Mi rìferisco alle 2 bambine scomparse e al padre suicida…

Leggendo sulle varie cronache dei quotidiani cartacei e web, si preme molto l’accelleratore della “malattia” del padre… chi uccide i figli (Se questo è accaduto. ad oggi ancora non si sa dove siano le due bambine, e mi auguro siano vive!) non può che essere considerato pazzo!
Aggiungerei io, forse pazzo di dolore, ma non ci è dato sapere comunque quale fosse la sua pazzia.

Pensando al dramma fra i due coniugi, esiste una possibile visione di questo dramma in cui LUI dice a LEI, -Se vuoi smettere di giocare con me non posso impedirtelo, ma mi porto via il mazzo di carte- (le figlie). Una visione non giustificabile, che evidenzia quanto LUI senta indissolubilmente anche SUO quel mazzo di carte, frutto della sua “collaborazione” con LEI. Un messaggio che in altre parole, potrebbe egoisticamente significare, se non vuoi più giocare con me, trovati allora anche un altro mazzo di carte con cui ricominciare a giocare con altri, perché questo mazzo è mio/nostro e non accetto che lo usi con altri.
Una visione egoista ma proprio in virtù di questo egoismo, ci fa riflettere e ci trasporta in un universo parallelo quello della Giustizia Italiana, e ci rammenta quanto la magistratura produce le premesse del conflitto garantendo di fatto una discriminazione preventiva, prestando quotidianamente il fianco all’egoismo di figure prestabilite, nel 90% le madri, che nel “falso” affido condiviso, ottengono pressoché in formula esclusiva i figli. L’ egoismo di molte madri con l’avvallo della magistratura , consente loro di credere di essere nel lecito e di avere la “patente” per fare la felicità dei figli.

La situazione è normalmente viziata da un prassi che produce genitori di 2 livelli a totale discapito dei bambini che di fatto perdono un genitore, di solito il padre. Assistiamo impotenti a 200 suicidi all’anno di padri in conflitti separativi e siamo altresì certi che lo Stato Italiano sia responsabile da più punti di vista. Suicidi frutto senza dubbio di -cause psicologiche-, molte di queste sono indotte da uno stile “di giustizia” che garantisce conflitti ulteriori.

Non volendo fare di tutte le erbe un fascio, perchè è sempre sbagliato ed i “distinguo” sono doverosi, riscontriamo comunque oggi che il 70% delle cause coniugali si aprono con una LEI che dice “Stop”. Prima dell’entrata in vigore della legge sull’affido condiviso (2006) le richieste di separazione erano circa al 50% fra LUI e LEI. E questo dato ci fa doverosamente riflettere.

Quando una LEI dice “Stop”, un LUI deve umanamente rassegnarsi a perdere tutto, questa è la sostanza nel nostro paese. (non è concesso non rassegnarsi in altra forma, pena l’essere considerato pazzo, o violento) Non c’è oggi un magistrato che applichi l’affido condiviso così come è stato scritto. Non c’è speranza alcuna, esiste infatti una volontà precisa, un muro di omertà contro il “dettato” di questa legge, che è sotto gli occhi di tutti. Omertà di cui sono responsabili gli amministratori della giustizia, ma certamente anche un pubblico femminile silenzioso che “prende sù e porta a casa” i vantaggi che innegabilmente gli vengono concessi, con la silente complicità di altrettante donne che in un abbraccio cosmico di “genere” tutela tutte le mele comprese quelle marce del cesto.

Esistono centinaia di sentenze che confermano questa tendenza senza precedenti ove il magistrato non applica la legge scritta dal legislatore, ma la vanifica, la manipola al punto di annullarne i contenuti. Così ecco lo scenario: -se due si separano, LUI perde tutto, figli, casa e denaro. Ecco perché questa premessa è doverosa, ecco perchè parlare della sola pazzia del padre suddetto non è sufficiente, ecco perché un quadro è fatto di colpi di pennello e di una sua cornice che lo circoscrive. Poi se è pazzia p oco c’è da fare.,..vedi il caso di Cogne ad esempio.

