi che questa rinnovata attenzione stimoli il cambiamento culturale necessario perché non ci siano più per legge “figli orfani di genitori vivi” e che, ove questo sistema abbia determinato una speculazione, che ciò avvenga a Rimini, come a Roma oppure a Massa Carrara, questa venga smascherata, perseguita e cessi di esistere, per sempre.

Gabriele Bartolucci

IL TESTO DELLA INTERROGAZIONE:

Gruppo Parlamentare “Il Popolo della Libertà” al Senato

UFFICIO LEGISLATIVO

INTERROGAZIONE CON RICHIESTA DI RISPOSTA SCRITTA CARDIELLO – Al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della giustizia Premesso che: Il Tribunale per i Minori di Bologna ha emesso decreto di sospensione della potestà genitoriale della sig.ra R.G. e del convivente sig. Gabriele Bartolucci nei confronti dei loro due figli minori;Detto provvedimento di sospensione scaturiva dalla segnalazione delle insegnanti dei minori in base alle quali la signora R.G. e il suo nuovo compagno avrebbero esposto i minori medesimi a situazioni pregiudizievoli;In detto citato decreto di sospensione i Tribunale dei Minori nominava quale tutore l’AUSL di Rimini affinchè valutasse l’opportunità di collocare i figli presso il padre e ordinava di regolare i rapporti con la madre esclusivamente in forma protetta; considerato che: Il signor Gabriele Bartolucci ha presentato esposto nei confronti delle assistenti sociali che avevano il compito di seguire gli incontri dei figli con la madre denunciando che tali incontri sarebbero stati modificati arbitrariamente senza che il Tribunale per i Minori avesse comunicato alcunchè al riguardo;In virtù di detta arbitraria scelta del Servizio Sociale di Rimini i minori avrebbero incontrato la madre al di fuori delle modalità protette, insieme ad altre ed estranee persone e senza dare alcuna comunicazione al padre;Inoltre da parte del Servizio Sociale di Rimini non si sarebbe dato seguito alle richieste del Sig. Bartolucci di aver copia delle relazioni inviate al Tribunale sugli incontri tra i minori e la madre;Infine detto Servizio Sociale avrebbe omesso di segnalare che la sig.ra R.G., ex convivente del Sig. Bartolucci, continuava a percepire gli assegni familiari nonostante i figli fossero già collocati presso il padre da oltre un anno; l’interrogante chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri di sapere se tutto quanto sopra riportato corrisponda a verità e, in caso affermativo: Se risultino i criteri e le modalità adottati dagli operatori del Servizio Sociale di Rimini nel caso del signor Bartolucci e se gli stessi rispondano ai canoni deontologici previsti dall’ordine degli assistenti sociali. L’interrogante chiede altresì di sapere se e in quali modi intendano intervenire, ciascuno per quanto di competenza, al fine di garantire che gli iscritti agli albi professionali degli assistenti sociali, per la delicatezza delle questioni che sono chiamati ad affrontare, risultino deontologicamente al di sopra di ogni sospetto. Sen. Franco Cardiello