Business di affidi ed adozioni: cosa è successo?

Falsificazione è la parola che meglio rende l’idea di questo percorso celebrato, come solito, come un successo da chi ne trae beneficio ed appena citato da tutti quelli che non vogliono sporcarsi le mani. La legge italiana prevede che la povertà non sia nè possa divenire limite all’esercizio del diritto del minore di crescere ed essere educato all’interno della propria famgilia. Succede tuttavia che in talune circstanze le famiglie naturali siano in difficoltà ed allora lo Stato deve intervenire per rimuovere queste difficoltà e solo ove queste si rilevino croniche ed insuperabili, separare definitivamente il minore dalla famiglia di origine, dandogliene ove possibile una nuova e migliore.

C’è o meglio c’era, almeno sulla carta, un intervento progressivo di diversa natura: c’era l’affido il cui scopo era quello di sostnere la genitorialità della famiglia di origine, e c’era l’adozione il cui scopo e di recidere ogni legame tra minore e famiglia di origine.

Era ed è a tutti evidente, tranne alla Sen. Rossana Filippin, guardacaso del PD, che questi due istituti avevano obiettivi diversi e contrapposti e così diversi e contrapposte erano anche le motivazioni che spingono l’adottante e l’affidatario al punto tale che l’affidatario non poteva in alcun modo, diventare l’adottante.

Il buon senso della divisione era evidente: se voglio adottare un bambino, non posso volerlo aiutare a tornare nella sua famiglia di origine; ma noi il buon senso lo abbiano scordato da tempo e spregiudicatezza e furberia della falsificazione ne hanno preso il posto.

Gli iter dell’affido non funzionano: i bambini vengono “parcheggiati” per due anni in case famiglia, presso affidatari, dove capita tanto nessuno li ascolta; i genitori naturali vengono dimenticati e pregiudicati: se gli sono stati tolti i figli – recita la voce del popolo – un  motivo ci sarà pure!

L’iter dell’adozione funziona ancora meno: spesso gli adottandi diventano vecchi e gli adottabili, maggiorenni prima che si arrivi ad una adozione.

l’unica cosa che funziona, in tutti e due i casi sono i denari, i soldi che passano dal pubblico alle associazioni, cooperative bianche e rosse e che finanziano chi dice di occuparsi di minori, i posti di lavoro (precari) che queste generano ed i voti che l’insieme di queste cose porta con se.

Invece di far funzionare quello che c’è ed è evidente che non funziona bene, la Sen. Rossana Filippin afferma: “L’istituto dell’affido, com’è noto, serve per dare ai minori che non possono vivere con i loro genitori (ad esempio tossicodipendenti) un ‘rifugio’ temporaneo in attesa che il nucleo originario si normalizzi. Spesso, purtroppo, non succede.” (Avvenire 12.03.2015).” Peccato che in oltre l’90% dei casi i minori vengano allontanati da famiglie indigenti, in crisi perchè in via di separazione o per altre ragioni e che solo in una piccola quota (importante ma per fortuna, numericamente e statisticamente piccola) da famiglie presunte abusanti, maltrattanti, con problemi legati alle dipendenze o al disagio psichico. Peccato che non ci sia governo, giudice o assistente sociale che con la sola forza della legge abbia ancora risolto i problemi della povertà, della emarginazione e del disagio sociale!

Ora cosa succderà? questa è la via italiana alla ingegneria famigliare sperimentata dalla social democrazie scandinave nel passato non tanto remoto: ridistribuiamo tra famiglie degne, figli di famiglie indegne. E chi decide chi è indegno? lo decide la politca in maniera da far sembrare tutti quelli che non possno o non sanno difendersi, gli esculsi e gli emarginati, indegni? Certo un bambino sta meglio in un castello che in un condominio ma cosa c’entra questo con amore ed affetto oppure sta a vedere che queste due caratteristiche sono funzioni della richezza e dell’agio? I poveri magari non dovrebbero riprodursi ma non è politically correct affermarlo ed allora: RIDISTRIBUZIONE A NORMA DI LEGGE!!

Assisteremo ad una impennata degli affidi e di conseguenza degli allotanamenti: i percorsi di affido avranno una percentuale discendente di rientro in famiglia ed una ascendente di adozioni, che così diventaranno più semplici e faranno diventare reale quell’ossimoro tanto caro alla giurisprudenza chiamato affido preadottivo, malgrado non esista in alcun codice.

Ci sarà da lavorare di più e per tutti con 700.000 minori in carico ai Servizi Sociali (rapporto RISC ) in tutta Italia, le opportunità di affido saranno enormi; sarà necessario assumere più operatori sociali ed educatori, ci vorranno più soldi ma questi porteranno più voti per cui tutto è bene ciò che finisce bene.

Le famiglie di origine restano inascoltate: non ci sono lobby che le tutelino o associazioni che le rappresentino, i minori, i bambini nel superiore interesse dei quali, si dichiara, tutto ciò avvenga continueranno a non essere ascoltati dai grandi, esattamente come ora avviene.

In questo modo non si capirà più la differenza tra chi realmente vuole aiutare il bambino a tornare nella sua famiglia e si presta ad un sacrifico sovraumano, chi desidera adottare,  e chi semplicemente VUOLE un bambino  A TUTTI I COSTI quando l’egoismo non dovrebbe essere una buona ragione per giustficare una adozione.

Per scoprire a chi fa comodo una norma simile, basta seguire come sempre, il percorso del vil denaro. 

Gabriele Bartolucci
3248624923
Vice Presidente “Genitori Sottratti”,
Associazione di genitori separati per la Bigenitorialità e la Tutela dei Minori