Se dopo la separazione i rapporti fra il genitore e i figli si rivelano critici, il giudice del divorzio può cambiare in corsa con l’affido esclusivo dei minori all’altro coniuge e ingiungendo al genitore problematico di lasciare la casa familiare, per quanto in comproprietà, e di versare al nuovo affidatario, che subentrerà nell’immobile, un assegno di mantenimento per i piccoli. E stavolta fare le valigie non tocca al padre-padrone ma alla madre, che abusa dei mezzi di punizione. È quanto emerge da un decreto depositato dalla prima sezione civile del tribunale di Roma.
Il ricorso del padre è accolto in sede di revisione delle condizioni di divorzio. Lui guadagna 1.800 euro netti al mese, lei 1.400: la donna non solo perde l’assegno ma dovrà versare un contributo mensile di 300 euro per il mantenimento dei figli.
Il decreto fissa un termine entro cui la donna è tenuta a lasciare la casa familiare che le era stata attribuita in ragione dell’affidamento dei figli: deve prendere solo gli effetti personali e andare via, mentre nell’immobile risiederanno i figli con il padre (cui erano già stati affidati d’urgenza dal Tribunale dei minorenni).
La situazione di disagio vissuta dai figli a causa della madre che ha la “mano pesante” legittima l’intervento dei servizi sociali che assisteranno la donna, aiutandola con incontri protetti con i minori ad avere una corretta relazione affettiva con i figli.
Quanto alle spese straordinarie per i minori, la madre contribuirà alle cure mediche specialistiche, all’iscrizione a un’attività sportiva o ricreativa e all’acquisto dei libri scolastici ma evita almeno la condanna alle spese processuali.
Fonte: www.cassazione.net