Sono un padre separato da quasi due anni con due bimbi di 6 e 4 anni. Tradito dalla propria moglie, la quale tuttora non lo ammette, mi sono visto buttato fuori casa ancora prima della sentenza (avvenuta il 21.12.2010) e dopo un mese mia moglie aveva già in casa stabilmente un’altra persona. !!!
I miei figli sono passati da vedere giornalmente in casa loro padre a vedere un’altra persona, senza che la madre spiegasse loro cosa stava succedendo. Fino a oggi fortunatamente vedo i miei figli giornalmente, anche se si parla di 1-2 ore ed i fine settimana alternati. Dico fino ad oggi in quanto mia moglie ha deciso di modificare gli orari andando direttamente al Tribunale di Brescia, il quale ci ha affidato ai servizi sociali. Il 25 luglio 2012 abbiamo la sentenza.
Da parte mia ho chiesto di ottenere un tempo paritario di visita figli (50% della settimana) mentre mia moglie ha richiesto che io veda i miei figli a weekend alternati e solo due pomeriggi a settimana.
Ovviamente ! Gli assistenti sociali mi hanno già comunicato che per loro sarà impossibile che io ottenga il 50% perchè il tribunale di Brescia non l’ha mai acconsentito.
Quello che mi fà rabbia è il fatto che gli assistenti sociali partoni già prevenuti nei confronti del padre.
“Tu puoi essere il migliore padre sulla faccia della terra ma i tuoi figli li potrai vedere con il contagocce perchè è così da sempre”. Se veramente si pensa al bene dei bambini, questi vogliono semplicemente stare sia con il papà che con la mamma, ma purtroppo in Italia questo non è possibile. Tutto questo a cosa porta? Semplicemente ad aumentare il rischio che il padre oltre ad essere semplicemente un BANCOMAT e a soffrire della mancanza dei propri figli faccia gesti che nemmeno lui si sarebbe immaginato!!! Non dico che per risolvere il problema basta ripartire equamente gli orari, ma un contributo alla stabilità emotiva dei figli e dei loro genitori sicuramente può darlo.
Papà Fabio …ometto il cognome col benestare della redazione
Caro Fabio, io mi trovo in una posizione analoga alla tua dal 2007, le differenze sono quelle di avere un figlio ora di 10 anni e di vederlo a fine settimana alterni, dalle 16 del sabato alle 20 della domenica, e due giorni a settimana dalle 16,00 alle 20,000. Il resto è tutto più o meno da copione come per la maggior parte dei papà. Da premettere che il mio primo anno di separazione (voluta dalla mia ex) riuscivo a vedere mio figlio abitualmente quasi tutti i giorni, quasi tutti i week end, festività pasquali, natale e capodanno, anche 30 giorni durante il periodo estivo..ma non per sua propensione ma esclusivamente per necessità di uscite e viaggi che la stessa aveva con quello che da subito (ancora prima della separazione)è diventato il nuovo compagno della madre di mio figlio, allora di appena 6 anni (e non sto a dire altro!!!)…situazione alla quale non mi sono sottratto per l'immenso piacere di stare con lui. Quando è terminata la "love story" della mia ex moglie, rinsavita nel suo ruolo di "madre", ha iniziato a negarmelo e a decidere in maniera arbitraria quando farlo. Così dopo tanti tentativi bonari, dettati soprattutto dal buon senso e dalle necessità del bimbo di continuare a stare sia con il padre e la madre, notando soprattutto uno equilibrio psico.fisico del piccolo ho deciso di fare ricorso al Tribunale ordinario per ristabilire, tenendo conto del precedente "storico", i miei diritti di visita! La sentenza è stata a mio favore perchè ho trovato un GIUDICE E UNA COMMISSIONE CHE HANNO GUARDATO ESCLUSIVAMENTE GLI INTERESSI DEL MINORE, con due giorni a settimana (mercoledì e venerdì) dall'uscita scolastica (dalle dieci durante le vacanze estive) sino al giorno dopo e fine settimana alterni dall'uscita da scuola (dalle dieci durante le vacanze scolastiche) sino al lunedì mattina e trenta giorni durante l'estate, il Natale diviso in maniera alterata. Questa sentenza ha ridato non solo riequilibrio psico-fisico al bambino, ma anche l'opportunità di "viversi"! Presto il ricorso in appello vinto dalla mia ex con "due" dico "due" riga, senza aver ascoltato le ragioni di nessuno, nemmeno del bambino che era stato proposto all'ascolto da entrambe i legali, adeguando i miei diritti di visita a quelle che sono "l'orientamento e la consuetudine del Tribunale Ordinario di Taranto" nello specifico, sentenza che ha nuovamente destabilizzato "nostro" figlio che ancora oggi "subisce" ingiustamente manifestando ancora la voglia e la necessità di stare di più con me!
Per questo ho deciso di SCRIVERE direttamente al Tribunale per i Minori e DIFENDERE direttamente il mio bambino, denunciando tutte le pressioni psicologiche della sua mamma e di come è strumentalizzato, le sue insoddisfazioni,volontà, necessità ed esigenze, chiedendo che venga ascoltato in quanto unico testimone del suo volere e qualunque sarà la sua scelta l'accetterò nel pieno del rispetto che merita. Ma questa è altra storia e non so quando e se finirà mai!
Quindi caro "Papà" non ti chiedo di rassegnarti ma di convincerti che la lotta è dura e noi siamo solo carne da macello!
Ma…io resisto e non mi piego…nè davanti a lei, nè davanti alla Legge…il bambino è anche mio figlio e lo proteggerò per sempre!!!…e questo lui lo sa…
Ciao e in bocca al "lupo" e soprattutto TIENI DURO!!!
Alessandro da Taranto
Con il Consenso della Redazione vorrei che tralasciaste la pubblicazione del cognome. Grazie!