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Carmelo tessera n.164/2012

Oggi ho ricevuto una telefonata che avrei preferito non ricevere, Antonio, tra le lacrime, mi informava che nella serata di ieri il fratello Carmelo non aveva resistito alle pressioni che negli ultimi anni si era trovato ad affrontare , la separazione dai figli e dalla moglie e che aveva fatto l’ultimo estremo gesto , quello di togliersi la vita.

Lo avevo incontrato lunedì 16 nel pomeriggio ed eravamo stati insieme oltre tre ore.

Mi ha parlato del suo trasferimento in “continente” a seguito della moglie, maestra , per arrivare infine a Genova , dei figli che adorava, ma che lo rifiutavano, delle difficoltà economiche a seguito delle richieste economiche a cui lui non riusciva a stare più dietro, di accuse mosse nei suoi confronti e del suo sconforto, sopratutto per l’atteggiamento che da mesi a questa parte era costretto a subire come uomo ma principalmente come padre.

La sua disperazione è la disperazione che ho letto, che abbiamo letto, centinaia e centinaia di volte sul volto dei padri che si sono rivolti a noi, nella speranza di avere un conforto, un aiuto, ma soprattutto di non sentirsi soli.

Una disperazione che viene dal non riuscire a far capire cosa provi ai tuoi familiari, agli amici, ma sopratutto da una giustizia ingiusta, da magistrati che decidono di metterti in un angolo, che decidono insieme alle CTU che non sei più un padre adatto, che lo solo la madre è il genitore più idoneo (anche se ha rotto quel giuramento davanti all’altare, per chi ci crede), che decide che tu devi essere solo un BANCOMAT, che il tuo ruolo è solo di un erogatore di denaro o al massimo del tempo libero .. se ti viene concesso.

La disperazione che viene provata nel non essere più presenti, nel sentirti trasformare in oggetto inutile, se non come BANCOMAT,che viene nella difficoltà di parlare come parlavi prima con i tuoi figli, che viene nella paura di correggerli o sgridarli se commettono delle cose sbagliate, che viene quando ti rivolgi alle istituzioni sperando che ti diano una mano e dove ti senti rispondere “si rimbocchi le maniche” ,” vedrà che passerà” oppure “non esageri, in fondo è una buona madre”.

Questa separazione ha distrutto un uomo, un padre.

Carmelo non ti dimenticherò

Mauro Lami