Non c’è genitore peggiore da chi si sottrae dal suo ruolo o infanga l’altro agli occhi dei figli. Non c’è magistratura peggiore di quella che produce discriminazione fra i genitori producendo di fatto dei discriminati: i nostri figli. Così come non c’è partito peggiore di quello che non cura la famiglia prima durante e dopo. Ma di una cosa sono certo, che vi sono bravi genitori che la bigenitorialità ce l’hanno nel sangue da sempre e da subito e che c’è una separazione da evitare, quella dai figli, e di questo ne sono sicuro.Roberto Castelli
http://www.iraresoul.com/psychology_essays_p2.html#2.1
Suicidio: ultimo Modo Per Evitare il Dolore della Verita’
Traduzione di Sabina Gatti
Le persone si suicidano quando il dolore di mentire a se stessi diventa insopportabile e il dolore di dire la verità è ancora peggiore. In questo momento il percorso per diventare consapevoli – elaborare tutti i traumi subiti durante l’infanzia – sembra senza speranza. L’infanzia di queste persone ha cementato cosi profondamente il concetto logico dell’amore genitoriale che esso rimane fuori ogni discussione e che i suoi genitori non erano altro che parvenza. Ma lui/lei non puo’ mai affrontare questo fatto, perché era troppo doloroso – e loro l’avrebbero rifiutato ancora di più. Invece lui lo nega e volge la disperazione e la rabbia e la furia/ira verso se stesso. Egli inghiottisce il peggiore dei suoi genitori nella sua psiche e fantastica che la morte lo liberi, e porti la pace. Ma non lo farà. La morte non è la liberazione. La morte interromperà solo il suo percorso e ucidera’ il potenziale di crescere.
Solo pochi suicidi, quelli i piu’ isolati ed alienati, finiscono la loro vita. La maggior parte esprimono la loro tendenza al suicidio in modo piu’ accettabile, attraverso l’estrema pssivita’ oppure la trascuratezza di se stessi, tutti e due vanno di pari passo con il disperato bisogno che e’ un grido silenzioso per essere aiutati dai genitori. Il rovescio della medaglia di questo coinvolge persone che si dedicano a comportamenti rischiosi di tipo acting-out, come la guida pericolosa, uso di droghe e alcolici in quantità eccessive, mangiare troppo o troppo poco, combattere violentemente con gli altri quando vera auto-difesa non è coinvolta, avendo rapporti sessuali a rischio , scalare le montagne…….. Queste persone fanno vedere al mondo intero la loro enorme sottovalutazione della propria vita – il che e’ esattamente quello che è stato insegnato loro a casa durante la loro infanzia.

La cura per guarire dal desiderio di suicidarsi e’ la guarigione delle antiche ferite che causano la disperazione. Questo non sara’ facile per lui/lei perche’ i suoi genitori schiacciano la parte indagatrice di lui e con perspicacia minacciano lui con un rifiuto totale in caso lui volesse ricostruire la sua parte sana e nascosta. Ma la guarigione è possibile. Una persona suicida ha bisogno di trovare altre persone in grado di ascoltarlo e credergli e fidarsi di lui – fidarsi di ogni piccolo orrore lui ha vissuto e continua a tenerlo nella sua psiche come un ascesso velenoso – finche’ lui non impari a farlo da solo. Lui deve cominciare il suo processo in un ambiente più consapevole

[illuminato] che non lo schiacci di nuovo. Egli deve trovare il modo di guardare onestamente la storia della sua morte e sentire tutto il suo dolore, orrore e rabbia. Perdera’ forse il suo stato intorpidito in questo processo pero’ ritrovera’ la sua vita. essuno che ha trovato la sua strada per la sua legittima rabbia e dolore onesto puo’ continuare a pensare al suicidio