Parma, -Così mi impediscono di fare il padre- sostiene Gian Maria Belli che è separato ed il giudice ha affidato i due bambini all’ex moglie che li porterà in Francia.
I miei figli hanno diritto di essere cresciuti ed educati anche dal loro padre recita il cartello che Gian Maria Belli mostra. Sposato dal 2000 ed una casua di separazione molto combattuta, i figli, due , di sei e otto anni, un provvedimento provvisorio, del 3 aprile scorso ha stabilito che la moglie porterà i figli a Grenoble, ove ha trovato lavoro. Un fine settimana al mese il padre potrà vedere i bambini, un mese in estate e tre settimane divise fra Pasqua e Natale.
Passeranno anni prima di una sentenza definitiva e nel frattempo si creerà con buona probabilità le premessa per il radicamento dei bambini in terra francese. Belli sostiene che questo è l’esempio di come falsamente venga definito affido condiviso una sentenza con un esclusività pressochè totale per la madre, con l’aggravante di una distanza talmente enorme da annullare l’esercizio comune della potestà e quello dei bambini ad essere educati da entrambi i genitori.
E’ stato fatto un ricorso alla corte d’appello e al Tribunale dei Minori, ma questa storia è simile a tante altre con l’aggravente di un clima tesissimo fra i due ex coniugi ove si annota anche il tentatvi di fuga della donna all’estero coi bambini. I costi elevati di questi processi, non sono la garanzia di sentenze che trovino accordi per tutti, ancora una volta si evidenzia come l’arbitrio interpretativo della legge sul condiviso produrra disagio anche garantendo la funzione educativa del Sig. Belli che sarà papà all’aria aperta, in un giardinetto di Grenoble una volta al mese. Chissà cosa ne penseranno i bambini e che percezione del loro papà avranno, ci viene spontaneo chiederci.